Bristol, Copenhagen e Francoforte si contenderanno il titolo 2014 per la Capitale Verde Europea della Commissione Europea. Ogni anno questo cncorso vuole premiare le migliori città del vecchio continente che si distinguono per le politiche rivolte alla sostenibilità ambientale. L’Italia, anche questa volta, non compare in questa classifica, anche se Torino aveva cercato di dare la scalata non riuscendo però a soddisfare i parametri richiesti. Poco c’entra, a mio modesto avviso, la giaculatoria che incolpa le scarse risorse disponibili. Basterebbe che le nostre amministrazioni si occupassero davvero in maniera più convinta di risparmio energetico, mobilità sostenibile, sostenibilità ambientale per cercare di entrare in questi nuovi mercati fatti di alta tecnologia e ricerca, posti di lavoro nuovi in aziende non sottoposte alla delocalizzazione. Il punto non è vincere queste manifestazioni, ma il segnale dell’esclusione costante delle nostre città da queste classifiche non è certamente positivo, come non è legato alla scarsità di risorse: la capacità e volontà politica è una risorsa rinnovabile che bisognerebbe iniziare a saper contabilizzare anche in Italia
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
Questa foto, scattata dal fotografo afgano Kabul Massoud Hossaini, racconta la strage avvenuta a Kabul il 6 dicembre 2011 per mano di un attentatore suicida, in cui morirono 70 persone. E’ stata premiata con il Premio Pulitzer 2012.
A quasi tutte le età, le speranze di vita, ovvero il numero di anni che mediamente ci si può attendere di vivere ancora, sono estremamente diseguali: sono divari giustificabili? Da cosa dipendono? Esistono interventi per ridurli? Le risposte a queste domande non sono tra loro indipendenti: l’accettabilità di un divario, così come la possibilità di ridurlo, dipende spesso dalle sue determinanti. Differenze riconducibili al patrimonio genetico sono forse più accettabili e meno influenzabili dalle politiche di quanto non lo siano quelle riconducibili al patrimonio finanziario. (Qui il pdf)
Ampi divari nella speranza di vita si riscontrano sia nel tempo sia, all’interno di popolazioni più omogenee, lungo molte dimensioni socio-economiche. Questo lavoro illustra le evidenze disponibili per l’Italia sul livello e l’evoluzione di tali divari e discute in particolare la forza e le possibili determinanti della relazione tra speranza di vita e livello di istruzione.
Il sistema dei conributi statali ai partiti in Germania è abbastanza complesso. Una norma comunque mi sembra interessante: lo Stato corrisponde 0.38 € per ogni euro che il partito incamera dal proprio tesseramento. In un momento in cui le formazioni politiche si stanno trasformando fondamentalmente in comitati elettorali e la partecipazione dei propri iscritti, per molte ragioni, è in declino, fare in modo che i Partiti si diano da fare per fidelizzare, portare al proprio interno e far partecipare gli aderenti alla vita democratica interna, alle decisioni non solo politiche ma anche sulla gestione degli affari dei partiti potrebbe essere una strada, un indirizzo positivo dalle conseguenze inaspettate. Chiaramente questa non è la panacea e le possibilità di aggirare la norma è sempre dietro l’angolo. Ma l’idea non è male.
