Non è solo un problema di sicurezza, ma anche di adeguamento tecnologico e prospettive future se il nucleare sta segnando il passo in Europa con l’uscita da questo tipo di produzione di Svizzera, Germania e Giappone. Anche la Siemens ha rinunciato ad impegnarsi in questa produzione. Comunque oggi la realtà è quella segnalata dall’Autority europea, con bassi margini di sicurezza anche per il nostro, confinante, Paese. Leggi l’articolo su Repubblica
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Ognuno può scegliere di risolvere i problemi che vuole per far in modo che il nostro Paese esca dall’empasse in cui si è cacciato: vedi la Lega con il secessionismo, il Pdl con le intercettazioni, il Pd con l’ossessione di Berlusconi e via discorrendo. Personalmente sceglierei di dedicare una particolare attenzione ai rapporti di pagamento tra le Piccole-medie imprese e le amministrazioni pubbliche. La Confapi ha denunciato un allungamento dei tempi ormai in media vicino all’anno, che penalizza il tessuto delle nostre aziende, che sono praticamente tra i primi datori di lavoro nel nostro Paese, non solo rispetto alla concorrenza internazionale, ma anche sulle possibilità di rstare in piedi. Ricordiamo quali sono i tempi di pagamento oltreconfine: 19 giorni in Gran Bretagna; 65 giorni in Spagna; 2 giorni in Francia; 11 in Germania e con una media europea di 27 giorni (fonte il Sole24 Ore). Come denunciato dallo stesso studio Confapi riportato da Giovanni Parente:«La principale conseguenza di questi ritardi è la mancanza di liquidità nelle casse delle imprese fornitrici. Ne consegue, anzitutto, la difficoltà nell’onorare i pagamenti ai propri fornitori e, in subordine, l’impossibilità di porre in essere gli investimenti necessari senza dover ricorrere a forme di finanziamento. Il ritardo dei pagamenti della Pa trasferisce infatti alle imprese fornitrici il problema di liquidità del settore pubblico». Il problema ha poi una coda velenosa data dalla necessità delle imprese di dover ricorrere alle banche per ottenere prestiti con cui saldare le proprie spese, determinando una spesa extra che si aggira sui 1.9 miliardi di euro l’anno.
E quindi? Nicola Rossi, che sarà presente il 22 settembre a Torino al Convegno di Piemonte al Centro all’Hotel Ambasciatori, sta studiando una proposta di legge bipartisan per risolvere la questione, anche attraverso il recepimento della norma comunitaria che impone tempi certi e rispetto degli obblighi verso i fornitori da parte dei committenti pubblici. Queste sono le cose che ci aspettiamo vengano fatte da chi abbiamo mandato in Parlamento.
Questa settimana l’Economist ha pubblicato dei dati da far rabbrividire chiunque avesse un po’ di senso del bene pubblico, di senso del futuro. Non solo la disoccupazione giovanile in Italia è ai massimi storici, a circa il 30%. Non solo i giovani e gli adulti non anziani hanno in maggioranza un lavoro precario e sono i primi a esser licenziati in qualsiasi azienda pubblica o privata. La conseguenza terrificante di questo processo è che l’Italia è il paese dell’OCSE con il maggior numero di giovani tra i 15 e i 24 anni che non fanno nulla, i cosiddetti “scoraggiati”
Continua a leggere su Italia Futura l’articolo di Marco Simoni
Alcuni tratti comuni sono comunque rintracciabili nelle campagne elettorali dei due favoriti: l’attenzione alle riforme economiche fondate sullo sviluppo delle energie rinnovabili e gli investimenti prioritari su educazione e sanità oltre all’accento sullo sviluppo della cultura come motore della ripresa sembrano far maggiore presa nel nord Europa rispetto ad una campagna di proposte liberiste cavalcata dalla destra in entrambi i casi legata strettamente ad una estrema xenofoba e razzista. D’altra parte proprio lo sganciamento della sinistra riformista dalle ali radicali sembra essere gradito dagli elettori tedeschi e danesi che non si lasciano peraltro distrarre nè dall’omossessualità del sindaco di Berlino (ditelo a D’Alema che magari ci ripensa) nè dal fatto che la Thorning-Schmidt sia moglie del direttore del Forum Economico Mondiale in Svizzera e indossi abiti costosi che le hanno fatto guadagnare il nomignolo di Gucci Helle. In Germania si attende anche il test dei Verdi che dopo il boom di qualche mese fa, sono dati in calo e il polso della crisi che sta attraversando la CDU di Angela Merkel che ha perso in pratica le ultime sei elezioni regionali.
(via Italia Futura) Oggi i rappresentanti di sette diverse organizzazioni culturali, sociali e politiche – tra cui Italia Futura – espongono al governo UE i motivi per cui il regime di apartheid fra protetti e non protetti che caratterizza il tessuto produttivo italiano deve considerarsi incompatibile con l’ordinamento comunitario.
