Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Chi ha il nucleare vuole uscirne?

Qual è l’opinione delle persone sull’enegia nucleare nei paesi che possiedono questo tipo di tecnologia? Un indicatore può ritrovarsi nel recente sondaggio eseguito da IFOP in Francia che ha testato tre opzioni disponibli alla domanda di “Europe Ecologie ” sulla necessità di uscire dal nucleare.  Il  19% si è detto favorevole all’uscita immediata dal nucleare “senza condizioni”; il 51% è invece favorevole all’abbandono progressivo del nucleare, posizione sostenuta tra l’altro dalla stessa Europe Ecologie, mentre il 30% del campione è favorevole alla prosecuzione del programma nucleare ed alla costruzione di nuove centrali così come pianificato dal Governo Francese.

L’Ecologia Politica e la società del rischio

Ulrich Beck l’ha chiamata “società del rischio” e credo avesse ragione. Perché i rischi cambiano la loro natura: non derivano più dall’esterno, dal non-umano, dalla fatalità naturale, ma dipendono da decisioni. Sono il riflesso di azioni ed omissioni dell’uomo stesso, la conseguenza di forze produttive fortemente sviluppate. La produzione delle condizioni di vita della società nella sua interezza diventa quindi un problema ed oggetto di ripensamento. Paradossalmente sembra che la fonte del pericolo non sia più l’ignoranza ma la stessa conoscenza, non un dominio carente sulla natura – ciò che si sottrae alla capacità dell’uomo – ma il sistema di norme e di vincoli  stabilito con la crescita industriale. Cosa vuol dire ciò? Vuol dire che la società in questo sviluppo ha seguito un percorso “suddiviso”, dove il sistema politico-amministrativo e quello tecnico-economico si sono sviluppati su due linee diverse. (altro…)

Daniel Cohn-Bendit: l’Ecologia Politica

L’Ecologia Politica si basa su un semplice concetto: il valore del futuro. Diversamente dalle utopie tradizionali, non vuole sacrificare il presente per qualche domani luminoso, ma non vuole nemmeno perseguire questo modello assurdo che ci fa caricare sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti il peso dei nostri errori di gestione e impone loro di pagare i nostri debiti ecologici ed economici. La nuova ecologia politica ritiene che il futuro e il presente abbiano un valore identico e che sia pericoloso e immorale preferire l’uno all’altro. Tra oggi o domani, l’ecologia politica sceglie oggi e domani e si rifiuta di sacrificare i genitori per i figli o i figli per i genitori. Davanti al fortissimo aumento delle diseguaglianze nazionali ed internazionali, bisogna arrendersi all’evidenza: la soluzione del problema ecologico non è la fine della crescita dei livelli di vita, ma la decrescita delle diseguaglianze

Costruiamo Piemonte Europa Ecologia

Tutto ciò che è ambiente sembra sparito da queste elezioni per Torino 2011. A parte qualche spennellata quà e là, i partiti maggiori non sembrano consapevoli nè degli umori dei cittadini, nè dell’opportunità di uscire attraverso un serio cambiamento ecologico dalla crisi politica ed economica che, nei fatti, continua ad investire il nostro territorio. Eppure la capacità di costruire produzioni nuove sostenibili che ricaccino indietro la disoccupazione, la possibilità di pensare una città sicura dal punto di vista energetico e sociale, l’idea di costruire una città europea leader dell’innovazione giovane e sostenibile è davvero alla nostra portata. Noi pensiamo che la crisi ecologica e politica ci consegni una importante possibilità di riordinare le priorità d’azione delle nostre amministrazioni, iniziando dalla grande opera di recupero dell’efficienza della struttura della nostra città. Una Torino meno dipendente dal novecento “fossile” significa lavoro nell’edilizia sostenibile, nell’attrazione di intelligenze giovani nella ricerca, nell’innovazione delle forme stesse dell’amministrazione, nella messa in sicurezza del nostro territorio ancora troppo avvelenato ed in balia di fenomeni atmosferici di cui ci dimentichiamo in fretta. Lo stesso federalismo municipale fiscale non ha oggi nessuna idea portante che indichi la direzione verso cui debba essere impiegato. (altro…)