Un Oscar Giannino in grande forma discute e commenta favorevolmente il voto contrario di Nicola Rossi, Presidente dell’Istituto Bruno Leoni e vicino a Italia Futura, alla riforma del lavoro di Monti, dimostrando la necessità di tagli di spesa, l’inadeguatezza del sussidio alla disoccupazione e altre cosette al grido di “meno spese per meno tasse”
Ho appena appreso con soddisfazione che domani il senatore Nicola Rossi, presidente dell’Istituto Bruno Leoni, annuncerà motivando in un’intervista al Sole il suo no alla riforma del mercato del lavoro. Per come essa ha preso forma definitiva ieri, io non la voterei. Resta tutto il giro di vite alla flessibilità in entrata, mentre il giudice con la sua piena discrezionalità domina in ogni forma di licenziamento. Il finanziamento al sussidio universale di disoccupazione resta largamente inadeguato a renderlo appunto universale. I contributi salgono, invece di scendere per il lavoro e per l’impresa. In più, sui aggiunge come pessima trovata dell’ultimora la nuova sberla di due euro di tassa aggiuntiva per ogni passeggero aereo, e di dieci punti in più per i proprietari di casa che non affittino a cedolare secca: nuove sberle fiscali per prendere dove si può, uno schifo ve-ro! Non credo che ne verrà più occupazione, e spero di sbagliarmi perché Dio solo sa se ce ne sarebbe bisogno. I toni di Monti anche stamane mi sembrano sempre più enfaticamente simili a quelli berlusconiani. Questo in sintesi il mio giudizio. (Continua qui)
La politica, se vuole essere politica, ha bisogno di confrontarsi sempre con dati certi. L’occasione ci viene data dalla pubblicazione del “paper” di Giovanni D’alessio per la serie “Questioni di Economia e Finanza” della Banca d’Italia (Qui in formato pdf)
Il lavoro, dopo aver illustrato l’andamento della ricchezza complessiva delle famiglie in Italia dal 1965 al 2010, esamina come i livelli di disuguaglianza della ricchezza si siano evoluti nel corso del tempo. Secondo la ricostruzione effettuata, la disuguaglianza nella ricchezza avrebbe interrotto il suo trend decrescente all’inizio degli anni novanta, per poi risalire su livelli più elevati alla fine del secolo, mantenendosi poi stabile negli anni a seguire. Nel panorama internazionale, l’Italia non sembra caratterizzata da una disuguaglianza particolarmente elevata della ricchezza (a differenza di quanto invece si riscontra per il reddito). Il lavoro fornisce inoltre evidenza di come la distribuzione della ricchezza si sia modificata nel corso del tempo a favore delle famiglie composte da anziani e a sfavore di quelle composte da giovani. Il capitolo esamina infine il tema dell’origine della ricchezza (risparmio, doni ed eredità, e variazioni di valore dei beni posseduti); le evidenze disponibili sono discusse anche in relazione alle opinioni rilevate presso i cittadini con specifiche indagini statistiche.
Un libro davvero fondamentale “Terremoti Finanziari” di Raghuram G. Rajan – ed. Einaudi – per capire cosa sta succedendo, quali sono le fratture, le “faglie” ancora nascoste che è necessario comprendere per non ricadere, qual è il ruolo dei governi, perchè è fondamentale investire nella formazione e nella costruzione di un cittadino forte e sano, al di là di ideologie che non riescono più a farci leggere la realtà.
” (…) Dobbiamo anche riconoscere che una buona economia non può essere separata da una buona politica – e questa, forse, è la ragione per cui un tempo la teoria economica era nota come economia politica. L’errore degli economisti è stato credere che, una volta sviluppato un forte telaio di istituzioni all’interno di un Paese, le influenze politiche al suo interno si sarebbero stemperate e il Paese si sarebbe emancipato per sempre da una condizione “in via di sviluppo”. Ma dovremmo ora ammettere che istituzioni quali i regolamentatori hanno influenza soltanto finché la politica è ragionevolmente ben bilanciata. L’esistenza di squilibri profondi, come per esempio la disuguaglianza, può provocare ondate politiche in grado di superare i vincoli di qualsiasi istituzione. E, se comincia ad applicare politiche squilibrate, un Paese può tornare a condizioni in via di sviluppo indipendentemente dal grado di progresso delle sue istituzioni (…)”
Sicuramente una delle più belle degli ultimi tempi. Il sindaco di Strasburgo, Roland Ries, ha proposto di offrire un abbonamento gratuito al Bike sharing su prescrizione medica. Il progetto è far prescrivere da una cinquantina di Medici di famiglia l’attività sportiva mediante uso della bicicletta a un centinaio di pazienti affetti da malattie come il diabete, l’ipertensione, l’obesità e via discorrendo. Muniti della prescrizione i malati avranno diritto ad un abbonamento di un anno per l’uso di biciclette pubbliche in libero servizio. L’operazione dovrebbe partire dal prossimo settembre con l’idea di allargare ad altri medici la sperimentazione. Formidabile!