Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Tempi di decadenza climatica. Il rapporto 2013 dell’IPCC

In tempi di decadenza, il rapporto dell’IPCC ci consegna una annotazione di cui qualcuno non era ancora del tutto convinto: il riscaldamento climatico è una questione politica. Oltre 200 autori, 600 contributori e 1500 revisori ci consegnano prove documentali di come il global warming sia conseguenza delle attività dell’uomo. In termini si dice che è “estremamente probabile” mentre nei numeri si parla del 95-100% di probabilità, portando in maniera più dettagliata la conferma già emersa dal rapporto del 2007. Il tutto si potrà leggere nella versione presentata oggi denominata AR5, documento di una quarantina di pagine destinato principalmente proprio ai decisori politici che anticipa il raporto vero e proprio di più di 2000 pagine che sarà consultabile nei prossimi giorni anche in forma digitale sul ti dell’IPCC. In sostanza i dati fotografano un riscaldamento costante a livello di oceani e atmosfera con innalzamento del livello dei mari, aumento delle concentrazioni di gas serra e temperature medie. Cose già note, certamente, ma supportate da dati ormai che hanno la solidità dell’acciaio e che non possono essere più ignorate dalle agende politiche internazionali, ancora titubanti sulla responsabilità delle attività umane che hanno messo in scacco le ultime conferenze sul clima come l’ultima tenutasi a Doha. Nessun panico, a patto che finalmente le pagine che ci accingiamo a fare nostre porteranno ad un’altra consapevolezza. Politica.

Tagli sanità: 20 mila posti letto in meno in 3 anni

Gli effetti dei tagli alla sanità cominciano a farsi sentire. A farne le spese i posti letto negli ospedali italiani che sono diminuiti i misura esponenziale. Nell’arco di tre anni, dal 2009 al 2012, si è infatti registrata una ulteriore riduzione di 20.685 posti letto ospedalieri pubblici e privati del nostro Sistema sanitario nazionale – sia per pazienti acuti e non – con un ridimensionamento che è destinato a proseguire, per raggiungere gli standard numerici fissati dalla legge di Spending Review. Si è passati dai 251.023 del 2009 ai 230.338 del 2012, con una riduzione dell’8,3%. Un taglio che si somma a quello già effettuato tra il 2000 e il 2009, pari ad un totale di 45.000 posti letto.  Ma non basta: la media nazionale per posti letto ospedalieri è infatti al 3,9 per 1000 abitanti, vicina cioè al 3,7 previsto dalla spending review del governo Monti. Tuttavia, per raggiungere lo standard fissato servirà un’ulteriore riduzione di 7mila posti. Per rispettare i parametri infatti, e considerando la popolazione Istat al 1 gennaio 2012 pari a 59.394.207 residenti ”occorrerà tagliare, come annunciato dall’ex ministro Balduzzi, circa 14 mila letti per acuti e incrementare di circa 6.600 i letti dedicati ai non acuti, con un saldo in ogni caso negativo di oltre 7mila posti letto da tagliare ”.  In percentuale, i maggiori decrementi di posti letto ospedalieri si registrano in Molise (-21,7%), Valle d’Aosta (-15,4%) e Lazio (-13,6%). Tagli ingenti anche in Puglia (-13,5%), Sicilia (-13,3%) e Calabria (-13%). In Lombardia, i posti letto sono diminuiti di 3.602 unità (-8,4%). Dai dati sviluppati da Quotidiano Sanità emerge inoltre che l’unica Regione a non aver tagliato posti letto sia l’Emilia Romagna, con un +1,7%.  Mette in guardia dalle conseguenze che tale taglio determinerà a carico dei cittadini il segretario nazionale Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza: ”Il taglio dei posti letto, accompagnato dal taglio delle risorse per la sanità pubblica, che per la prima volta nel 2013 sono state ridotte anche in valore assoluto per circa 1 mld, rappresenta – afferma – una miscela esplosiva in assenza di un potenziamento dei servizi territoriali e di una riqualificazione della rete ospedaliera ”. Infatti, ”senza strutture territoriali aperte 24 ore su 24, in grado di dare risposte alternative a chi non avrebbe bisogno di prestazioni ospedaliere – avverte il leader sindacale – la drastica riduzione dei letti rischia di allungare le attese ai pronto soccorso e di peggiorare l’assistenza per i cittadini e le condizioni di lavoro dei medici e degli operatori sanitari”.  La questione, conclude Cozza, ”sarà tra quelle che verranno affrontate nell’ambito dei prossimi incontri tra governo e Regioni per la definizione del nuovo Patto per la salute ”.

