Da segnalare due interessanti articoli sulla costituenda formazione “Green Italia” – che si riunirà il prossimo 28 giugno a Roma – con i contributi di Della Seta- Ferrante e Beppe Gamba di cui riprendo un inciso significativo
Quello che stiamo proponendo non è una nuova “formula” dei Verdi: io sono convinto che, purtroppo, in Italia, i Verdi Italiani e gli ambientalisti – a torto o a ragione – abbiano dato di sé l’idea di quelli che non fanno fare le cose. Noi ci proponiamo, al contrario, di “fare le cose” giuste, “fare le cose” dello sviluppo sostenibile. E fare le cose vuol dire anche che le ferrovie si debbano costruire, se necessarie, che gli impianti per il trattamento dei rifiuti sorgano sul territorio, se c’è bisogno, che gli impianti di produzione delle energie rinnovabili vadano realizzati. Certo, bisogna rispettare le regole, prima di procedere, occorre la valutazione di impatto ambientale: non è che ogni volta, un amministratore è costretto a correre dietro a un comitato Nimby locale! Perché altrimenti, torneremmo al passato. I Verdi italiani e una parte del nostro ambientalismo (a differenza di quanto accade in Europa) hanno finito con l’incarnare solo il “no”: al cambiamento e a un modello diverso di politica ambientale.
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