Spesso si lamenta il fatto che la politica voli troppo in alto e non scenda nei problemi reali; non raggiunga quel dettaglio propositivo che permetta la comprensione di cosa effettivamente fa e di come lo faccia. L’appunto è giusto. Ma rimane difficile spiegare tutte le variabili presenti. In campo ambientale permane questa difficoltà: da un lato una cronica scarsità di risorse e di mezzi che obbliga a compiere comunque alcune scelte tralasciandone altre, dall’altro il fatto che i ministeri o gli assessorati a tutti i livelli vengano sostanzialmente visti come piccoli pronto soccorso di cui si chiede l’intervento a danno già in atto.
Credo a questo punto utile far comprendere le scelte fatte ed i risultati che si possono ottenere con azioni mirate e con le risorse disponibili. Ad esempio, mentre si continua a discutere, pur meritoriamente, sul traffico cittadino, poco si sa sulle azioni che vengono compiute sui cicli produttivi delle industrie che rappresentano una fetta molto importante del decadimento della qualità dell’aria. Come Assessorato, abbiamo investito molto su questo argomento, soprattutto in termini di conoscenze e di sviluppo dei nostri tecnici, portandoli ad essere un’eccellenza sul panorama nazionale. Ultimamente abbiamo rivisto criticamente i dati del nostro operato, per capire soprattutto qual è stato l’impatto della nostra azione. Nel quadriennio di mia competenza, (2004-2007) abbiamo rilasciato circa 650 autorizzazioni alle emissioni in atmosfera per nuovi impianti o per modifiche di impianti esistenti. Un dato rilevante è risultato dalla verifica puntuale dei 90 “Piani di Gestione Solventi” per la riduzione dei “Composti Organici Volatili” (COV). Puntare in maniera significativa su questo problema ha permesso un risparmio del consumo di solventi di circa 1000 tonnellate all’anno. Tramite poi la distruzione in idonei impianti di abbattimento secondo le migliori tecnologie oggi disponibili (BAT), abbiamo contabilizzato la mancata emissione in atmosfera di circa 500 tonnellate annue sull’intero territorio provinciale. Puntare sulla prevenzione in materia ambientale sembra un fatto scontato, ma così non è: bisogna infatti essere nelle condizioni di conoscenza e formazione tecnica adeguate per affrontare tecnicamente produzioni complesse ad alto impatto inquinante e permetterne anche la sostenibilità economica per la nostra comunità, salvaguardandone la salute. Tenendo conto di una legislazione attualemente poco chiara e della necessità di permettere alle aziende sane di continuare a vivere nel rispetto dei limiti. Contrastando al tempo una vecchia politica di aiuti pubblici ” a pioggia” per le imprese che non hanno la forza di rinnovarsi e di poter restare sul mercato.
Nelle prossime puntate cercherò di far comprendere con esempi concreti la traduzione pratica delle nostre scelte politiche.