Fonte: Quotidiano sanità, ministero della Salute, Cgil

Ronald Coase è morto.

Ronald Coase è morte all’età di 102 anni. Chi si occupa di economia ambientale non può certamente dimenticare l’importanza dei suoi studi e soprattutto del suo teorema su cui si sono costruite molte delle basi dello stesso Protocollo di Kyoto, oltre alla comprensione dal lato economico di cosa comporti l’inquinamento e quindi tutte le cosiddette “esternalità” ambientali. Cosa dice il teorema di Coase? “Nella gestione dell’inquinamento e delle esternalità, le negoziazioni di mercato tra le parti fanno tendere verso un equilibrio socialmente ottimale a prescindere da chi possieda il diritto di proprietà”. Non sta a me, certamente, spiegare cosa stia dietro questa affermazione – che in realtà parla di diritti di assegnazione di diritti di proprietà, di equilibri ottimali, di forze di mercato e di interventi statali – ma mi è caro ricordare quando iniziai a interessarmi all’economia dell’ambiente e come questo semplice teorema mi fece entrare in un mondo diverso e più solido rispetto al semplice chiacchiericcio che anche oggi si fa sui temi ambientali, senza nessuna base veritiera e scientifica. Grazie Ronald e che ti sia lieve la terra…

9 settembre: si decide sui piccoli ospedali

Mentre tutti gli occhi saranno puntati sulla Commissione del Senato che deciderà sulla decadenza di Berlusconi, lunedì 9 si giocherà una importantissima partita sulla sanità. Infatti riparte il tavolo tra Governo e Regioni per la definizione del nuovo patto della salute 2013-2015 che conterrà, tra le altre cose, la rideterminazione dei fabbisogni sanitari con la risistemazione delle strutture ospedaliere. Oltre quindi ai ticket, si discuterà, ad esempio, la riconversione delle strutture ospedaliere medie e piccole che potranno essere dedicate alle cosiddette cure di media e bassa intensità, riducendo lo standard dei posti letto ospedalieri ance al di sotto del 3,5 x mille abitanti e l’assegnazione dello 0,5 x mille abitanti alle cure riabilitative. In sostanza l’attesa che molte strutture ospedaliere nelle diverse regioni stanno vivendo – cioè la chiusura o meno – verranno sostanzialmente chiarite con l’indicazione del loro futuro, chiusura o mantenimento a seconda del numero magico che l’accordo conterrà. In sostanza si potranno comprendere gli interventi che le diverse Regioni dovranno mettere in atto con il calcolo dei fattori che saranno contenuti nel nuovo Patto per la Salute.

Che dice Fassina?

Una semplice ragione per non andare in Siria

In passato non sono stato d’accordo con diverse valutazioni del gen. Camporini. Al contrario questa volta credo abbia colto, in una intervista a formiche.net, il punto fondamentale per il quale non è giusto per gli interessi del nostro Paese entrare in questa specie di guerra siriana. Con diverse argomentazioni di buon senso e dopo aver dimostrato che le nostre basi militari non sono così necessarie alla bisogna data la distanza degli obbiettivi, arriva ad una affermazione “lapidaria”: “Ad ogni modo per me sarebbe da sconsigliare per un motivo semplicissimo: l’impiego di Forze armate deve avvenire solo in funzione di un fine politico ben chiaro. In Siria mi sembra che questo obiettivo sia del tutto assente al momento, anche perché le possibilità di pacificazione della regione, in caso di azione unilaterale, sarebbero prossime allo zero”. E di fronte a tante corbellerie che si sono sentite oggi, sono parole giuste. Chapeau!

