Non è difficile capire le implicazioni del fatto successo a Barletta: una clinica compra un farmaco su Internet la cui somministrazione provoca un morto e altre due persone avvertono sintomi da shock anafilattico. E’ un caso che in economia si potrebbe chiamare “fallimento di mercato”, cioè le modalità di impiego delle risorse non è nè efficiente nè efficace così come accade in altri settori – leggi ambiente -. In medicina si chiama in altre maniere un po’ più crude, ma immaginiamo che gli organi deputati a chiarire il caso siano già in moto. Quello che rimane è la considerazione che la semplice corsa al mercato per approvvigionarsi di beni di una certa complessità e delicatezza di impiego non è praticabile, avendosi in questo senso l’immediata risposta alla domanda ” a cosa serve lo Stato?” Senza scomodare ideologie particolari, la questione ci ricorda il commento di Luigi Einaudi che affermava come un mercato diventava efficiente quando si vedevano passeggiare tra i banchi i pennacchi dei carabinieri che vigilavano. Anche per noi che crediamo che lo Stato debba rtirarsi da alcuni compiti che non gli spettano a favore della fiducia nella capacità di intrapresa dei singoli, non passa certo per la testa l’idea che il mercato possa autoregolarsi e autosorvegliarsi in splendida solitudine. Oltre al fatto che il continuo affamamento di risorse in settori così delicati non può che creare il famoso “uomo ladro”. Tantopiù che il problema della scarsa sicurezza dei farmaci acquistabili senza i dovuti controlli su internet è una un problema sempre più dibattuto nei congressi medici di ogni specialità e quindi non definibile come sconosciuto.  Est modus in rebus…