Cari cittadini,

i Verdi europei e gli ecologisti, presenti alle prossime elezioni amministrative di Torino con la lista PiemontEuropaEcologia, si schierano con fermezza contro il ritorno al nucleare.

Eventi come quelli avvenuti recentemente in Giappone hanno nuovamente messo in luce gli incontrollabili rischi di questa tecnologia, che mette quindi a rischio il diritto alla salute e alla stessa esistenza dell`uomo. Una conferma giunta a venticinque anni esatti dalla tragedia di Chernobyl.

Il governo Berlusconi, dopo aver tagliato i fondi alle energie rinnovabili, ha sotenuto con forza la necessità per il nostro Paese di un ritorno a questo pericolosa tecnologia. Una decisione seguita dal recente emendamento che ha di fatto sospeso la costruzione di  nuovi impianti nucleari. Un dietrofront improvviso, quasi certamente motivato dal timore del referendum del 12 e 13 giugno, che si concreta, come confermato anche da Silvio Berlusconi, in una mera sospensione temporanea di questo pericoloso ritorno al passato.

PiemontEuropaEcologia sostiene, al contrario, la necessità di andare oltre, di guardare al futuro su basi diverse. Per questo, ci faremo promotori, presso il Consiglio comunale di Torino, di una delibera volta a dichiarare il nostro territorio comunale indisponibile ad accogliere qualsivoglia attività legata alle centrali nucleari e a dichiarare il nostro Comune comune denuclearizzato a garanzia dei cittadini residenti, di tutti i nostri turisti e delle generazioni future che vivranno nel nostro territorio.

Di seguito il testo della delibera che intendiamo presentare e che vi chiediamo di sostenere con la vostra firma.

Il Consiglio Comunale,

preso atto che:

- Il Governo ha più volte manifestato la volontà di un ritorno al nucleare per l`Italia, con un obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell`energia elettrica dall`atomo. Obiettivo per arrivare al quale l`Italia dovrebbe localizzare e costruire sul territorio nazionale 8 reattori come quello attualmente in costruzione in Finlandia (il più grande al mondo).

considerato che:

- Il ritorno al nucleare per l`Italia non farà recuperare i ritardi rispetto alle scadenze internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici. Semmai l`Italia decidesse di costruire alcune centrali nucleari, passerebbero – al netto di ritardi per le inevitabili contestazioni popolari – almeno 10-15 anni prima della loro entrata in funzione, e quindi non riuscirebbe a rispettare l`accordo vincolante europeo 20-20-20 (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), incorrendo in ulteriori sanzioni da aggiungere a quelle ormai inevitabili per il mancato rispetto del Protocollo di Kyoto.

- Sebbene la ripresa o l`intenzione dichiarata di programmi nucleari in alcuni paesi, il nucleare resta una fonte energetica in declino sullo scenario mondiale. Infatti secondo le stime dell`Aiea sul contributo dell`atomo alla produzione elettrica mondiale contenute nel rapporto Energy, elettricity, and nuclear power estimates for the period up to 2030 pubblicato nel 2007, nei prossimi decenni si passerebbe dal 15% del 2006 a circa il 13% del 2030 poiché, nonostante da più parti si continui a spacciare il nucleare come una tra le fonti energetiche meno costose, l`apparente basso costo del KWh nucleare è dovuto esclusivamente all`intervento dello Stato, direttamente o indirettamente, nell`intero ciclo di vita di una centrale dalla costruzione allo smantellamento sino allo smaltimento definitivo delle scorie.

constatato che:

- Le convinzioni dell`utilità di ricorrere all`energia atomica per ridurre la bolletta energetica del Paese e la dipendenza dalle importazioni si scontrano però con i tanti problemi irrisolti della tecnologia nucleare oggi disponibile, tra tutti i costi veri di un KWh da produzione elettronucleare, la sicurezza delle centrali, la gestione dei rifiuti radioattivi e lo smantellamento (decommissioning) degli impianti, la loro protezione da eventuali attacchi terroristici, il rischio della proliferazione di armi nucleari e la necessità di importare dall`estero l`uranio, le cui riserve naturali sono sempre più scarse ed inoltre la tecnologia su cui vuole puntare il governo italiano è quella di terza generazione evoluta che non ha risolto nessuno dei problemi noti da anni. Insomma l`Italia si sta candidando a promuovere una tecnologia già vecchia, a maggior ragione se nel 2030 vedrà la luce il nucleare di quarta generazione, sempre che abbia risolto nel frattempo i problemi emersi durante le ricerche in corso a livello internazionale.

- Sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a 25 anni dal terribile incidente di Chernobyl e poco tempo da quanto avvenuto all`impianto giapponese di Fukushima, non esistono le garanzie necessarie per l`eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva, rimanendo inoltre anche tutti i problemi legati alla contaminazione ordinaria delle centrali nucleari in seguito al rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento dell`impianto a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione che vive nei pressi;

- Non esistono poi ad oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall`attività delle centrali o dal loro decomissioning. Le circa 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino ad oggi nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivo, stoccati in depositi temporanei o lasciati negli stessi impianti dove sono stati generati.

rilevato che:

- Gli impianti nucleari attivi – e lo stesso discorso vale per quelli in costruzione – se da una parte possono diventare obiettivi sensibili per i terroristi, dall`altra producono scorie dal cui trattamento viene estratto il plutonio, materia prima per la costruzione di armi a testata nucleare.

DELIBERA:

- Di dichiarare il Comune di Torino territorio comunale denuclearizzato, contrario quindi alla produzione di energia nucleare;

- Di vietare su tutto il territorio comunale l`installazione di centrali che sfruttino l`energia atomica o depositi di scorie;

- Di garantire la massima trasparenza e partecipazione nel processo di individuazione di siti di stoccaggio per i rifiuti radioattivi, derivanti anche dal decommissioning delle centrali dismesse successivamente al referendum del 1987.