Germania: via col vento dal nucleare

Nel nord della Germania è stato inaugurato lunedì scorso il più grande impianto eolico off-shore del Paese. Con 80 turbine e situato ad un centinaio di chilometri dall’isola di Borkum, ha iniziato a fornire una potenza di 400 megawatts che, tradotti in maniera comprensibile, potranno alimentare circa 400 mila famiglie. Molto semplicemente, nel momento in cui i tedeschi decidono di “uscire” dal nucleare, fanno ciò che è necessario e cioè costruiscono centrali a basso impatto ambientale per recuperare l’energia che nel tempo verrà a mancare con la dismissione della fissione nucleare. Tutto qui.

I have a dream e Mahalia Jackson

Siamo in pochi a sapere — la maggior parte delle persone non ne ha la minima idea — che il discorso di Washington, quello di «I Have a Dream», doveva essere diverso. E lo sarebbe stato, se non fosse giunta un’esortazione dal pubblico. Martin stava leggendo il testo che avevamo preparato quando Mahalia Jackson, la sua cantante gospel preferita, che lo stava ascoltando, gridò: «Raccontagli del sogno, Martin! Raccontagli del sogno!» (nelle chiese battiste degli afroamericani è un costume consolidato il dialogo ad alta voce con il pastore, durante le pause di un’omelia, con richieste e invocazioni, ndr). In tutti questi anni, ripensando a quel momento, ho concluso che doveva averlo ascoltato a giugno di quell’anno, a Detroit, quando Martin aveva fatto specifico riferimento al suo sogno. Quando Mahalia gli gridò quella frase, io ero dietro di lui, circa 15 metri indietro. E vidi succedere tutto in tempo reale. Prese il testo che avevamo preparato e lo spostò dalla parte sinistra del leggio. Lo mise da parte. Allora dissi a una persona che stava al mio fianco: «Stiamo per entrare in chiesa». Lo dissi perché, da dietro, vidi il suo linguaggio del corpo cambiare completamente. Finché lesse il testo preparato, ebbe il linguaggio del corpo di un professore che parla dalla cattedra durante una lezione, o una conferenza. Ma poi si trasformò nel pastore battista che predica alla sua congregazione. Se chiunque altro, quel giorno — chiunque altro — gli avesse gridato qualcosa non credo che si sarebbe distaccato dal testo preparato. Non sono sicuro. Ma Mahalia Jackson era la sua cantante gospel preferita, e quando parlò lei lui si sentì in dovere di rispondere.

Clarence Jones
consigliere di Martin Luther King,
co-autore di una prima stesura
del discorso «I Have a Dream» (2013)

La ricerca medica produce economia?

Quale può essere il ritorno economico di imprese scientifiche come ad esempio il sequenziamento del DNA? Sull’edizione italiana dello Scientific American sono riportati i dati di un rapporto pubblicato a giugno dal Battelle Memorial Institute di Columbus sui benefici economici per gli Stati Uniti riconducibili al Progetto Genoma. Si scopre così che dalla data di inizio del progetto, il 1988, il beneficio ammonta a circa 1000 miliardi di dollari: per ogni dollaro pubblico investito in questo progetto, sono stati immessi nell’economia statunitensi 178 dollari.

L’Economist saluta il petrolio; a Torino l’Autorità dei Trasporti

Nell’estate degli inutili spasmi berlusconiani, incrocio due notizie rinfrescanti che potrebbero interessare la politica torinese settembrina. La prima giunge dall’amico Mario Marino che ci aggiorna sui progressi, positivi, dell’assegnazione a Torino dell’Autority dei trasporti: passa al Senato e ci sono buone prospettive dell’approvazione alla Camera. La seconda arriva da Ecoblog che riprende un articolo dell’Economist dove si discute del petrolio come di una fonte energetica ormai del passato raggiungendo già oggi il picco della domanda di greggio che non crescerebbe ulteriormente grazie alle energie rinnovabili, al miglioramento dell’efficienza energetica e al maggiore futuro costo delle emissioni di carbonio. Un calo, insomma, sia della domanda che dell’offerta. Il petrolio non sarebbe quindi più al centro dei pensieri del mondo. Tenendo conto dell’impatto dei consumi da parte dei trasporti, sarebbe davvero molto utile iniziare a ragionare a livello locale, a maggior ragione se si ospiterà l’Autorità dei trasporti, di come questi dati debbano essere interpretati e delle nuove sfide che ci coinvolgeranno in prima persona. Giusto per far politica, quella utile del futuro