Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Il 5° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici

Una malattia divenuta tristemente un fenomeno sociale, dunque un’emergenza che non può essere relegata nel privato di chi ne è vittima, perché il cancro è una patologia che riguarda l’intera collettività sia sul piano della prevenzione che della cura.
Una malattia che troppo spesso ne genera un’altra: la solitudine di chi deve affrontare questa realtà delicata e complessa che scompensa gli equilibri relazionali, che apre scenari dove non è sempre facile trovare soluzioni, risposte.

Mille nuovi casi al giorno nel 2012, 4 milioni di persone (famigliari e caregiver) che si prendono cura dei malati, con il 33% di disabilità e inabilità complessivamente riconosciute dall’INPS e con il 4% della popolazione che ha avuto una diagnosi di tumore: questo è il cancro. Con un impatto socio-economico, in termini di spese sanitarie e perdita di produttività, pari allo 0,6 % del PIL, con un costo complessivo che supera 8 miliardi di Euro (pari a circa 25.800 euro l’anno per paziente).

I Rapporti dell’Osservatorio offrono uno spaccato realistico sul fenomeno di questa patologia. Attraverso un lavoro di documentazione che mette insieme i molteplici aspetti del problema da quello sanitario a quello socio- assistenziale, da quello previdenziale a quello economico, da quello della ricerca a quello del volontariato. Sono infatti questi aspetti alla base delle rivendicazioni presso le istituzioni locali, regionali, ministeriali e parlamentari che di fronte al fenomeno devono essere in grado di offrire strumenti di supporto e risposte per assicurare il più universale dei diritti: quello umano.

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I lavoratori Alessi inventano la cassa integrazione sociale

A Omegna ha sede l’Alessi, un’azienda leader nel design che oggi diventa anche una vera fabbrica “sociale”. Come riportato da un articolo del Corriere della Sera, Michele Alessi, a.d. dell’omonima fabbrica di Crusinallo, ha avuto un’idea non da poco: anzichè chiedere la cassa integrazione per i mesi di calo fisiologico della produzione, ha chiesto ai suoi lavoratori se volessero impiegare quel loro tempo in lavori a favore della comunità, tipo manutenzione di parchi pubblici, scuole, aiuti di vario genere a disabili e tutto quanto si può immaginare. La risposta è stata pronta: l’85% dei 340 dipendenti ha risposto positivamente. In questo modo il Sindaco di Omegna, Adelaide Mellano, ha potuto fare ciò che i tagli non avrebbero permesso, spiegando anzi ai propri allarmati cittadini senza lavoro che il tutto non entra assolutamente in concorrenza nè tocca la possibilità di impiego. Ciò che qui interessa non è la morale della storia, ma il pensiero da giocatore di poker che sotto sotto nasce: se lo Stato, che in realtà risparmia almeno due volte, defiscalizzasse in qualche modo questo esperimento, tali esperimenti potrebbero essere sperimentati anche in altre realtà anche più difficili.

Il Piemonte non sa curare la Sanità

Il Ministero della Sanità ha pubblicato il 29 maggio le due audizioni (Massicci e Bevere) che descrivono la situazione delle Regioni che sono sottoposte al cosiddetto “Piano di rientro” del Sistema Sanitario Regionale tra cui figura il Piemonte insieme a Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia. nella sostanza vengono illustrati gli andamenti dei Piani, la descrizione dell’erogazione dei Livelli di assistenza, lo stato degli adempimenti di competenza e un quadro riassuntivo degli aspetti positivi e dei punti di attenzione

