Se è vera la storia riportata oggi da “Lo Spiffero” che la consulenza al manager della GTT di 160 mila € non può essere assegnato per norme di legge, a maggior ragione a questo punto sia il beneficiario che il CdA farebbero meglio ad andarsene in buon ordine visto che non conscono nemmeno le norme che regolano il funzionamento dell’Azienda in questione. Un buon esempio davvero di management…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Tom Dealessandri, vicesindaco di Torino, è davvero persona degna di rispetto e di stima. Ho avuto occasione di lavorarci insieme e mi sento di affermarlo per averne avuto esperienza diretta. Non sono però d’accordo con lui quando difende l’indifendibile. Dire che affidare una consulenza – non il posto da amministratore delegato – per 160 mila euro all’anno che andranno a sommarsi ad altri 90 mila euro annuali è corretto non sta nè in cielo nè in terra. (altro…)
Ho un certo retrogusto amaro per quello che è successo a Roma. Soprattutto per uno spezzone di video che ho visto in televisione oggi. Premetto che sono d’accordo con chi definisce delinquenti quattro provocatori vestiti di nero che bruciavano qulasiasi cosa trovassero davanti al loro cammino. A casa mia si chiamano semplicemente fascisti e basta questo per chiudere l’argomento. Sono anche d’accordo con chi difende la libertà di manifestare, cosa che, se è stata scritta sulla nostra Costituzione, un valore l’avrà pure. Ma l’amaro in bocca mi rimane per l’immagine di una signora che si disperava vedendo bruciare la propria auto. Non era chiaramente una Maserati e la signora chiedeva chi la ripagherà di quella auto che per lei, verosimilmente, significava molto. Sembrerà una cosa minima, un effetto collaterale inevitabile del corso delle cose. Nessuno però riusciva a dare una risposta alla domanda di quella signora. L’immagine è stata riproposta anche durante i commenti di personaggi del mondo politico, dei media, dello spettacolo e altre cose del genere che continuavano a sproloquiare su diritti, doveri, mondi possibili o meno, pacifismo, governo, mondializzazione, condanne e via discorrendo. Devo dire, guardando meglio le immagini, che gli unici che hanno tentato di “mettere una pezza” sono stati due poliziotti che hanno dapprima tentato di spegnere l’incendio e poi si sono comunque presi cura, per quel che potevano, della signora. Ecco l’immagine plastica della giornata: una donna con una vecchia auto bruciata (di cui il valore effettivo d’uso non sarà risarcito da nessuna assicurazione) assistita da alcuni poliziotti a cui la recente finanziaria ha ridotto, nei fatti, lo stipendio di un centinaio di Euro al mese. Tralascio altre cosette accessorie sull’atteggiamento di altri che partecipavano alla scena, ma continua a picchiarmi come un chiodo la domanda: chi risarcirà quella signora (e quei poliziotti)? Quando penso ad una nuova politica moderna, fuori dagli schemi, diversa penso ad una politica che riesca in qualche maniera a rispondere alla domanda di quella signora. Sembrerà minimalismo, ma non lo è. Il resto è infatti vecchia politica con tutta una serie di personaggi che hanno recitato un copione già noto e perfettamente riproposto che chi ha qualche anno sul groppone conosce bene con un finale chiaro: prendersi la propria fetta di popolarità, il famoso quarto d’ora di notorietà di Wharol, permettendo poi alle diverse divinità politiche di poter ancora una volta farsi inondare dai riflettori televisivi. Continuerò a rimanere minimalista, ma la vera inovazione politica, oggi, sarebbe quella di dare una risposta chiara e completa a quella signora, una risposta anche controcorrente ma precisa, comprensibile, mettere quella signora al centro delle nostre preoccupazioni. Il resto è solo noia da fighetti.
