Per cogliere il senso dei nostri tempi potremmo rovesciare una delle basi su cui vennero costruiti gli Stati Uniti d’America. Ancora oggi il concetto del “No taxation without representation” – che fu utilizzato nel 1775 dalla Virginia per sancire l’illegittimità delle tasse nelle situazioni in cui era assente la rappresentanza parlamentare dei cittadini – fa ogni tanto capolino nelle dissertazioni dei liberisti nostrani, perdendo in verità la forza, senza dubbio rivoluzionaria, che ebbe tra i coloni che a Boston rovesciarono il famoso carico di té in mare. Infatti quello che, con una certa mancanza di compostezza, si voleva dire a Matteo Renzi con i suoi Cayman-amici è: “No representation without taxation”. Quindi, potendo, se non si contribuisce mediante le tasse al destino dei servizi del nostro Paese, non pensiamo sia corretto avere tutti i diritti di dettare la politica, non solo economica, della nostra comunità. E questo, of course, vale anche per gli evasori, piccoli e grandi che siano…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
COMUNICATO dell’ ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI
E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINOIl Comitato Centrale della FNOMCeO alla manifestazione dei Sindacati Medici in nome di “indipendenza, autonomia e responsabilità”
Il 27 ottobre si terrà una manifestazione unitaria indetta dai Sindacati medici alla quale parteciperà anche la FNOMCeO con uno striscione che dichiarerà questi tre principi: indipendenza, autonomia, responsabilità oggi fortemente messi in discussione e che saldano l’etica professionale a quella civile del Paese, identificata nell’ articolo 32 della Costituzione.
Il Comitato Centrale della FNOMCeO lo ha chiarito in una lettera aperta (in allegato) a tutti i medici italiani che denuncia come tali capisaldi deontologici dell’esercizio professionale vengano oggi fortemente discussi. Così si legge nella lettera:“In futuro non sarà possibile mantenere un sistema di tutela della salute equo, universalistico, solidale e di qualità se la nostra professione viene sconfitta nei suoi valori etici e civili sanciti dalla Deontologia, [...]lasciata sola a reggere la forbice tra ciò che per la medicina e la sanità è possibile e quanto, invece, non lo è”.
Ventun miliardi di euro, ai quali potrebbe aggiungersi il miliardo e seicentomila richiesto dalla legge di stabilità: è questo l’ammontare complessivo dei tagli che si sono abbattuti sulla Sanità,“per effetto combinato delle manovre finanziarie Berlusconi – Tremonti, del “Salva Italia” e dell’ultimissima Spending Review del Presidente Monti”.
“I medici che operano ‘in conto e per conto’ del Servizio Sanitario Nazionale, circa 235.000 professionisti– spiega il Comitato Centrale – sono stati chiamati ad un contributo non indifferente con il blocco dei contratti, delle convenzioni e delle retribuzioni, con blocchi e tagli alle dinamiche di sviluppo professionale e di carriera, con forti limitazioni al turn over, con il dilagare della precarizzazione dei rapporti di lavoro, con la drastica riduzione dei posti letto per acuti senza un contestuale e coerente investimento in quelli di postacuzie”.
“Ribadire questi tre principi, l’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità, concorre alla sostenibilità del nostro sistema sanitario, ma è preliminare e necessario rovesciare il paradigma dominante, considerando la professione medica come una fonte di soluzione dei problemi e non come una delle cause degli stessi”.
Di seguito il link del Comunicato Stampa della FNOMCeO: http://portale.fnomceo.it/fnomceo/showArticolo.2puntOT?id=92220
I commensali milanesi di Matteo Renzi hanno svelato uno dei temi che da anni sono posti alla sinistra italiana – se non continentale-. La domanda è semplice: può la sinistra governare il Paese mantenendosi autonoma dai poteri finanziari forti? Non abbiamo, a dire il vero, una risposta chiara e programmatica del candidato gigliato, perchè programma vero non c’è. Ma i riti, i comportamenti da prima repubblica con cene a porte chiuse, il fundraising poco trasparente di quella serata, ci inducono a pensare che per il nostro di cui sopra sia necessario parlarsi fitto e fuori da orecchie indiscrete con quel tipo di potere. No, è comunque necessaria una Santa “Allianz” con un diverso atteggiamento privilegiato. I voti però, in politica, valgono uno per ogni testa ed è utile che vengano raccolti alla luce del sole, magari facendo in modo di non dover dire troppi grazie se si arriva al traguardo per primi.
Se è vera è da fantascienza. Come riportato da Repubblica, la pulizia degli ospedali della Città della Salute di Torino sarà razionata e invece dei due passaggi giornalieri, in alcune zone delle strutture sarà dimezzata. C’è buon senso in questa operazione? Certamente no, soprattutto in un momento in cui le infezioni ospedaliere rappresentano un allarme ben presente agli operatori sanitari. Senza considerare che un ospedale è il perfetto abbinamento tra persone ricoverate e quindi in stato di difficoltà spesso anche immunitaria e una concentrazione di persone che provengono dall’esterno per diversi motivi (esami vari, visite ai parenti, questioni amministrative, lavoratori non sanitari e via discorrendo). Ma il semplice buon senso vale in questo caso davvero più di mille pubblicazioni scientifiche e aspetto con ansia qualcuno che mi spieghi il beneficio di questa decisione. Una provo ad inventarmela personalmente: minore pulizia, minore spesa, maggiore disponibilità per combattere le infezioni ospedaliere comprando più antibiotici. Insomma siamo alla “Corrida” con i soliti dilettanti allo sbaraglio…
Nasce la carta d’intenti del centrosinistra che rappresenterà la base dell’alleanza di centrosinistra e che verrà sottoscritta oggi.