Dalla lettura del prospetto si evidenzia come la maggior parte degli indicatori di assistenza ospedaliera, ivi comprese le misure di appropriatezza ed efficienza prese in considerazione, presenti valori compresi all’interno degli intervalli di riferimento. Costituisce eccezione la dotazione totale di posti letto, in modesta diminuzione a partire dal 2009, e pari a 4,2 posti letto per 1.000 residenti al 1° gennaio 2013, superiori ai valori di riferimento riportato dall’articolo 15, comma 13, lettera c) del D.L. 95-2012, sia per l’assistenza per acuzie che per post-acuzie.
Per quanto riguarda la situazione relativa all’erogazione di assistenza territoriale, l’ultimo aggiornamento disponibile degli indicatori evidenzia una quota di anziani assistiti a domicilio inferiore all’atteso, come da valore definito adeguato dal Comitato LEA, oltre ad una dotazione insufficiente di posti letto presso strutture di tipo hospice.
Cosa succede in Piemonte? In sostanza l’ultima puntata non vede ancora l’attuazione di tutto ciò che il Ministero continua a richiedere, tenendo ancora sulla corda l’Amministrazione regionale subalpina che non risulta ancora “virtuosa” nella sistemazione delle carenze segnalate da diverso tempo e tale da non permettere ancora la chiusura del Piano di rientro stesso. Il documento nello specifico segnala:

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Confindustria punta sull’efficienza energetica. Il rapporto

Confindustria costituisce una Task Force sull’efficienza energetica e pubblica un interessante rapporto riguardo alla valutazione dei risparmi energetici conseguibili e ponendo in evidenza le tecnologie disponibili con un’analisi costo/beneficio in grado di individuare potenziali risparmi evitando oneri addizionali alle imprese. Un importante sottolineatura riguarda la possibile riduzione della dipendenza esterna da fonti energetiche primarie caratterizzate da forti instabilità di costo e da pericolose disponibilità di approvvigionamento energetico, oltre al miglioramento dell’impatto ambientale ottenibile senza una diminuzione degli standard di vita ma, al contrario, rendendoli possibili ad una platea più ampia di persone in maniera sostenibile.

Qui il link per accedere al rapporto

L’Italia non sa esportare nemmeno il vino

Se il diavolo si nasconde nei dettagli, non è certo una buona notizia quella che ci proviene dal Rapporto Ismea 2013 che prende in considerazione le nostre esportazioni di vino in Cina. Secondo tale classifica la Francia è il primo fornitore con il 51% del mercato, mentre l’Italia arriva sesta con uno “smilzo” 6% dietro anche alla Spagna (7%), per non parlare dell’Australia che porta a casa il 14%. Se la qualità del nostro vino non è davvero in discussione, dovremmo davvero interrogarci sulla nostra incapacità nel guadagnare fette di mercato estero con un prodotto che davvero può essere considerato un’ eccellenza. La sensazione di essere davvero nelle mani di incapaci di qualità si fa sempre più strada…

Torino esce con le ossa rotte dal Rapporto Rota

I numeri di Torino del quattordicesimo Rapporto Rota – fresco di pubblicazione e qui scaricabile – sono impietosi e preoccupanti. Soprattutto nelle conclusioni emerge come il capoluogo piemontese mostri livelli di sofferenza maggiori rispetto alle altre aree metropolitane, con una accentuazione nell’ultimo anno. Basti pensare che nel 2012 in Provincia di Torino hanno chiuso i battenti più imprese di quante ne sono nate e il numero dei fallimenti presenta il valore più alto registrato negli ultimi dieci anni. I settori tradizionalmente determinanti per l’economia della nostra area – automotive, informatica e comunicazioni – non mostrano segnali di ripresa e scontano svantaggi logistici e dimensionali. inoltre i comparti più dinamici a livello nazionale sono pressoché assenti nel torinese con l’esempio principe dell’industria farmaceutica. Il post-olimpico è ormai un settore che si è rapidamente sgonfiato senza segni incoraggianti né per ciò che attiene il settore turistico né il comparto fieristico. “Nel complesso, il sistema produttivo torinese”, rileva nelle conclusioni i Rapporto, “ha ormai uno dei livelli di produttività più bassi del Centro-Nord, nonostante un costo del lavoro relativamente contenuto. A frenare l’economia locale sono soprattutto numerosi fattori di contesto: una ridotta presenza di risorse giovanili, bassi livelli di scolarizzazione e poca capacità di attrarre lavoratori qualificati, una debole dotazione di infrastrutture di trasporto (soprattutto aereo) e telematiche, alti costi energetici, un difficile accesso al credito. Le performance complessivamente medio-alte della provincia torinese nel campo dell’innovazione e dei servizi pubblici paiono non bastare, da sole, a controbilanciare l’insieme di fattori critici appena esposti”. Importante, nella discussione del problema, è la sottolineatura di come non sia detto che i soli enti pubblici debbano compiere le scelte strategiche, ma come sia centrale l’apporto degli attori privati che possono contribuire anche grazie al ricorso a nuove tecnologie e piattaforme di condivisione per far emergere scelte “dal basso”.