Da sempre siamo più appassionati a capire cosa succede nel sistema nervoso produttivo del nostro territorio, rispetto al piccolo cabotaggio di magagne e prebende d’oro che in questi giorni stanno agitando Palazzo di Città a Torino. Che vengano riciclati e garantiti i vertici di Amiat o GTT è davvero un semplice problema politico che riguarda persone che permettono questo malcostume ed altre che ne usufruiscono. Queste persone usino quindi gli strumenti a loro disposizione e agiscano di conseguenza: noi, la prossima volta non daremo appelli quando sarà l’ora di valutarli e di mandarli a casa. Ciò che invece ci interessa veramente sono i movimenti nel mondo FIAT, che alla fine si possono riassumere nella completa perdita di centralità di Torino: la Fiat-Chrysler è una nuvola più compatta di quello che si pensi che sta velocemente omogeneizzandosi nei modi e nelle strategie di produzione con la testa pensante ormai fuori dall’Italia e con uno standard davvero globalizzato ed unificante dal Brasile agli Stati Uniti passando per Melfi. (altro…)
Il messaggio della giornata politica di oggi è che ci sarà un altro piccologiro di giostra. Non credo particolarmente lungo, ma comunque qualche mese per sistemare diverse cosette che non sono ancora a posto, sia nella maggioranza che nell’opposizione. Il governo “tecnico”, poi, è nei fatti tornato nelle tasche di chi l’aveva proposto e lo scenario vedrà i diversi navigli schierarsi in mare aperto e puntare le bocche da fuoco in direzioni quantomeno inaspettate, forse in un tutti contro tutti. Questo è il dato consegnatoci oggi e sta a noi ora capire cosa fare. Le opzioni infatti sono diverse e nelle diverse banchine c’è un gran via vai di persone che non sanno bene quale imbarco scegliere, una specie di “ammuina” dove chi è sopra corre sotto, chi a poppa va a prua, chi è sotto va a babordo in una confusione che, a ben guardare, sembra comunque abbastanza ben organizzata. (altro…)
L’ambiente non ha appeal: tagliato di fatto dagli aggiustamenti in Finanziaria non possiede più di fatto un “portafoglio” passando da 1,3 miliardi del 2008 a 120 milioni di € nel 2012. Nemmeno i media prestano più attenzione ad un Ministero ormai in ginocchio e nessuno saprà quindi che il Piano Bonifiche, la gestione dei parchi nazionali e riserve marine, la mobilità sostenibile, la lotta contro l’inquinamento atmosferico e via discorrendo non saranno ne fatti linee d’azione del Governo di Centrodestra presieduto da Silvio Berlusconi. Il danno è grave e sa anche un po’ di beffa, ma per dirla proprio tutta non sarei sicuro che governi di altro segno non avrebbero comunque diminuito le risorse di un settore visto sempre un po’ con fastidio ed accondiscendenza; anche a sinistra. Che fare quindi? (altro…)
Esistono diversi modi per innovare la politica. A volte per trovare buone risposte, basta semplicemente fare la domanda giusta e, se è possibile, trovare qualcuno che non parli a vanvera ma che che possa davvero aiutare a compredere come vanno le cose, magari anche capire come cambiare le cose. Così, invece di perdersi in piccole “baruffe chiozzotte”, succede che qualcuno si ricordi che il 9 novembre ricorre l’anniversario della caduta del muro di Berlino e inizi a chiedere in giro quali altri muri ci restino da abbattere. Semplice e intelligente
«La protesta dei giovani indignati è per molti aspetti comprensibile. Non c’è dubbio che il problema dei giovani oggi sia ‘il’ problema di questo Paese». Così Luca Cordero di Montezemolo Presidente di Italia Futura, ha risposto alle domande dei giornalisti a margine di un convegno organizzato dall’Associazione sul tema della sanità.
Un giovane su quattro, ha ricordato Montezemolo, « oggi non ha lavoro e la non crescita colpisce proprio i giovani. Sento tanto parlare di problemi dei giovani e di precariato, ma poi non vedo delle azioni tendenti ad affrontare veramente questo problema. La questione giovani rappresenta un tema fondamentale e dobbiamo affrontarlo poichè un Paese che non investe nei giovani è un Paese che si assume una grandissima responsabilità verso il futuro». Dall’altro lato, ha rilevato Montezemolo, « auspico che i giovani, che sono già straordinariamente impegnati nel volontariato, si avvicinino di più alla politica, nel senso di cosa pubblica. Questo perchè il futuro è loro e devono dare un contributo».
(di Francesco Bonami via Italia Futura)
Nessuno ha il coraggio di dirlo, nemmeno noi, ma diciamolo. È arrivato il momento di ripartire da zero. L’Italia è come uno schermo di un computer congelato dove continua a girare la rotellina multicolore ma nulla si muove e qualsiasi tasto uno prema non succede nulla di nulla. La rotellina multicolore è la politica italiana, il governo ma anche l’opposizione. Stanno girando a vuoto nella speranza che qualcosa all’improvviso si sblocchi.
I tasti che sempre più forsennatamente premiamo sono quelli dei soliti luoghi comuni. Il tasto del ricambio generazionale. Il tasto di una nuova classe politica. Il tasto dello scandalo. Il tasto della magistratura. Il tasto del conflitto d’interessi. Il tasto dei sindacati. Il tasto della rottamatura etc. etc. (altro…)