(Via Correnti) A Crescentino, in Provincia di Vercelli, il principale produttore di plastica tipo Pet – quello delle bottiglie di plastica e altro ancora per intenderci – sta costruendo una sorta di raffineria per produrre benzina e alcool partendo dall’impiego di cellulosa di legno, scarti agricoli ecc. Chi produce plastica in quantità significativa sul mercato mondiale si sta quindi sganciando dalla dipendenza del petrolio per seguire altre strade. Pare che comunque la “raffineria” sia stata comprata in blocco da una delle grandi multinazionali petrolifere. Ora, non so che impatto possa avere dal punto di vista di vista delle ricadute ambientali questa nuova strada, ma fossi un amministratore pubblico cercherei di andare a vedere di cosa si tratta e di capire se anche nel mio territorio questo tipo di produzione possa avere un futuro. Giusto per capire se un’amministrazione punta sull’innovazione dei prodotti e cerca l’insediamento di nuove produzioni con posti di lavoro annessi. Giusto per capire.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
La tutela dell’ambiente è ormai divenuta una esigenza irrinunciabile che deve essere resa patrimonio comune di tutte le componenti della società civile al di là degli schieramenti politici di appartenenza. Per questo ho apprezzato il suo richiamo a considerare l’ecologia e la tutela dell’ambiente come questione che riguarda tutti i Paesi e la generalità dei cittadini. Spetta quindi a tutte le forze politiche sensibilizzare la pubblica opinione e formulare, all’interno di definiti ordini di priorità, proposte credibili e lungimiranti, capaci di superare impostazioni troppo legate alla contingenza del momento. Sono certo che dalla vostra Assemblea, che si propone di superare frammentazioni e divisioni ideologiche negative per la causa ecologista, verranno in questa direzione proposte utili a rafforzare una piena e diffusa coscienza ambientale, in grado di fronteggiare i problemi di una società industriale matura come quella italiana.
Giorgio Napolitano alla Costituente Ecologista – maggio 2011
Certamente è ancora troppo presto. Il nuovo sindaco di Torino non si è ancora insediato e le emergenze che lo tireranno per la “giacchetta” saranno molte: difficile capire cosa Piero Fassino vede affaciandosi sul ponte di comando della nave appena consegnata. Comunque, dalle scarne battute che i giornali riportano dobbiamo segnalare la scomparsa dei temi ambientali dall’agenda delle priorità. E ce ne dispiace. Sapevamo che i maggiori partiti della coalizione considerano i temi dell’ecologia come semplici punti di programma senza particolari urgenze e questa era la differenza che abbiamo proposto agli elettori: pensiamo che proprio attraverso una nuova consapevolezza di questi temi si possa uscire da una crisi tutt’altro che alle spalle. La scomparsa poi di una lista ecologista dal consiglio comunale, poi, non aiuta certo, ma tant’è. Dal nostro punto di vista l’attenzione però non scema e continueremo a incalzare la nuova amministrazione tentando di proporre i contenuti di una “svolta Green” nell’agenda politica cittadina. Da qui ripartiamo, senza sconti. Eh già, sembrava la fine del mondo, ma siamo ancora qua…
Comunque vada, pochi o molti, grazie per aver votato Piemont Europa Ecologia. Grazie perchè non è facile fa conoscere un simbolo nuovo e comprendere cosa si muove all’interno di una nuova esperienza che continuerà nella Costituente Ecologista per una nuova idea di come “fare” ambiente. Ma ora viene comunque il bello perchè l’impegno non si spegne ma si attiva per i referendum che, speriamo, voteremo a giugno. Da certi punti di vista il traguardo è persino più importante e potrebbe davvero causare cambiamenti del nostro “stile” vita: pensate all’acqua privatizzata, al nucleare che taglia le gambe alle energie rinnovabili ed a un Paese “legittimemente impedito”. Nuovi impegni, dunque, e nuove energie di cui abbiamo bisogno tutti e a cui invitiamo tutti…
Un aspetto che continua a rimanere in ombra in questa campagna elettorale è quello della salute. Se da una parte è vero che il Comune non ha reposnsabilità dirette nella gestione delle cose sanitarie, rimane pur vero che il Sindaco è la più alta autorità con responsabilità anche dirette sulla salute dei cittadini. In sostanza determinate scelte sulla salute dei cittadini vedono il Sindaco come interlocutore privilegiato, sia nel momento in cui sono imposte dall’Autorità regionale sia in fase propositiva, dove il Sindaco preso atto dello stato di salute dei propri cittadini, delle diseguaglianze dei risultati di cura nelle diverse zone della città, delle diverse esposizioni a rischio immediate o diluite nel tempo, può concertare gli interventi da fare. Particolarmente interessante, infatti, rimane un risultato che la scuola torinese di epidemiologia ha a lungo ed intensamente studiato nella nostra città e cioè la differenza dei risultati di salute nelle diverse zone della città e le cause che determinano queste ineguaglianze. (altro…)
Mi spiego. Se una politica vuole essere efficiente il suo risultato deve prevedere benefici superiori ai costi totali. A loro volta se questi costi e benefici fossero distribuiti in parti eguali, tutti ne trarrebbero un vantaggio e dunque verrebbe accettata. Nella realtà è difficile che si verifichi ciò e sembra che per la matrice ambientale questo risulti quasi impossibile.