Ed Miliband parla con Google

Un bel discorso di Ed Miliband, leader del Partito Laburista inglese, tenuto in occasione dell’incontro annuale di Google nel Regno Unito, dove si spiega perchè una così grane azienda non debba eludere il fisco. (Qui il testo completo tradotto da Europa)

Per la nostra società è importante che arrivino i messaggi giusti dall’alto. È impossibile che io sia l’unica persona qui dentro a essere delusa che una grande azienda come Google si riduca a sostenere che, pur impiegando migliaia di persone in Gran Bretagna, pur guadagnando migliaia di sterline in Gran Bretagna, debba pagare solo l’un per cento di quei guadagni in tasse. Quando Google fa del bene per il mondo, vi applaudo. Ma quando Eric Schmidt dice che il suo approccio al problema delle tasse è semplice capitalismo, non sono d’accordo. È un peccato che Eric Schimdt non sia qui a farselo dire di persona. Quando Google fa i salti mortali per non pagare le tasse, io dico che fa male. E non solo io. È cristallino, basta leggere i vostri principi fondatori.

Il report dei contratti a termine della Legge Fornero

Pubblicato il report dell’ ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori ), ente nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di monitoraggio della Riforma del mercato del lavoro varata con la Legge n. 92/2012. Il documento analizzanla dinamica degli avviamenti dei contratti di lavoro ed è basato sui dati del Sistema informativo sulle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La sintesi indica:

  • Nel quarto trimestre del 2012 il quadro economico generale si è appesantito ulteriormente: il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% su base tendenziale. Il livello dell’occupazione ha raggiunto il suo minimo dall’inizio della crisi economica. L’aggravarsi della congiuntura è alla base della diminuzione del numero di occupati registrata nel IV trimestre del 2012 (-99 mila), la più elevata dal 2009. I primi mesi del 2013 confermano l’ulteriore diminuzione del tasso di occupazione (56,3% nel mese di marzo) e l’aumento del tasso di disoccupazione (11,5% nel mese di marzo).

  • Sulla base dei dati destagionalizzati riferiti alle Comunicazioni Obbligatorie (CO), nel quarto trimestre 2012 si è sostanzialmente arrestata la forte riduzione delle nuove assunzioni registrata nella parte centrale dell’anno: in termini congiunturali, la variazione rispetto al terzo trimestre è stata pari a -0,4%. Tale dato è la sintesi di una ripresa delle assunzioni mediante contratti a tempo determinato (+3,7% sul terzo trimestre, pari a 1.642.015 avviamenti) e di una riduzione dei contratti di collaborazione (-9,2% su base congiunturale) e soprattutto di quelli riferiti al lavoro intermittente (-22,1%).

  • L’aumento dei contratti a tempo determinato appare legato all’incertezza del periodo congiunturale. Rispetto all’inizio del 2012, la quota di avviamenti realizzati attraverso contratti a tempo determinato è salita dal 62,1% al 66,8%. L’aumento ha riguardato soprattutto contratti di durata compresa tra 4 e 12 mesi, ma anche quelli di durata superiore a 12 mesi mostrano una crescita; al contrario, sono diminuiti quelli a durata massima trimestrale.

  • Dopo l’aumento registrato nel terzo trimestre, negli ultimi tre mesi del 2012 le attivazioni a tempo indeterminato sono diminuite del 5,7% su base congiunturale, in linea con l’andamento congiunturale fortemente negativo.

  • La dinamica degli avviamenti con contratto di apprendistato ha subito gli effetti della fine della fase transitoria del Testo Unico sull’apprendistato. L’incertezza derivante dal passaggio definitivo al nuovo regime, avvenuto nell’aprile del 2012, ha rallentato fino al terzo trimestre la diffusione di questi contratti. Una volta stipulati gli accordi collettivi che hanno consentito il pieno dispiegarsi della nuova disciplina, a partire dal mese di agosto le assunzioni con contratto di apprendistato hanno ripreso un andamento crescente verso livelli simili a quelli del periodo precedente la caduta. Nel quarto trimestre, la variazione congiunturale è stata pari a +5,2%.

