Un piccolo sopravvento di nausea. Questa storia dell’ambulanza e del trasferimento di una gravida a 170 Km. di distanza mi lascia solo un senso di nausea. Perché tutti i giorni molti di noi vanno al di là dei limiti imposti dalle regole del proprio lavoro per non permettere che una tale disorganizzazione possa prendere il sopravvento sulla realtà delle cose. Perché quella corsa disperata ha annullato tutta l’opera di quanti ogni giorno vanno davvero “oltre” per evitare questi risultati. E quello che resta dovrebbe essere “diverso”. Perché un vero cambiamento politico dovrebbe passare da un maggiore ascolto. E se ci ponessimo in ascolto resteremmo spiazzati, perché sentiremmo parole diverse dall’accusa semplice rivolta ad un “chiunque” responsabile. Se raccogliessimo i commenti più numerosi, scopriremmo un cordoglio diverso, il cui comune denominatore diventa “è anche colpa mia”. Ecco: voler cambiare tutta la nostra politica significherebbe passare attraverso questa strettoia. E questo vorrei anche dalla mia parte politica. Perché, prima di tutto, anche chi è all’opposizione dovrebbe iniziare la propria valutazione partendo dal sentimento che è anche colpa nostra. Perché significa non essere stati in grado di essere davvero determinanti riguardo un aspetto essenziale. Non basta dire di averlo detto. E spero che la nausea non aumenti venendo a sapere che qualcuno possa farne momento di polemica politica. Ora capisco le parole del requiem. Cuncta stricte discussurus
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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