Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Referendum imbavagliato

Ricevo e pubblico volentieri

Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell’acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche. E’ arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l’argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure. Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui “il servizio pubblico” viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre  riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente. Il referendum è evidentemente anche questo!

Mariachiara Alberton

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Ha ragione Luca

Pare che gli Stati Uniti non sappiano se divulgare o meno la foto di Bin Laden morto.
Pare che sia coperto di sangue con un buco in testa.
Io dico che forse questa foto ce la possiamo risparmiare.
Invitate i direttori di una decina di giornali e fatela vedere a loro.
Noi ci fidiamo.
Tanto, se Bin Laden non fosse morto, ce lo farebbe sapere.
E non è da una foto che potremmo riconoscerlo.
Quella foto rischia di diventare un’icona per troppe persone.
Lasciate stare.
Luca Ciccarelli

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Elezioni e ambiente: la domanda giusta

Sempre per il tema elezioni e ambiente, quando avranno finito un po’ tutti di parlare di legge elettorale, sarebbe interessante valutare non tanto il tasso di ambientalismo delle diverse formazioni, quanto che uso vorrebbero fare degli strumenti che le politiche ambientali pongono a disposizione. Come tentiamo da tempo di proporre, l’ambiente pone a disposizione non solo le risorse grezze, ma un ventaglio di opzioni che vanno dalla possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro alla scelta di politiche economiche quali il passaggio dalle tasse sul lavoro a quelle sulle emissioni e diversi altri strumenti secondo gli sviluppi della scienza economica ambientale. (altro…)

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Washington in marcia per l’energia verde

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USA: lavori verdi per veterani di guerra

(via my green jobs) Un sito – e un’associazione – per aiutare i veterani a trovare lavoro. Lavoro verde, però. Fondato nel 2008, lo scopo di Veterans Green Jobs è quello di offrire un futuro professionale a chi ha smesso i panni del militare fornendo nuove competenze, indirizzi utili o, addirittura, aiutando e sostenendo iniaziative di autoimprenditorialità dei settori delle energie rinnovabili, del riciclaggio e di ogni settore verde. (continua a leggere su my green jobs)

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Gli italiani sensibili ai temi dell’ambiente

(via il Sole24ore) Secondo la ricerca«Revealing the values of the new energy consumer» diffusa da Accenture, gli italiani si dimostrano molto sensibili riguardo all’impatto dei loro consumi energetici sull’ambiente: l’80% di essi, infatti, contro il 69% della media mondiale, si dichiara disponibile ad utilizzare programmi di efficienza energetica per ridurre l’impatto personale sull’ambiente. Ma gli italiani sono anche molto sfiduciati: solo il 14%, crede nella capacità del proprio fornitore di informarli sulle strategie per limitare i propri consumi e i conseguenti impatti sull’ambiente. Questa è la percentuale più bassa tra i 18 Paesi analizzati (29% la media mondiale) ed è persino inferiore rispetto a quella registrata in Italia lo scorso anno (21%).

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Lavori Verdi per Torino: sicuri, sostenibili, non delocalizzabili

Contro la crisi ognuno deve fare la propria parte. Noi continuiamo ad affermare che la politica ambientale offre un’opportunità strategica contro l’attuale quadro economico. Il problema vero è che le proposte “verdi” stentano non solo a decollare, ma sembrano sistematicamente ignorate sia dal mondo politico che da quello economico. A parte qualche vaga dichiarazione, nessuno sembra voler utilizzare la politica ambientale per superare l’evidente impasse economico. Eppure i dati parlano chiaro. Ad esempio il rapporto UNEP (Green jobs. Toward decent work in a sustanaible low- carbon world) documenta un deciso aumento dei posti di lavoro in attività produttive inerenti la diminuzione degli impatti ambientali. (altro…)

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Piemonte Europa Ecologia: volontà politica rinnovabile

A volte capita di vedere immagini al rallentatore di un’automobile che va a schiantarsi ad alta velocità contro un muro. Mentre a velocità reale la collisione fa sembrare immediata la trasformazione dell’auto in un cumulo di lamiere contorte, al rallentatore il processo ci appare nella sua sequenza logica, con le diverse parti che entrano in collisione le une con le altre secondo uno schema comprensibile e prevedibile. Ciò che accade all’ambiente può essere considerato in termini simili. (altro…)

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Stati Uniti: pulire l’aria per combattere l’asma

Negli Stati Uniti non si occupano solo di Bin Laden. Ad esempio si sono messi in testa di tentare di ridurre i ricoveri per le malattie asma-correlate del 50% in 5 anni. Come? Combattendo contro le polluzioni atmosferiche che vengono riconosciute come concausa fondamentale nello scatenamento degli attacchi di questa malattia. In sostanza si riconosce che il controllo dell’inquinamento atmosferico è fondamentale per il controllo dell’asma stessa. (altro…)

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Perchè non eleggere i direttori della ASL?

I liberaldemocratici, nelle ultime elezioni inglesi, avevano lanciato una proposta apparentemente curiosa in fatto di sanità: trasformare i “primary care trust” – i corrispondenti della nostra Asl- in organi elettivi. In realtà l’idea non è così nuova e ne abbiamo traccia  nell’opera di Maccacaro negli anni ’70. Proprio oggi, nel pieno della discussione di deficit sanitari, di critica ai poteri dei Direttori Generali sempre più monocratici, di ingerenze della politica persino nella nomina dei primari degli ospedali, questa proposta non è certamente da scartare. (altro…)

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