Una sinistra seria e determinata, un ambiente disteso dove con un sorriso si riannodano molte storie per una nuova storia. Questa mi è sembrata la cifra dell’incontro di Torino “La Sinistra nella Provincia di Torino” svoltosi oggi alla Camera del Lavoro tra Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica. Dopo l’apertura di Luciano Gallino la composizione dei tavoli di lavoro sul welfare, lavoro, cultura, ambiente. Contenuti veri e nuovi senza problemi di simboli o forme partito: non sono i distinguo che interessano, ma finalmente la vera pratica plurale di fronte alle questioni più calde. Colpisce infatti la serenità di scoprirsi anche più uguali di quello che poteva sembrare entrando nella grande sala di Via Pedrotti, come l’assenza di ansia nella pratica della pluralità, non solo possibile ma benvenuta. Altri faranno meglio il punto di questa giornata. Personalmente ritengo importanti le conclusioni del gruppo che ha discusso di ambiente. Recuperare innanzitutto lo spirito con il quale sono nati i ministeri e gli assessorati all’ambiente: non semplice “gendarme” o registro delle criticità del territorio, collettore finale delle diverse forme di inquinamento, ma momento trasversale anche nella progettazione degli altri settori dall’industria al turismo. Ambiente che non deve più essere accusato di essere la zavorra di uno sviluppo, che noi intendiamo diversamente dalla crescita, ma opportunità di nuova occupazione e che tramite nuove politiche contribuisce alla diminuzione del costo del lavoro stesso, difende dalla precarietà e porta alla piena occupazione. L’impulso a far crescere una nuova economia ambientale che contribuisce all’analisi di cosa accade nella società, che svela come proprio l’ambiente rappresenti il momento in cui il mercato “fallisce” perché non è in grado di distribuire nella maniera più efficace le risorse che il lavoro della comunità pone a disposizione. E quindi i nuovi ruoli dell’operatore pubblico, del tanto vituperato Stato, chiamato a garantire in questa nuova allocazione di risorse l’equità tra tutti gli esseri viventi e quella intergenerazionale. Superando il nodo del rapporto tra scienza, innovazione ed ambiente: nessun retropensiero antiscientifico, ma anzi lo sviluppo della ricerca e dell’informazione che diventino bene comune condiviso e che costruiscano una scienza stavolta veramente sostenibile. Uno sviluppo da non confondere con una generica crescita. Un ambientalismo finalmente moderno e che ha voglia di confrontarsi a tutto campo con tutti, senza paure e su tutti i terreni, perché è proposta e non pone al centro la politica dei No. Quindi, buona la prima !
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