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Se siete di sinistra e se la lettura dei giornali oggi non vi ha riservato particolari emozioni, posso consigliarvi la lettura dell’intervista a Giorgio Cremaschi rintracciabile qui. Anche se vado contro i miei interessi, perché alla fine potreste non essere più di sinistra. Ma corro il rischio per dovere di verità. L’intervista mantiene quanto promette dal titolo “Mai più al governo, mai più con il PD” e si dilunga sulla nuova strategia di questa parte di sinistra: l’avversario vero sono il riformismo e il PD; “chi pensa che il dialogo con il Pd debba essere la bussola – leggi Vendola – sbaglia di grosso: quello contro il moderatismo riformista deve essere un elemento fondativo della svolta di Rifondazione» ed altre cineserie del genere. Che il nostro sindacalista voglia abbandonare la strada di Togliatti non è cosa nuova. Ma il vertice del ragionamento, il cuore della nuova linea politica, il punto a cui deve tendere la nostra tensione è presto raggiunto da queste scultoree parole: “…I cittadini devono sapere che il loro è un voto utile non perchè Rifondazione andrà al governo, ma perchè sarà in grado di capitalizzare quel consenso per creare, come diceva Ingrao, un dubbio nei vincitori”.
Mettere dubbi a chi vince? E’ questo l’orizzonte di Rifondazione?
“La storia del Pci è questa. Le persone lo votavano sapendo che non sarebbe mai andato al governo. Eppure, un solo voto in più al Partito comunista dava più forza alle lotte”.
Non so dove andremo a finire, dico noi sinistra, con presunti dirigenti di questa statura politica. La speranza comunque è che finalmente Cremaschi raggiunga la tanto agognata “autonomia politica” che anela a più riprese nell’intervista, e che ci lasci in pace. Perché l’autonomia dalle persone, dal raziocinio e dal mondo in generale mi sembra che l’abbia già ampiamente conquistata.
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