Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Verso Nord: il punto.

di Alessio Vianello, portavoce di Verso Nord

Un anno fa, il manifesto di Verso Nord è nato sull’emozione di una domanda chiara e semplice: l’Italia è ancora un paese dove poter immaginare il futuro dei nostri figli? Un’anno dopo, constatiamo che l’analisi fatta allora è confermata drammaticamente in questi giorni e che una risposta positiva ancora non ci può essere. (altro…)

Ticket sanitario: il Ministro richiama il Piemonte

Certamente fa un po’ impressione l’esitazione del governo regionale del Piemonte di fronte ai ticket sanitari. Da un lato ci pensa il Ministro della Salute Fazio a chiarire due cosette che dovevano essere già chiare agli amministratori piemontesi: da un lato ogni regione dovrà far fronte da sola all’eventuale rinuncia all’applicazione, dall’altra viene chiarito come le Regioni che stanno attuando un piano di rientro concordato per ripianare il deficit non potranno abolire il ticket. I rimedi suggeriti dimostrano anche lo stato confusionale di chi elargisce consigli per la cura del problema. (altro…)

L’Italia del futuro va Verso Nord

Oggi a Mogliano Veneto l’assemblea organizzata da Verso Nord a un anno di distanza dalla fondazione del Movimento.

Ridurre i costi della politica e coltivare una nuova classe dirigente votata alle riforme: questi sono i punti fondamentali dell’unico programma possibile per rilanciare il futuro del Paese. Gli esponenti di Verso Nord si riuniscono a Mogliano Veneto per tracciare le prospettive del movimento ormai radicato in tutto il nord e pronto ad allargarsi in altre regioni del centro. Secondo Alessio Vianello, portavoce del gruppo, “serve uno scatto di senso civico e di partecipazione democratica per costruire una nuova offerta politica per i tanti moderati delusi dal fallimento della seconda repubblica”. L’obbiettivo è chiaro: “Dobbiamo imporre l’agenda delle riforme, unico vero strumento per una rinascita economica e sociale del Paese”. Diego Bottacinsi sofferma su quanto di buono fatto nell’ultimo anno: “Un anno di attività molto intenso che ha confermato le analisi fatte alla nascita del movimento. La situazione politica attuale sta sicuramente giungendo al termine e c’è il bisogno di dare avvio quanto prima a una stagione completamente nuova”.

Ricordiamo che l’incontro è in programma oggi, venerdì 15 luglio, alle ore 17.00 nella sala convegni del MOVE hotel a Mogliano Veneto (TV).

(via verso nord)

Ticket sanitario: cosa succederà in Piemonte?

Cosa ne pensa il Governo della Regione Piemonte sui ticket sanitari? La domanda non è oziosa, perchè in realtà la norma ormai in via di approvazione sull’imposizione di contributi alle prestazioni sanitarie lascia la possibilità alle Regioni di far pagare il ticket intero, di distribuirlo in diversi miniticket o di non farlo pagare recuperando risorse da altri capitoli. L’Importante per il Governo Bossi-Berlusconi è che le Regioni si accollino la spesa sanitaria scaricando lo Stato: forse un nuovo modo di intendere il federalismo fiscale. Per ciò che attiene il Piemonte il ticket sulle visite specialistiche vale circa 29 milioni di Euro come ci informa il Sole24Ore e su queste cifre bisognerà ragionare in Piazza Castello. Nulla però ci è pervenuto sulla volontà del Governo Regionale del Piemonte in merito. Una decisione che può nascondere una partita più articolata e che tocca il nodo della sanità privata. Sono diverse, infatti, le considerazioni che giungono da diverse parti sull’eventuale regalo che questa norma potrebbe fare ad una strisciante privatizzazione sanitaria. Se la norma non verrà congegnata in modo perfetto, si potrebbe verificare il caso che il superticket si assommi alla franchigia e quindi si potrebbe arrivare ad evitarlo pagando solo la franchigia al privato ed eseguendo esami e valutazioni specialistiche nel privato. Senza nessun livore “pubblicistico” balzerebbe comunque immediato all’occhio una distorsione del “mercato” sanitario a mio avviso insostenibile e soprattutto svantaggioso per chi non possiede redditi “forti”. La risposta sulla volontà di normare in Piemonte questa nuova tassazione non è quindi “neutra”, ma potrà farci capire quali siano le linee guida del Governo verde-blu sulla salvaguardia delle prestazioni pubbliche e quali idee esistono in merito al rapporto pubblico-privato in sanità

