Oggi si è svolto un interessante incontro di presentazione del “nuovo manifesto di bioetica laica” a cura della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni. Solamente il parterre dei relatori vale una citazione: da Carlo Augusto Viano a Gianni Vattimo, passando per Carlo Flamigni, Alberto Piazza, Eugenio Le caldano, Maurizio Mori per finire a Mario Riccio (il medico di Piergiorgio Welby) coordinati da Tullio Monti, il coordinatore della Consulta Torinese. Dibattito quindi ricco di cui speriamo vengano pubblicate le risultanze. Il discorso è sicuramente molto impegnativo e difficile, ma è innegabile che oggi la bioetica suscita grande interesse in tutta la cittadinanza e quindi un rilevante peso anche politico. Pur non entrando nello specifico della discussione e non potendo registrare qui le osservazioni di parte cattolica, credo comunque utile annotare alcuni caratteri utili che sono in campo nella discussione odierna. Intanto è da citare come la bioetica venga intesa spesso come uno strumento di difesa dalle innovazioni scientifiche e tecniche, lasciando la stessa medicina sotto scacco e riportandola sotto il controllo di una tradizione che, secondo alcuni, possa normarne l’attività al di là delle sue discussioni interne. Altro aspetto riguarda il tentativo in questa materia di imporre i propri contenuti e convinzioni, attraverso la forza delle leggi dello Stato, a tutta la cittadinanza. Altra difficoltà nella conciliazione delle diverse posizioni è la necessità o meno di rifarsi ad un corpus dogmatico, vincolante anche nel confronto tra le diverse tesi. Centrale in questa discussione è anche il rapporto di fronte all’ordine naturale, da una parte considerato intrinsecamente benefico e dall’altro non vincolante nella capacità di miglioramento mediante lo sviluppo di tecniche che amplino le diverse scelte umane nei confronti appunto dei limiti naturali. Discussione sempre aperta è anche quella del rischio del “paternalismo” medico. Temi inoltre che hanno infiammato i confronti negli ultimi anni sono la cosiddetta contraccezione d’emergenza (pillola del giorno dopo), la ricerca sulle staminali embrionali, il testamento biologico, le differenze di genere e l’orientamento sessuale. Significativo comunque appare la chiosa del documento di presentazione: “la bioetica laica è parte di un impegno per una società in cui cresca lo spettro dei modi di vita possibili e diminuiscano le sofferenze dovute all’imposizione di un certo atteggiamento di pensiero, piuttosto che di un altro, soprattutto per una società in cui nessuno possa imporre divieti ed obblighi in nome di un’autorità priva del consenso delle persone sulle quali pretende di esercitarsi.