Noi non crediamo alle bugie delle promesse facili, quelle vendute nel decennio disastroso della destra. Crediamo, invece, in un risveglio della fiducia, a cominciare dai giovani e dalle donne. I problemi sono enormi e il tempo per aggredirli si accorcia. Le scelte da compiere non sono semplici né scontate. Ma la speranza che ci muove vive tutta nella convinzione che si possano combinare cambiamento e affidabilità, uguaglianza e rigore nelle scelte.
” Dopo avere evidenziato a più riprese allarme e preoccupazione, riteniamo giunto il momento dell’assunzione diretta di responsabilità individuali e collettive partecipando attivamente ad una civile e forte protesta per la difesa del Servizio Sanitario Nazionale e, al suo interno, della nostra professione, della sua autonomia e dei suoi legittimi interessi. Non si salva il sistema delle cure senza o contro chi quelle cure è chiamato a garantire, anzi la valorizzazione del personale del Servizio Sanitario Nazionale, a partire dall’area della dipendenza e della medicina convenzionata, è condizione imprescindibile per salvaguardare la sanità pubblica.”
QUI il documento con le ragioni della manifestazione degli operatori sanitari del 27 ottobre 2012 a Roma
Zingales e Boldrin hanno fondamentalmente ragione quando invocano uno stop fermo ai sussidi di Stato per le imprese e la riduzione delle imposte. Perche? Se io finanzio imprese non competitive, in realtà aiuto chi sa fare bene il proprio lavoro e chi no (e sembrerebbero in gran numero!). Non solo, perchè gli aiuti li distribuisco non a chi è “sano”, ma a chi non è più competitivo e tramite il finanziamento, non sarà costretto ad innovarsi e cambiare radicalmente. Senza contare che tali aiuti arrivano direttamente da chi sta facendo bene impresa. Tirando al linea, chi sta producendo bene e accetta rischio e capacità d’innovazione sarà costretto a finanziare in maniera gratuita chi sta sbagliando, perdendo quindi risorse che potrebbero essere reinvestite in ulteriore ricerca e sviluppo di aziende che generano lavoro. Ridurre invece la tassazione non permette, detto in maniera grezza, che si verfichi questo passaggio di risorse, ma lascia alla capacità delle aziende lo sviluppo e la produzione di beni che i consumatori vogliono consumare. Resta in ogni modo il rebus dei lavoratori. Ma anche qui bisogna grattare la superficie. Se un’azienda non funziona, non si può sperare di sovvenzionarla in perdita per tutta la vita: le risorse impiegate provocano un impoverimento della collettività che poi si tradurrà, come sta accadendo oggi, nel taglio dei servizi. Senza contare che in realtà sono i lavoratori stessi che si pagano gran parte della loro stessa disoccupazione (cassa integrazione). Una minore imposizione fiscale potrebbe, sempre ragionando in maniera grezza, portare a un’accelerazione della crescita e forse, anche nel breve termine, a un risparmio di risorse (tenendo anche conto che chi produce e vende di più, guadagna di più e versa più contributi totali). L’ultimo vero pezzo di riforma starebbe, infine, nel tutelare non il posto di lavoro, ma il lavoratore stesso, con debite correzioni che ne stimolino comunque la rioccupazione anche mediante la riqualificazione. Un esempio è il calcolo che qualcuno ha fatto per i lavoratori del Sulcis: allo Stato sarebbe costato meno sostenere i singoli lavoratori che continuare a foraggiare aziende che poi non hanno assistito veramente i lavoratori e stanno per chiudere. Il concetto finale è che anche ragionamenti di questo tipo possono avere delle falle, ma il perpetuarsi dei vecchi modelli non ci porta da nessuna parte ed è necessario trovare, con juicio, altre strade liberandosi da ideologismi che non appartengono nemmeno più ai lavoratori.
Il Nobel per la Medicina è andato quest’anno a John B. Gurdon e Shinya Yamanaka per le loro ricerche sulla possibilità di riprogrammare cellule adulte in cellule staminali pluripotenti. In soldoni è come far ritornare le cellule “bambine”. Ognuno potrà vederci quello che vuole in questa scelta e la scienza non si è mai sottratta alle discussioni, basta che siano basate su argomenti validi, basati su fatti e riproducibili. Quello che vorrei segnalare è che la scelta di questo Nobel deve segnalare una frontiera della ricerca a cui la “politica” non ha dato ancora risposte chiare. Almeno nel nostro Paese, dove la discussione vede accapigliarsi strani figuri che in realtà bloccano ogni progresso sulla questione. Ecco, questa è una delle sfide che il mondo contemporaneo sta ponendo agli uomini che governano i destini delle persone attraverso le leggi, una questione complessa che richiede studio serio, una solida preparazione bioetica, una capacità di raccogliere i segni di un futuro prossimo che sarà regolato da meccanismi diversi da quelli che abbiamo conosciuto finora. In tutto questo continuiamo invece a ricevere puntuali informazioni sul nulla…
Questo il Manifesto postato da Stefano Di Traglia, portavoce di Bersani, per la partenza della campagna del segretario Pd dalla pompa di benzina che fu di suo padre a Bettola. Sarà che sono un fan di Hopper e comunque l’idea mi sembra buona