Carbon tax: l’Australia crede all’economia verde

Sta per iniziare un grande esperimento di economia ambientale: l’introduzione della carbon tax in Australia, una tassa sulle emissioni di anidride carbonica che andrà a colpire i 500 maggiori gruppi inquinanti di quel Paese. Dopo le esperienze parziali e poco convinte europee, questa può definirsi l’intervento più ambizioso a livello mondiale da osservare senza dubbio con molta attenzione. Si passa cioè per la prima volta dalla teoria alla pratica, e questo in un Paese che ha indici di inquinamento molto alti dovuti fondamentalmente alla dipendenza energetica dal carbone (soprattutto per la produzione di energia elettrica) e che è responsabile di circa l‘1,5% delle emissioni mondiali di gas serra. (altro…)

Misure di compartecipazione sanitaria ovvero il doppio ticket

Vedremo se le manterranno, ma alla voce “misure di compartecipazione all’assistenza farmaceutica e sulle altre prestazioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale, rimangono ad oggi i nuovi ticket sulle prestazioni sanitarie che saranno attivi dal 2014. Dentro c’è un po’ di tutto: dai ricoveri ospedalieri, alle prestazioni radiologiche, dalle visite specialistiche ai farmaci e via discorrendo. Ma il punto odioso di questo provvedimento è che tali pagamenti per prestazioni si sommerebbero a quelli già presenti in alcune Regioni, arrivandosi quindi ad un doppio ticket peraltro diverso nelle varie Regioni. Dal punto di vista dell’economia sanitaria sono diversi gli studiosi che hanno analizzato l’impatto sul risparmio sanitario con il risultato di non considerarli dei calmieratori di spesa pubblica, ma anzi in diversi casi dei moltiplicatori di spesa. oltre infatti alle diversità che si creerebbero sul territorio nazionale, spicca la considerazione che l’introduzione di questa tassa provocherebbe, man mano che si scende dalle famiglie con maggior potere d’acquisto a quelle con maggiori difficoltà, ritardi di diagnosi e difficoltà maggiore d’accesso alle prestazioni sanitarie con un supplemento successivo di spesa sull’intera comunità data dalla necessità di assistere persone con stati più avanzati di malattia e con necessità di maggiori tempi di ospedalizzazione e di cure. Resta il fatto che la nuova norma permette comunque la possibilità, per le Regioni che prevedono già un Ticket, di adottare provvedimenti di riduzione delle “misure di compartecipazione”, purchè venga assicurato comunque l’equilibrio economico-finanziario attraverso misure “alternative” .

Berlusconi, Scilipoti ed il futuro dell’Italia

Potrebbe considerarsi come una semplificazione. Però molti di noi si battono per lo sviluppo della conoscenza scientifica, economica e via discorrendo perchè credono, tra l’altro, che questo possa portare ad una vera crescita non solo del nostro Paese, ma di tutto l’orbe terracqueo. Credono che non si comprenda il mondo che ci gira intorno senza tentare di capire come è fatta una molecola, come reagiscono gli antibiotici con i tessuti, come sono fatti i più recenti materiali che cambieranno la nostre possibilità. Credono che sia necessario sfidare la comprensione della struttura del nostro cervello, perchè anche così si potrà combattere l’abbandono dei nostri ragazzi dalle scuole e dare loro più strumenti per navigare nel mare del mondo che probabilmente non è più complicato, ma solo più complesso. Eppure chi dovrebbe avere il potere di indirizzare la nostra società verso un futuro più ampio, ricco di possibilità, più avanzato, trova il tempo di andare a promuovere quella cosa lì che è nella fotografia. (E non che dall’altra parte si stia molto meglio).