  • Dopo la diminuzione congiunturale registrata nella parte centrale del 2012, nell’ultimo trimestre le cessazioni sono aumentate dello 0,6%, coerentemente con la fase di congiuntura negativa. La diminuzione costante del numero di cessazioni richieste dal lavoratore è riconducibile alla flessione della mobilità volontaria del mercato del lavoro, mentre aumentano le cessazioni per volontà del datore di lavoro. Inoltre, nella seconda metà dell’anno cresce la quota di cessazioni per naturale scadenza del contratto, legate al minor ricorso a contratti a tempo determinato di breve durata.

La sanità privata degli onorevoli e i giusti principi

Un principio giusto può essere affermato con strumenti ingiusti? La domanda nasce da una notizia fresca fresca che ci informa della possibilità di estensione dell’assistenza sanitaria integrativa dei parlamentari a partner dello stesso sesso. Il diavolo è però nei dettagli: perchè chi legifera anche sul Sistema Sanitario Nazionale deve avere un’assistenza sanitaria integrativa pagata dai contribuenti? Perchè in sostanza chi decide quali ticket e quali prezzi deve pagare il cittadino medio viene di fatto esentato dagli stessi? Proprio a pochi giorni, poi, in cui uno studio presentato dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali conclude che il costo dei ticket sanitari incide sulle famiglie italiane più dell’Imu e provoca una diminuzione dannosa delle prestazioni specialistiche. Due pesi e due misure, insomma. Oltre al fatto che ciò che vale per i parlamentari, non vale ad esempio per il trattamento dei rapporti tra due conviventi dello stesso sesso quando uno è ospedalizzato e in pericolo di vita, essendo esclusa ogni possibilità di intervento e di informazione per il partner. Il problema è però che non si capisce perchè il trattamento sanitario del legislatore possa avere percorsi diversi rispetto ai normali cittadini. Un principio giusto (la parità di fronte alla legge dei cittadini omosessuali) applicato ad uno strumento sbagliato (la possibilità di una mutua integrativa privata) non porta certamente ad un miglioramento delle condizioni economiche e di cittadinanza delle persone che vivono nel nostro Paese; anzi possono rappresentare un momento di regressione attraverso cui giusti principi possono essere depotenziati se applicati a misure ingiuste.

I ticket sanitari pesano più dell’Imu

I ticket sanitari hanno un impatto sulle famiglie maggiore dell’Imu o dell’Iva, producono una diminuzione delle prestazioni specialistiche e provocano una diminuzione del gettito nelle casse dello Stato. Queste le conclusioni del Presidente dell’Agenas (l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) Giovanni Bissoni derivanti dai dati presentati da uno studio condotto dalla stessa Agenas e presentato il 9 maggio scorso. Per maggiore memoria, i dati si riferiscono al superticket introdotto nel 2011 dalla finanziaria firmata dal Ministro Tremonti e che avrebbero dovuto compensare un mancato finanziamento al Sistema Sanitario Nazionale di 830 milioni, mentre la stima del gettito ottenuto è di soli 244 milioni. Ma gli effetti negativi prodotti non si fermano al solo versante finanziario, registrandosi ad esempio una flessione del 17.1 % di prestazioni specialistiche da parte di cittadini esenti, non attribuibili certamente ad una maggiore appropriatezza delle prestazioni, tenendo anche conto solamente del profilo epidemiologico della popolazione. Riduzione delle prestazioni che danneggia doppiamente il Ssn che realizza entrate molto al di sotto delle stime iniziali ma con costi fissi inalterati. La maggiore flessione riguarda in maniera più marcata gli esami di laboratorio. Per farla breve – e dare un numero significativo – gli effetti del superticket tremontiano si aggirerebbero in media a circa 400 € a famiglia. Come altre volte, quindi, bisogna porre maggiore attenzione alle spese nemmeno tanto nascoste che una tassazione sprovveduta produce e smettere di considerare prioritari falsi obbiettivi politici come quelli dell’Imu.

Qui è scaricabile la ricerca dell’Agenas