Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Scuole chiuse a Torino lunedì 7 novembre

Scuole chiuse lunedì 7 novembre a Torini. Il sindaco Piero Fassino ha firmato l’ordinanza per chiudere le scuole di ogni ordine e grado dopo domani. Sospesa anche la ZTL. La situazione e’ sotto controllo, si tratta di una scelta per evitare problemi. Come cautela. Continua a leggere su Repubblica.it torino

Alluvioni: Pubblicita’ Progresso del 1977

Via Repubblica.it

In God’s name: GO!

Genova ovvero quando il fiume riprende ciò che è suo

Per un po’ di tempo me ne sono occupato anch’io. Quindi, quando ho sentito all’interno dei diversi notiziari una frase apparentemente buttata là tra le altre, ho avuto un piccolo moto di stizza. “Il fiume si è ripreso il suo alveo” veniva detto e questo mi ha rimandato a quanto mi ripetevano i diversi geologi e ingegneri idraulici: i fiumi, nel giro di circa 50 anni, ritornano a prendersi i territori in cui scorrevano un tempo o in cui sono precedentemente esondati. E’ quasi una legge che chi si occupa di acque conosce. Quindi piantiamola di invocare piogge di tipo tropicale – che pure iniziano ad affacciarsi anche da noi -, fatalità o altre cose del genere e iniziamo invece a prestare maggiore attenzione a chi conosce e studia queste cose. Concedere di costruire dove sappiamo che prima o poi l’acqua arriverà è semplicemente un provvedimento delinquenziale. Continuare a rendere il nostro territorio impermeabile attraverso nuove colate di cemento è criminale. Alzare sponde sempre più alte, non fa che rendere più veloci le acque che non trovano più sfogo altrimenti e quindi non rappresentano una messa in sicurezza del territorio, ma costruire un pericolo costante. E chi sa che all’interno di diverse città come Bologna o Napoli esistono fiumi che sono “tombati” all’interno o meglio sotto quelle città e che prima o poi si riprenderanno il letto in cui scorrevano una volta? Se a Genova c’è un posto che si chiama Foce, non ci viene in mente nessun dubbio di cosa potrebbe lì succedere? E’ davvero triste sentire tante stupidaggini anche a mezzo stampa, ma ancora più triste è vedere che le battaglie di molti amministratori non vengono assolutamente sostenute e conosciute, senza sapere che costa molto meno alla comunità fare bene le cose prima e prevenire, che riparare i disastri dopo. Costa meno, senza tenere conto che ci sono cose che non è possibile monetizzare come la vita delle persone.

Il telelavoro dove meno te lo aspetti

Una però la salvo. Nel senso che nelle diverse agevolazioni economiche che il Governo sta predisponendo, esisterebbe quella per il telelavoro. Chiaramente non ci salverà dalla crisi, ma almeno rappresenta un tocco di novità che, in questi ultimi anni, abbiamo sempre promosso. L’idea è quella di defiscalizzare, o incentivare tramite agevolazioni, la possibilità, quando possibile, di svolgere almeno una parte del lavoro a casa. Il risparmio per le aziende è facilmente comprensibile e monetizzabiel, mentre per il lavoratore è soprattutto di gestione del proprio tempo, logistica e riaprmio sugli spostamenti. Benefici più generali si otterrebbero anche sul campo della mobilità e dell’inquinamento. D’altronde questa modalità di lavoro è ampiamente utilizzata soprattutto negli Stati Uniti, dove è nata, e in tutte le aree in cui è sviluppata l’economia dei servizi. Certi segnali, col tempo, arrivano comunque a destinazione e proprio dove e quando non te li aspetti.

Torniamo all’Europa. Torniamo in Europa

Uno dei punti cruciali che questa crisi sta mettendo a nudo è il nostro tasso di europeismo. Stefano Folli, editorialista del Sole, coglie lucidamente questo punto che va svolto e portato alle estreme conseguenze. Soprattutto nel caso l’attuale Governo dovesse crollare, la nuova maggioranza non si misurerà tanto sulle appartenenze alla destra o alla sinistra, ma su quanto crederà all’europa, alle sue istituzioni e alla possibilità “politica” dell’Unione Europea. E questo sarà un discrimine che attraverserà tutti gli schieramenti, in cui gli euroscettici sono equamente rappresentati e costituiranno un evidente freno. Le riforme da fare non potranno infatti essere il semplice risultato di una richiesta delle istituzioni europee, ma dovranno essere condivise e soprattutto gestite e rese utili per il nostro Paese anche a livello di forza politica nelle sedi decisionali, siano esse la Banca Centrale Europea che lo stesso Parlamento e Commissione europea. Esiste quindi una vera necessità di dichiararsi subito europeisti convinti, quali noi di Piemonte al Centro siamo, e di essere un motore di aggregazione degli europeisti ovunque essi siano – più o meno! -. Nessuna riforma che ci porti a tornare protagonisti nell’attuale cornice della globalizzazione, potrà infatti avere la polvere da sparo bagnata di chi non sente nel profondo l’opportunità che la costruzione di una nuova europa rappresenta per il nostro Paese. Anche questo è comprendere come cambia la politica e il perchè rinchiuderci nelle gabbie chiamate destra e sinistra non ci porterà da nessuna parte. E noi, con Gianluca Susta, crediamo all’Europa.

Luca De Biase riflette su Morozov

(…) Se invece si mette più internet in un mondo dominato da malavita, evasori fiscali e prepotenti di ogni genere, in un mondo nel quale si spende sempre meno denaro e attenzione per l’educazione, si pensa che l’unica soddisfazione sia nel consumo, si rischia di aumentare e non diminuire la disuguaglianza. Quindi internet è una meravigliosa macchina delle opportunità. Ma per coglierle occorre attenzione per una cultura profonda, una politica sincera, un’economia intelligente. Per una progettazione pensata. Pensieri ingenui, forse, ma non troppo (…) Leggi l’articolo completo di Luca De Biase

Colpi di genio: il Piemonte in Bashkortostan

Finalmente la Regione Piemonte, nella persona dell’Assessore William Casoni, ha varato un programma di scambi culturali, economici ed artistici tra la nostra Regione e il Bashkortostan, repubblica dell’ex Federazione russa. Ora le aziende in crisi del Piemonte potranno usufruire di alternative valide ai mercati della California, del Brasile, della Cina e giovarsi di utili scambi culturali per affacciarsi su realtà in cui l’innovazione tecnologica, culturale e artistica potranno far progredire il know how della nostra vecchia Europa per dare lezioni di politica economica ed industriale agli spocchiosi francesi e tedeschi che pretendono di governare l’economa del Vecchio Continente. Ci congratuliano con il governo regionale piemontese per aver battuto sul tempo tutti i nostri concorrenti nazionali ed internazionali andando a guardare lì dove nessuno avrebbe pensato di trovare il futuro.  Ne sentivamo la mancanza in questo momento in cui è necessario concentrare le forze del nostro territorio sulle cose serie. (via Lo Spiffero)

Piemonte al Centro: 5 punti per l’Italia

Piemonte al Centro: governo di salute pubblica