Vi ricordate lo scrutinio elettronico?
Era quella sperimentazione iniziata per le Europee del 2004 e replicata nel 2004 e
2006 in alcune Regioni italiane (Liguria, Lazio, Puglia e Sardegna) per cui, all’interno di alcuni seggi, era presente un operatore informatico il cui compito era quello di inserire su computer i voti che man mano venivano scrutinati.
Una volta acquisiti, i voti telematici venivano riversati sul computer centrale della sede elettorale per essere inviati al Viminale, con un netto risparmio di tempo.
I test avevano dato responsi positivi e si era pronti al rilancio della procedura.
Il Sole 24 ORE di oggi ci comunica invece che per queste elezioni mancano i soldi per riproporre questa tecnologia.
In passato si poté contare su un budget di 34,6 milioni di € che quest’anno non è stato rifinanziato.
Si ritorna quindi al passato, con la sicurezza che anche per queste elezioni avremo i dati con il contagocce e si riapriranno le polemiche sullo stato di obsolescenza dei nostri sistemi di conteggio e di trasmissione dati, sicuramente non in linea con gli altri Paesi Europei o con democrazie più giovani e guardate con sufficienza quali ad esempio il Brasile.
Se parte da qui l’innovazione tecnologica del nostro Paese siamo a cavallo.
In tutti i sensi…