Ho registrato la richiesta fatta questi giorni dal Comune di Torino di sospendere l’applicazione del blocco dei mezzi Euro 2 diesel con più di 10 anni, così come avvenuto negli anni passati per gli Euro1.
La causa principale è la crisi economica, che non permetterebbe alle famiglie di sostituire l’auto. Ragione sicuramente valida e da considerare in maniera seria. Chi ha vissuto in condizioni economiche non floride, sa perfettamente che il problema è irrisolvibile.
Però sull’altro piatto della bilancia, esistono considerazioni che si contrappongono alle prime e che devono essere considerate congiuntamente. Ne annoto qualcuna velocemente e senza troppa coerenza.
- Una delle prime ragioni avanzate riguarda i costi dell’inquinamento. Il concetto fila più o meno così: chi inquina produce dei costi alla comunità che vengono pagati da tutti, solo in piccola parte da chi inquina. Si chiamano esternalità. In sostanza se io inquino più degli altri, produco dei danni di vario genere (sanitari, sui beni architettonici e culturali, di congestione ecc.) che verranno poi pagati da tutti attraverso le tasse.
- Una seconda considerazione è che si crea una disequità nei confronti di chi è stato già costretto in passato a sostenere un cambio del mezzo. Questi cittadini hanno cioè già dovuto adeguarsi a disposizioni precedentemente fissate e contribuiscono, con la loro spesa a diminuire gli impatti. Ma dovranno comunque pagare in quota parte quelli di chi non si adeguerà.
- Un concetto però di base e importante è la capacità di far rispettare le norme che le amministrazioni prendono. In sostanza si lanciano a livello amministrativo dei segnali fortemente contraddittori per fare un esempio simili a quelli del condono: prima o poi la norma verrà tolta e quindi non sarà necessario adeguarsi. E che cos’è il rimangiarsi la norma se non un condono mascherato? In questo modo la legge diventa una variabile davvero poco influente nei comportamenti dei cittadini. Con alcune conseguenze:
- il freno all’innovazione tecnologica. Perché le industrie devono spendere risorse in ricerca ed innovazione se tanto i nuovi standard non verranno applicati nei tempi prefissati? Tanto più se le pubbliche amministrazioni sono ondivaghe e non danno certezza sulle stesse norme che decidono?
- Condoni di questo tipo deresponsabilizzano le stesse amministrazioni. Nelle scelte del mezzo, si prendono infatti in considerazione diverse alternative ra cui ad esempio la possibilità di usufruire di un efficiente trasporto pubblico locale. Aprire i cordoni del mancato rispetto delle norme significa lasciare circolare questi - ed altri –mezzi senza dover mettere mano al rinnovo del trasporto pubblico locale: ti lascio andare e quindi puoi anche non pensare a spostarti mediante TPL.
- una delle misure su cui si è costruito un consenso globale per diminuire efficacemente l’inquinamento è stata quella di agire migliorando l’efficienza tecnica dei veicoli. In pratica fare in modo che ogni Km percorso fosse meno inquinante. Questo perché comunque il numero dei km percorsi sembra destinato ad aumentare e non a diminuire. Bloccare questo tipo di politiche è chiaramente una violazione delle politiche di base che si sta cercando di operare in tutta Europa.
- Tra i costi esterni non è banale riferirsi al discorso della diminuzione della sicurezza. I mezzi che hanno più di dieci anni, sono per forza di cose meno sicuri di quelli più recenti per almeno due ragioni: l’usura stessa del mezzo meccanico che ne abbassa le prestazioni e gli stessi standard di costruzione che sono più elevati anche per il fattore sicurezza per i mezzi più recenti. Risulta inutile richiamare il costo sociale che il problema della sicurezza rappresenta – es. costi assicurativi ecc. – oltre al danno non monetizzabile delle morti per incidente.
Continuando a pensare che sia difficile sostituire un mezzo se non se ne hanno le possibilità
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