Tutti a tempo indeterminato, a tutti le protezioni essenziali, ma nessuno inamovibile; e a chi perde il posto un robusto sostegno economico e investimento sulla sua professionalità, in funzione della rioccupazione più rapida possibile. Di tutto questo nella manovra-bis varata con il decreto-legge di Ferragosto non si trova nulla. L’obiettivo della nostra iniziativa è costringere il Governo e il Parlamento italiani a ridisegnare un diritto del lavoro capace di applicarsi veramente ad almeno 18 milioni e mezzo di lavoratori sostanzialmente dipendenti, e non soltanto a 9 milioni, come accade oggi. (altro…)
Questa faccenda della casta e dell’anticasta sta diventando un trabocchetto. Le caste esistono eccome, ma rimane singolare l’approccio che vediamo tutti i giorni nella nostra vita quotidiana al problema. La sensazione che traggo immerso nella mia professione è che, molto spesso, chi si indigna per soprusi e privilegi, se fosse messo in condizioni di aver gli stessi strumenti li userebbe senza grandi ripensamenti. Perchè le caste in Italia sono tante e spesso il tiro al piccione che viene fatto verso i politici tenta solo di spostare il bersaglio da sé stessi. Dirigenti pubblici, avvocati, giornalisti, medici, uomini di spettacolo e di sport condividono la stessa natura di parlamentari e governanti e infettano il normale vivere civile allo stesso modo. Forse è davvero una questione di approcci, perchè se ognuno di noi limitasse il privilegio, grande o piccolo, che l’appartenenza alle mille caste riesce a far fruttare, si prosciugherebbe l’humus che continua a nutrire il privilegio stesso. (altro…)
Piemonte al Centro inizia la sua attività con un evento pubblico che si terrà Giovedì 22 Settembre presso l’Hotel Ambasciatori in C. Vittorio Emanuele II 104 a partire dalle ore 18.00. Coordinato dall’europarlamentare Gianluca Susta, l’evento vedrà gli interventi del Sen. Nicola Rossi che ha presentato gli emendamenti alla finanziaria ed elaborato la “contromanovra” di Italia Futura; del Prof. Luca Ricolfi sociologo ed editorialista politico, di Carlo Calenda collaboratore di Luca di Montezemolo e presente nel board di Italia Futura. Piemonte al Centro, associazione politica facente parte della rete di Verso Nord ispirata da Massimo Cacciari e in stretta colaborazione con Italia Futura, si inserisce quindi nel dibattito politico-economico con proposte ancorate alla dimensione europea, ineludibile come continuamente segnalato dagli osservatori politici di diversa scuola e tendenza politica e mantenendosi particolarmente vigile alle ripercussioni sul nostro territorio delle diverse soluzioni dibattute. Porterà il suo saluto Piero Fassino, Sindaco della Città di Torino.
Si sono costituiti ieri i comitati promotori di Piemonte al Centro, movimento politico e culturale che ha sede in via San Secondo 7bis a Torino.
Piemonte al Centro si organizza innanzitutto per sconfiggere la Destra di governo irrispettosa dei più elementari principi liberali e costituzionali oltre che incapace di affrontare i problemi concreti del Paese. Vuole anche lanciare una sfida all’attuale Sinistra per costruire un’alternativa credibile, affidabile e praticabile a chi oggi governa.
Come dice il nome, questa associazione vuole riportare la politica “al centro” dell’attenzione civile dell’Italia e si sente vicina alle analisi culturali e alle proposte politiche che stanno maturando, grazie al lavoro di altre associazioni come Verso Nord e soprattutto Italia Futura.
Il primo appuntamento che Piemonte al Centro dà ai cittadini è il convegno “Più Europa per uscire dalla crisi”. Che si terrà giovedì 22 settembre (ore 18,30) nel salone dell’Hotel Ambasciatori di Torino.
Interverranno il senatore Nicola Rossi, economista, il professor Luca Ricolfi (editorialista La Stampa), Carlo Calenda, manager, braccio destro di Luca Cordero di Montezemolo in Italia Futura.
(comunicato Stampa)
Volendo, anche i servizi sanitari possono semplificare la vita dei cittadini. Basterebbe prendere a modello quello che sta succedendo in Veneto, dove la Giunta Regionale ha eliminato 23 certificazioni non ritenute più utili. Molte norme, infatti, hanno negli anni subito varie risistemazioni nazionali ed europee che generano doppioni mai però abrogati. In questo modo certificati come quello di sana e robusta costituzione, per la vendita di generi di monopolio o di possesso di requisiti per il commercio dei surgelati non hanno più ragione di esistere e non verranno più richiesti; almeno in Veneto. Riforme quindi a costo zero che potranno far risparmiare tempo e risorse alle persone che potranno essere impiegate per problemi più importanti e ne semplificheranno la vita. Basta poco, in realtà.