Gli interventi di lotta alla povertà, ai cambiamenti climatici, alle diseguaglianze di salute e via discorrendo, hanno tutti una specificità: a volte funzionano, a volte no e nessuno sa spiegare bene il perchè. Da una parte gli amministratori – chi avrebbe in teoria il potere e la possibilità di far cambiare le cose – non sembrano possedere gli strumenti, anche culturali, per affrontare bene i problemi. Dall’altra chi produce idee sembra completamente disarmato. Ciò che sembra mancare è un metodo che possa far incontrare questi gruppi di “attori” e farli lavorare in maniera produttiva, senza lasciare che la risoluzione di questi problemi sia lasciata all’improvvisazione o a condizioni fortunose. Basterebbe, in questi casi, iniziare a costruire esperienze sul campo e verificarle rigorosamente controllandone l’efficacia senza distorsioni ideologiche, comparare costi ed efficacia e capire se continuare o meno sulla via intrapresa. Si chiama metodo scientifico e continua a funzionare, malgrado alcuni si perdano nel denigrare le conquiste che ci hanno permesso di vivere meglio rispetto al passato ed altri continuino a declamare il primato della politica che – per colpe personali, certamente – non ho ancora ben capito cosa sia nell’applicazione pratica.