Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Sanità: e se il privato costa più del pubblico?

Che la salute costi, e molto, è un’ovvietà. In tempi di crisi è quindi logico che le “razionalizzazioni” della spesa pubblica coinvolgano anche gli ospedali, richiedendo un dimagramento delle risorse assegnate al suo funzionamento. Ma quanto è necessario tagliare? Lasciamo da parte qui considerazioni politico-sociali e consideriamo invece qualche vincolo di semplice fattura economica. Un confronto immediato viene posto con altri tipi di organizzazione sanitaria che sembrano essere maggiormente efficienti e meno costose, come ad esempio quelle di sanità privata. Con diverse sorprese. (altro…)

Ricostruiamo

Riccardo Muti. Grazie.

Lucio Magri: un po’ di rispetto.

Lucio Magri aveva tutti gli strumenti intellettuali per comprendere e decidere sulla propria vita. Era una persona colta e per nulla sprovveduta che ha agito come meglio ha potuto e voluto. Un po’ di rispetto, oggi, non sarebbe male e gli è dovuto come a tutti noi. Indipendentemente.

Mi piace ricordarlo con un’immagine d’epoca in bianco e nero, perchè così ho avuto, molti anni orsono, la possibilità di incontrarlo e parlargli insieme. E anche se non ne ho condiviso la strategia politica, fa parte anche della mia storia.

C’è posta per Clini

Marco Rossi Doria

(…) I bambini e ragazzi poveri sono la parte più debole, meno protetta della popolazione; e non votano. Ogni bolletta e ogni piccola spesa imprevista che capita nelle loro case sono un dramma, l’affitto o il mutuo sono spesso a rischio, insieme al lavoro dei genitori, quasi sempre precario. E sono a rischio le ormai brevissime vacanze estive, i vocabolari per la scuola, le rate del computer, l’invito agli amichetti per il compleanno. Lo racconta sempre l’Istat. E i quartieri dove vivono hanno meno verde, palestre, piscine, tempo pieno a scuola, asili nido.
L’Italia ha, al contempo, una grande risorsa: le persone che si occupano di infanzia e adolescenza in difficoltà sono molto esperte, le meno inclini a buttarla in protesta e le meno litigiose. Perché devono poter aiutare. Perché sono il front office di chi se la passa male, conoscono le persone, sanno trovare soluzioni perché tante volte si sono cimentate in questa opera. E oggi sono anche disposte ad abbandonare posizioni rigide e modelli vecchi pur di riequilibrare le cose a favore di chi parte con meno nella vita. (…)

Da un articolo – appello del nuovo Sottosegretario Marco Rossi Doria pubblicato su “La Stampa” il 20 novembre scorso con titolo

Non è un paese per bambini. Soprattutto se malati

I pediatri del Regina Margherita sono preoccupati: il nuovo “masterplan” della città della salute prevede pesanti tagli sui posti letto dell’ospedale per bambini. Lo dice Piero Abruzzese, Direttore della Chirurgia Universitaria Pediatrica del Regina Margherita, che aveva già segnalato in agosto il rischio di un ridimensionamento della disponibilità di cura pediatrica. Due aspetti sono da sottolineare nelle dichiarazioni di Abruzzese: i bambini non possono essere considerati dei piccoli adulti; non viene presa in considerazione la possibilità che le mamme stiano insieme ai propri bambini. Detto in semplicità, la  possibilità di cura dei bambini deve prevedere logiche diverse rispetto a quelle degli adulti, altri parametri, altri strumenti, altri fini. Così come far regredire un elemento fondametale della cura del bambino quale la presenza di un famigliare è inaccettabile, retrogrado, fuori dal tempo, regressivo. Abruzzese, che è portavoce di un gruppo di operatori sanitari che ha firmato l’appello, si è rivolto al Sindaco di Torino, Piero Fassino perchè si ricordi di un leit motive della sua campagna elettorale che voleva Torino come città a misura di bambino. Non si sa cosa potrà fare il nostro Sindaco e comunque credo che non si tirerà indietro per svolgere la sua pressione morale. Il problema che rattrista è che non è il Sindaco di Torino che deve metterci una pezza, ma i programmatori sanitari, coloro che studiano e decidono la scala delle priorità, delle esigenze e le proiettano nel tempo tentando di commettere meno errori che si può. La porta a cui si deve bussare è quella della Regione: sperando che tutto questo sia un brutto sogno.

Verdi. Di rabbia

A Durban si ragiona del post Kyoto e non sembra agguantabile nessun nuovo accordo sul clima. A Roma si fanno le targhe alterne e a Milano non si sta molto meglio. Il neo Ministro Clini è in fondo un fan del nucleare. In Francia Eva Joly (Europe Ecologie) sta facendo di tutto per perdere le elezioni presidenziali e farle perdere anche agli altri, spaccando anche il proprio partito che aveva raggiunto il 16% alle ultime elezioni. Piogge intense senza essere monsoni riescono a portare a galla tutte le tare della mancanza di cura del territorio. Insomma, il verde non va più di moda. Ed anche quello del Nord non sta molto bene …

Università: giovani inglesi in fuga da Oxford

Tra le politiche di una grande città dovrebbe esistere quella di far diventare la propria Università un polo di attrazione per giovani studenti. I benefici di questa idea sono stati ampiamenti discussi e riconosciuti, soprattutto dopo le analisi di Florida. Ancora meglio sarebbe attirare nuove e giovani intelligenze da tutta Europa, aprendosi al “mercato” della formazione internazionale dove gli altri Stati del vecchio continente stanno combattendo importanti battaglie. Come ad esempio sta avvenendo nel Nord Europa, dove gli studenti inglesi, storicamente tra i meno propensi alla migrazione, stanno iniziando a scoprire altre realtà in cui formarsi, quali ad esempio quelle offerte dalle Università olandesi. (altro…)

Terzo Rapporto del Ministero Salute sugli eventi avversi

La qualità delle cure deve prevedere la sistematica adozione di strategie per la sicurezza dei pazienti, anche sulla base delle indicazioni internazionali, quali la Raccomandazione sulla sicurezza delle cure del Consiglio dell’Unione Europea del 2008. In tale contesto è stato sviluppato un sistema informativo dedicato (Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Eventi Avversi – SIMES) per consentire alle strutture sanitarie, per il tramite delle Regioni e le Province Autonome (P.A.), di segnalare gli eventi occorsi ed analizzarne le cause ed i fattori contribuenti con lo scopo di imparare da questi e mettere in atto piani di azione volti a ridurre la possibilità che l’evento si verifichi nuovamente.

Il documento qui segnalato riporta i dati riferiti ai primi 5 anni di attività del sistema di monitoraggio e fornisce un quadro delle tipologie di eventi sentinella, del contesto e delle modalità di accadimento, che consente di individuare le possibili azioni da mettere in atto per contrastare il ripetersi di tali gravi eventi, anche attraverso l’elaborazione di raccomandazioni che devono essere implementate a livello aziendale per assicurare l’erogazione di cure sicure e di elevata qualità.

Scarica QUI il documento grazie al link di quotidianosanita.it