Un semplice appunto che sembra essere stato rimosso da tutti: l’ipotesi politica di Berlusconi, che oggi si chiama Pdl, esiste ancora e raccoglie in Italia moltissimi voti. L’era di Berlusconi non finisce con Berlusconi e bisognerà continuare a chiedersi da dove nasce la richiesta politica di tutte queste persone che rappresentano oggi la metà dei consensi nel nostro Paese. Non bisogna dimenticarlo…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Il Conto annuale della Ragioneria dello Stato 2010 registra un calo del personale nel Sistema sanitario nazionale dello 0,8% tra il 2009 e il 2010. Più o meno 5000 lavoratori in meno…
Il Pdl brucia Mario Monti a fuoco lento e cresce il fronte per bocciare la sua candidatura alla Presidenza del Consiglio. La paura di ritrovarsi senza la Lega in coalizione nelle prossime tornate elettorali sta compattando i frondisti berlusconiani nel portare al Quirinale il nome di Lamberto Dini come proposta a Giorgio Napolitano. Lo stesso Partito Democratico lancia palle infuocate nel caso tale proposta venga formalizzata. Insomma il caos sembra regnare sovrano e i richiami al senso di responsabilità delle forze politiche che in queste ore si moltiplicano non sembrano sortire nessun effetto.
L’autunno del governo Berlusconi procede e iniziano i bilanci di cosa siano stati questi ultimi tre anni. Logico quindi che ognuno guardi cosa sia successo nel proprio campo di attività e non mi sottraggo nemmeno io. Cosa è successo in campo sanitario? Tralasciando le considerazioni più filosofiche i fatti, cioè i provvedimenti adottati, lasciano alquanto a desiderare. Di rilevante, come anche ci ricorda quotidianosanità, sembra potersi ricordare la legge sulle cure riguardanti il dolore e il progetto sulle farmacie dei servizi. Ma non è possibile dimenticare i 12 miliardi di € tagliati al finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, l’introduzione nel 2011 del ticket di 10 € sulle prestazioni specialistiche -che si completerà nel 2013 con l’introduzione di altri ticket -. Sempre collegate al sistema sanitario si ricorderanno il blocco dei contratti dei lavoratori in camice bianco e quello del turn over, per cui solo una piccola parte di chi andrà in pensione verrà sostituito. Molto invece è stato scritto nel capitolo degli annunci per cui provvedimenti come il testamento biologico, la riforma degli ordini, le sperimentazioni cliniche o la riforma indicata nel libro bianco del Ministro Sacconi sono rimasti annunci, quando non hanno superato l’esame parlamentare rimanendo solo sulla carta. Gli stessi costi standard e la politica di federalismo fiscale, che coinvolge significativamente anche il settore della salute, sono di fatto al palo e morti ancor prima di essere nati. Certamente, a nostro giudizio, l’applicazione di molti provvedimenti annunciati – e non convertiti in legge – avrebbe complicato un corretto sviluppo del sistema sanitario. Rimane il fatto che nel settore della sanità molto si è detto e poco si è fatto con un bilancio certamente non lusinghiero per un governo che stimava se stesso come capace di “fare”. Requiescat in pace.
Dopo gli avvenimenti di ieri – la votazione del rendiconto e l’annuncio delle dimissioni di Silvio Berlusoni – aleggia con sempre maggior convinzione la sensazione che un’era della vita politica del Paese sia giunta al termine. Ciononostante permane un senso di imprevidibilità degli scenari futuri più prossimi, con i mercati che stringono la morsa sulla nostra economia e l’ipotesi di elezioni anticipate sulle quali, allo stato attuale, non è possibile nessuna previsione. In questo contesto, i promotori di Verso Nord e Piemonte al Centro ribadiscono, ancora una volta, il proprio pensiero e l’idea che per l’Italia e gli italiani è giunto il momento di affrontare con responsabilità la ricomposizione dello scenario politico del Paese. (altro…)
Come Piemonte al Centro noi sosteniamo la necessità della costituzione di un nuovo Governo anche presieduto da Monti. Se le ragioni possono essere diverse e andare dalla ricostruzione di una credibilità internazionale per il nostro Paese alla necessità di far uscire presto l’Italia dall’angolo del dissesto economico attraverso le competenze che possediamo, una ragione più delle altre ci spinge ad appoggiare questa soluzione: la nostra vicinanza al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In un momento di cambiamento di sistema, a cui volenti più che nolenti stiamo assistendo, la Costituzione assegna al Presidente della Republbica una funzione non solo di salvaguardia nazionale, ma di azione politica e di garanzia che Giorgio Napolitano svolge in maniera perfetta. Non è quindi solo un problema semplicemente politico e di affinità ideale, ma soprattutto di rispetto delle regole e loro messa in opera più efficace e produttiva per il nostro Paese. Ciò non si sovrappone alla sovranità popolare, ma anzi deve creare le condizioni per l’esprimersi più libero e fuori dai ricatti provenienti da ogni parte del voto popolare. Chiaramente un tale governo dovrà procedere al più presto a rendere attive le richieste di risanamento che più che dall’Europa, provengono dai cittadini della nostra nazione e quindi avere un perimetro temporale congruo ma non troppo dilazionato nel tempo. Un intervento direi quasi chirurgico: tempestivo, qualificato, veloce e risolvente, tale da permettere a tutti noi con il nostro lavoro e le nostre capacità, che pure sono tante, di guarire il nostro Paese senza soffermarci troppo nel lagnarci del passato più recente, sicuramente da dimenticare in fretta. Un Governo, quindi, non tanto di Mario Monti ma voluto e garantito dal nostro Presidente della Repubblica nel rispetto della Costituzione che ci lega e ci fa essere Italia. Il Governo della Costituzione.
Luca De Biase annota cosa è avvenuto nel Falling Walls, riunione che si tiene nell’anniversario della caduta del Muro di Berlino tra esperti e scienziati che cercano di descrivere quali siano i muri che devono ancora cadere. Sono appunti presi mentre l’evento si svolge. Sebastian Turner, il fondatore della conferenza, presenta la giornata. Il suo obiettivo è mettere gli scienziati in condizioni di spiegare i loro studi come in una conversazione tra persone normali. Per parlare del Muro non guardando all’indietro, ma guardando avanti nel futuro. Qui il resoconto
In tempi di disastri naturali in genere, segnalo un progetto, riportato da Ecoblog, dell’amministrazione della città di Tokyo per la costruzione di un’area che accolga le strutture operative di emergenza, il Parlamento ed altre infrastrutture da salvaguardare in caso di terremoti e tsunami che in quelle parti del mondo sono possibili. Il progetto si chiama IRTBBC, acronimo di Integrated Resort, Tourism, Business and Backup City e rimarrebbe situata a circa 300 miglia da Tokyo nei presso dell’aeroporto di Itami. Verrebbe abitata in pianta stabile da circa 50 mila persone e ospiterebbe anche un grattacielo che si candiderebbe con i suoi 652 metri, ad essere il più alto del mondo.