Bot a doppio taglio

L’ “affare” dei Bot mi sembra ben spiegata da Giuliano Ballestreri su Repubblica di oggi. Se sono un piccolo investitore e voglio investire in titoli di Stato diciamo 10.000 €, oggi avrei un rendimento di circa 152 € netti l’anno. Dopo il decreto il rendimento scenderà a circa 66 € e nel 2013 scenderà ancora a circa 37 €, Il “paradosso” è che se io investissi più soldi, perderei di meno. Ad esempio se investo oggi 25.000 € oggi avrei una resa di circa 346 €, dopo la manovra vedrei scendere il guadagno a 346 € e nel 2013 a 316 €. Sopra i 50.000 € mi andrebbe ancora meglio, con una evidente sperequazione tra chi può investire di più e chi di meno. La manovra però è davvero curiosa perchè i titoli di Stato, da sempre, sono lo strumento principe per finanziare i debiti dello Stato. Quindi va da sè che si assisterà alla fuga dei propri finanziatori. Per il governo poco importa, perchè la mossa serve solo al breve periodo, dopo vedrà chi avrà i cordoni della borsa cosa fare. Comunque, per non dar troppo fastidio, nessuna azione verrà intrapresa sulle rendite finanziarie che attualmente, se non vado errato, vengono tassate al 12,5 % mentre in Europa veleggiano stabilmente oltre il 20 %. Meglio cioè non distinguere tra chi investe i propri risparmi sui debiti dello Stato e chi specula in Borsa. Misteri del liberalismo tremontiano

Sviluppo: l’Italia reticente di fronte all’Europa

In tempi di approvazione della Finanziaria conciliare il rigore con la crescita è senza dubbio una preoccupazione che gli italiani hanno ben presente. Sempre più spesso, inoltre, sentiamo i richiami dell’Unione Europea come un cappio che sembra limitare la nostra libertà d’azione e, a tratti, come responsabile stessa delle nostre difficoltà. Chiaramente non è così e addentrandoci un po’ meglio tra le pieghe del nostro rapporto con Bruxelles scopriamo anche qualche strumento utile che viene poco reclamizzato ma che ci potrebbe far comprendere meglio la “visione” a cui gli stati fratelli tendono per descrivere cosa pensano delle proprie carenze e dove vorrebbero andare. Dario Di Vico oggi sul Corriere della Sera ci da questo tipo di informazione parlando dei “Piani Nazionali di Riforma” (Pnr) che stanno sostituendo la strategia di Lisbona e che i diversi governi devono presentare annualmente dichiarando le riforme che ritengono necessarie con i relativi dettagli sulle manovre, sui tempi e sui controlli da adottare. Per non parlar male del nostro Paese, può essere utile un semplice esercizio e cioè andare a vedere cosa pensano di mettere in pratica i più importanti Paesi europei e da lì lasciare al buon cuore di ognuno di noi il giudizio. (altro…)

Legge elettorale: contrordine, compagni!

In sostanza sta succedendo questo: qualcuno, all’interno del Partito Democratico, vorrebbe proporre un referendum per la modifica della legge elettorale. Dopo qualche giro di opinioni diversi maggiorenti dello stesso Partito, compresa la sua Presidente, pensano che l’idea poi non sia così male. Comunque ci pensa il Segretario dello stesso Partito a rimettere le cose a posto: “Mi stupirei se i dirigenti del Pd promuovessero un referendum” dice – “il Pd non promuove referendum, perché si tratta di strumenti della società civile. Il Pd può appoggiare un referendum, ma non promuoverli se vogliamo avere un buon equilibrio tra partiti e società civile”. Appunto. Ma è triste.