Possiamo girarci attorno quanto vogliamo, ma forse il problema attuale democratico, economico e quant’altro, è una forte concentrazione del potere sia politico che economico nelle mani di pochi. Una sistema fondamentalmente di èlites che tende, anche in queste ore, a perpetuare se stesso: una nuova èlite che tenta di sostituirsi a quella precedente. Questa è forse la battaglia a cui stiamo assistendo in queste ore, e la parte “tecnica” sembra essere solo una variante delle vecchie consorterie o meglio ancora una delle squadre in campo, dato che i gruppi che si contendono la partita sono diversi e non solo due. Come se ne esce? Credo che abbia ragione chi sta cercando di rimettere in campo il problema del recupero dei fondamentali con cui è stata costruita la nostra Repubblica; fondamentali che vanno anche al di là della nascita anagrafica della nostra repubblica del ’46. Uno di questi è sicuramente quello della riaffermazione della Libertà come mancanza di dominio, che si è più che degradato, sostituito con quella della Libertà liberal/liberista che lavora per una società in cui gli individui, per essere liberi, devono essere svincolati da ogni interferenza, possibilmente con una Stato dai confini molto stretti che si occupi solamente di un paio di cosette lasciando il resto alla concorrenza selezionatrice. La libertà dei Costituenti, che attinge dalla tradizione tutta italiana delle idee del repubblicanesimo sviluppatesi – con alterne vicende e ripensamenti – da pensatori che partivano da Cicerone, passando per l’esperienza dei Comuni italiani del tardo medioevo, per Machiavelli ed arrivando al Risorgimento, ha invece tutt’altra idea ispiratrice. Coloro che difendono l’ideale repubblicano hanno, come pilastro fondamentale, l’idea che le leggi – chiaramnete giuste e non vessatorie – siano uno strumento che assicuri la libertà e che, soprattutto siano valide per tutti i cittadini o i membri della comunità. Questo significa – come descritto con precisione da Viroli – che se il governo della legge è scrupolosamente rispettato, nessun individuo può imporre la sua volontà arbitraria ad altri individui in virtù del fatto che egli può compiere impunemente azioni che ad altri sono proibite sotto sanzione. Se invece sono gli uomini e non la legge a governare, alcuni individuipossono imporre la loro volontà arbitraria ad altri, opprimerli ed impedirgli di perseguire i fin che essi vorrebbero perseguire, e quindi privarli della libertà. Il finale è che questo tipo di fine è il più adatto a difendere la libertà perchè ha la forza di impedire che interessi particolari dominino la città e quindi rendano alcuni, o molti cittadini, non liberi. In sostanza la bontà dei diversi sistemi dipende dalla loro efficacia nel prevenire l’uso arbitrario del otere. Chi si riferisce quindi all’idea di costruzione repubblicana che ha fondato la nostra comunità, dovrà scegliere politiche che attenuino questo sistema di “dominazione” anzichè quelle che cercano di attenuare i doveri civili in nome di essere liberi da ogni impedimento. E quindi, ancora, è oggi necessario ricostruire un ideale di repubblica inesa come comunità di individui in cui nessuno è costretto a “servire” e a nessuno è consentito “dominare”. Questo è il cuore dell’ideale che personalmente ritengo sia necessario perseguire soprattutto oggi, dove invece assistiamo ad una lotta di èlites a cui poco interessa ogni idea di bene comune, soprattutto di quello maggiore che è il nostro sistema repubblicano nei suoi valori più profondi e quasi dimenticati.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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