La Germania pensa all’uscita verde dal nucleare

(via Lettera 43) Uscire dal nucleare. La moratoria adottata dal governo tedesco congela la decisione fino a metà giugno, ma la Germania ci sta pensando seriamente. Sarebbe una svolta epocale, nel Paese più industrializzato d’Europa, che potrebbe avere conseguenze anche sull’intera politica energetica del Vecchio continente.
Lo Spiegel ha pubblicato il resoconto di uno studio del Fraunhofer-Institut per l’energia eolica e la tecnica dei sistemi energetici, che fornisce rapporti periodici al governo federale e al ministero per l’Ambiente. «Gli scenari analizzati dagli scienziati», ha spiegato il settimanale, «presuppongono già la rinuncia del governo alla legge sul prolungamento e fissano nel 2025 lo spegnimento dell’ultimo reattore nucleare in funzione».
VIA DALL’ATOMO NEL 2020. Michael Sterner, responsabile del gruppo di lavoro, è stato categorico: «Se tali scenari verranno solo leggeremente adattati alle nuove condizioni, una fuoriuscita dall’energia nucleare è tecnicamente possibile senza grandi problemi già dal 2020». E senza neppure inventarsi rivoluzioni: basterebbe proseguire l’ampliamento dell’accesso alle energie rinnovabili al ritmo seguito finora. (l’articolo su Lettera 43)

Prestigiacomo e il nucleare all’italiana

Il nuovo discorso sull’ambiente in realtà si incentra sulla sicurezza. Tra diverse scelte, l’ecologia si pone come meta finale quella più sostenibile, equa e sicura: scegliere l’ambiente significa scegliere, in momenti di incertezza, la soluzione meno dannosa. La domanda è semplice: a chi dareste in mano la possibilità di decidere sul vostro futuro? Quali parametri vorreste che fossero presi in considerazione nelle difficili scelte su energia, rifiuti, inquinamento, difesa del suolo, economia? Quali scelte scientifiche devono essere prese in considerazione e quali esperti hanno effettivamente diritto di parola nell’indirizzare le scelte della politica?

Un esempio ci viene fornito dal nostro Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo che, colta in un “fuori onda” con Paolo Boaniuti e Giulio Tremonti, ci chiarificava la sua politica ambientale da perseguire all’interno del Governo italiano:

E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla. Si decide tra un mese

Simulazione delle emissioni radioattive di Fukoshima

Questo è il video diffuso dall'Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare francese con la simulazione delle emissioni radioattive della centrale nucleare di Fukoshima nel periodo compreso tra il 12 ed il 20 marzo 2011

 

 

 

A Torino. Come in Francia

Oggi, più che mai, sentiamo l’urgenza di non poter stare a guardare. Urgenza, non catastrofismo perchè le idee per superare i pericoli verificatisi in Giappone esistono. Urgenza di non poter seguire le stesse strade che ci hanno portato a questo modello di produzione che non possiamo riproporre ai nostri figli. Urgenza di superare la coltre di falsi impegni che vediamo tutti i giorni stampati su giornali e cartelloni elettorali. Noi vogliamo far succedere quello che è già successo in Francia dove la novità di Europe Ecologie ha pareggiato i conti con il Partito Socialista Francese (16% dei consensi), ha superato l’idea novecentesca di politica e sta costruendo una nuova speranza politica in Europa. Ecco: noi vogliamo fare come in Francia. (altro…)

Nucleare. Intanto in Germania si mobilitano

Il caso ha voluto che la manifestazione già precedentemente organizzata contro il nucleare, ricadesse nelle ore del triste terremoto/tsunami che ha colpito il Giappone. Intanto il Cancelliere Merkel ha disposto il controllo delle centrali nucleari tedesche di cui è stata allungata la possibilità di esercizio dal 2020 al 2050.

Torino 2011: la sfida del teleriscaldamento

Nel precedente mandato amministrativo della Provincia di Torino, avevamo predisposto un vero e proprio piano regolatore di area metropolitana per lo sviluppo della rete di teleriscaldamento. Per noi, lo sviluppo e l’armonizzazione delle reti di teleriscaldamento, rappresentava una di quelle “misure strutturali” che tutti invocano contro l’inquinamento atmosferico e di cui però nessuno ha idea. La nuova amministrazione comunale deve porsi l’obbiettivo di continuare e realizzare questo progetto, che deve trovare nel programma di centrosinistra un ruolo cardine come politica non solo ambientale ma di sviluppo anche economico e razionalizzazione delle risorse. (altro…)