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Un buon dibattito quello di sabato all’Unione Culturale su “Sinistra a Torino dal titolo “I confini aperti del Socialismo europeo”, a cui hanno partecipato Valter Giuliano, M.Grazia. Sestero, Dorino Piras, Tullio Monti, Beppe Garesio, Alberto Nigra. Buona partecipazione di pubblico con quasi tutte le novanta sedie disponibili occupate, malgrado l’ora e la coda della manifestazione della CGIL che si è svolta un po’ prima. Purtroppo non è stato possibile spostare il dibattito programmato da diverso tempo. La sensazione migliore è stata il fatto, come ha sottolineato Valter, di ritornare a parlare di politica, cosa che effettivamente non facevamo da diverso tempo. Non posso ora fare il resoconto delle cose dette e traccio due note in fretta, ma posso certamente dire che davvero molti motivi di divisione non esistono ormai più e che, a volerlo, lo spazio per essere operativi come sinistra esiste già ora, insieme, con la possibilità che le diverse tradizioni, di provenienza ambientalista, comunista e socialista (il femminismo a mio avviso è davvero trasversale e le permea  tutte) possano portare i loro contributi senza elidersi a vicenda.
Un rischio sicuramente continuo ad intravvederlo: quello che i diversi piccoli capetti tentino di “primeggiare” in questo processo e richiedano inutili “analisi del sangue” al proprio vicino, finendo con veti incrociati e schemi di scomposizione e ricomposizione incomprensibili a tutti noi. Questo sicuramente non è avvenuto sabato, dove uno dei dati davvero presenti in tutto il dibattito è la sottilinatura di una sorta di stordimento rispetto all’offensiva “culturale” del “leader dello schieramento opposto”.  Non sono volate parole strane ed incomprensibili, scomuniche, distinguo rispetto al passato. Si è guardato avanti cercando dai diversi punti di vista di capire perché, come dice il Censis, la nostra società si è ridotta a questa “mucillagine” in cui le pulsioni personali non sembrano essere più ricomponibili in un progetto più vasto, condiviso.
La sensazione finale è che forse la sinistra potrà effettivamente tornare a rappresentare le richieste della propria gente – e che tornerà ad essere maggioranza – se abbandonerà i puri tatticismi di piccola bottega e le forme politiche che attualmente vorrebbero “annettersi” a vicenda, mandando a casa dapprima chi ci ha portati tutti in questo vicolo cieco e tornando a praticare la democrazia in “presa diretta”, lasciando che i piccoli cacicchi locali continuino a giocare da soli con i loro alchimismi.
Di mio aggiungo che il collante che proporrò di usare si chiama, nella sintesi dei miei valori politici, Socialismo.