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Ritornando dagli Stati Uniti, prendo d’infilata la notizia che Barack Obama ha deciso la nomina del suo vicepresidente in caso di vittoria: è Joseph R. Biden Jr., 65 anni, cattolico. Molto noto negli USA, è segnalato soprattutto dalla stampa americana come grande esperto e leader democratico da circa 30 anni in politica estera ed al centro degli snodi della politica estera americana: dai trattati per i missili balistici con l’Unione Sovietica, alla Serbia, Kossovo, ai rapporti con Israele. La decisione di Barack Obama punta sicuramente a segnalare l’importanza dei temi di politica estera per la prossima presidenza Usa e a coprire un lato considerato “scoperto” da tutti gli osservatori politici statunitensi: l’esperienza dello sfidante democratico sui temi di politica internazionale. Meno enfatizzata è l’estrazione “cattolica” di Biden, anche se non sfugge la ricerca di voti in questo settore, considerato più incline a votare democratico rispetto ai fondamentalisti precedentemente conquistati da Bush. Sicuramente Biden è persona nota della politica americana e considerato uno che “parla col cuore in mano” senza paura di eventuali gaffes e non uno yes-man. Interessante anche l’aspetto mediatico della nomina. Infatti lo stesso Obama aveva promesso un lancio della notizia via sms ed e-mail, ma sembra essere stato bruciato di pochissimo dalle agenzie di stampa che erano venute a conoscenza di movimenti di vario genere verso Biden, soprattutto sulla analisi che lo staff di Obama stava compiendo su eventuali “falle” nella vita politica di Biden. Poco ripresa, al momento, dai commenti dei guru dell’informazione, la mancata chiamata di Hillary Clinton, che a dire la verità era un po’ sparita dalle cronache politiche americane.
Go Obama!