Risulta esperienza comune che i miglioramenti dell’ambiente recano benefici a moltissime persone, mentre i costi, obbiettivamente subito visibili, ricadono per lo più su un gruppo ristretto, ad esempio sulle imprese come anche su alcuni tipi di consumatori.
Il problema centrale è quindi di natura distributiva. Teniamo conto che la natura del problema può ingenerare danni o esternalità supplementari, come avviene in altri campi come quello ad esempio sanitario. Potrebbe semplicemente verificarsi il caso mistero che forze economiche organizzate possano esercitare azioni di lobbing “investendo” risorse in quantità direttamente proporzionale ai costi che si vorrebbero evitare. Ciò può provocare almeno due fattori negativi: il blocco di politiche ambientali maggiormente rispondenti al criterio dell’efficienza e la sottrazione di risorse ad attività in grado di aumentare il benessere sociale.
Sia chiaro che la corretta rappresentazione degli interessi in campo è legittima e positiva. Il problema rimane il corretto governo di tutti gli interessi e la costruzione di criteri di valutazione dell’interesse generale, che per inciso a livello secco di economia è il cosiddetto benessere sociale.
Ancora una volta risulta difficile lasciare alle sole forze del mercato la risoluzione del problema. Solamente lo sviluppo dell’azione pubblica, e non il suo ridimensionamento, può comporre tali problemi di natura distributiva.
Non poteva essere altrimenti: Piero Fassino ha dichiarato di sostenere i 2 Sì al referendum sull’Acqua che si svolgeranno a giugno, sottolineando che ”l’acqua non è un bene di scambio, bensì bene d’uso pubblico che va difesa da chi governa”. Questo a mio avviso è un risultato importante arrivato anche grazie alla presenza degli Ecologisti di Piemont Europa Ecologia nella coalizione di centrosinistra che ha raccolto la sensibilità ai temi dell’ambiente. La battaglia non finisce comunque qui: bisognerà difendere la natura totalmente pubblica della SMAT e il sistema democratico delle scelte assunte da tutti i Comuni attraverso l’Assemblea dell’Autorità d’Ambito. L’acqua di Torino, infatti, è patrimonio comune di un’area più vasta rispetto ai confini daziari della città che va amministrata tenendo conto anche delle richieste che provengono dai territori da cui sorge, senza indulgere a richieste di possesso da parte di nessuno. Piemont Europa Ecologia vuole rappresentare anche nel nuovo Consiglio del Comune di Torino questa sensibilità e per questo chiede a tutti un voto per dare più forza al progetto di protezione del nostro territorio attraverso, sempre, il metodo dela democrazia partecipata.
(via QualEnergia e PiemontEuropa Ecologia) Il quarto conto energia per il fotovoltaico è stato firmato venerdì e in questi giorni gli operatori del FV italiano e gli investitori stranieri stanno sezionando le circa 40 pagine del decreto (disponibile qui) per capire come funzioneranno le novità introdotte e che conseguenze avranno sul mercato. Qualenergia.it lo ha chiesto a Davide Chiaroni dell’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, uno degli autori del Solar Energy Report, uno degli studi più recenti e importanti su mercato e filiera del solare in Italia (Qualenergia.it, Fotovoltaico, una filiera nazionale in crescita).
Professor Chiaroni, iniziamo con un giudizio sintetico su questo quarto conto energia …
La direzione generale è quella di favorire gli impianti di piccole dimensioni o quelli su tetto sotto al megawatt. L’obiettivo del governo era evidentemente limitare la proliferazione di grandi centrali. Si privilegia dunque la distribuzione di impianti di taglie piccole e medie e le soluzioni industriali basate sull’autoconsumo.
La riduzione delle tariffe stabilita continuerà a garantire una buona redditività, anche in relazione all’andamento dei costi?
Mentre per le taglie più piccole la profittabilità resta buona, come ci si aspettava, i più colpiti sono gli impianti grandi. Già nel terzo conto energia la redditività di queste taglie era stata abbastanza ridimensionata, costringendo ad abbassare i costi per far sì che l’investimento restasse profittevole. Da dicembre 2011, secondo i nostri calcoli, perché i grandi impianti a terra restino redditizi si dovrà scendere al di sotto dei 1.800 euro a kW installato.
Ce la si può fare? (altro…)