I bonus, premi distribuiti in funzione dei risultati di un lavoratore dipendente, costituiscono una forma molto antica di incentivazione al lavoro, utilizzati in molti mestieri; la sua forma più comune fu la remunerazione al rendimento, come da lungo tempo avviene nel mondo operaio.
Oggi sono invece conosciuti per essere utilizzati come complemento della remunerazione di coloro che praticano i due mestieri meglio pagati al mondo; quello della finanza e quello dell’intrattenimento. E l’esperienza dimostra che non costituiscono un modo ideale di pagare le persone.
In primo luogo, essi sono spesso ottenuti senza una relazione reale con la performance dell’interessato: così il bonus del banchiere dipende dalla sua capacità di riuscire a compiere dei colpi eclatanti, più che dal numero dei clienti stabili che acquisiscono per la loro banca; e quello dello sportivo dipende dalla sua capacità di attirare pubblicità più che per il valore delle sue prestazioni: così il bonus dei velocisti, come ad esempio quello di Bolt, è molto inferiore rispetto a quello dei golfisti o dei calciatori.
Non è un modo ideale, inoltre, perché il bonus può danneggiare il risultato: un camionista sperando nel premio potrà far correre dei rischi a tutti quelli che incrocerà sulla strada; un operatore finanziario cercherà di prendere il massimo dei rischi, soprattutto se sa che la sua banca è troppo importante perchè fallisca. Uno sportivo cercherà di adeguare il proprio risultato sulla base dei suoi premi; così Sergei Bubka, che ricevette un premio dalla federazione sovietica di atletica ogni volta che batteva un record mondiale , non lo superava che di un centimetro alla volta, durante più di 10 anni dal 1983 al 1994.
Infine perché il bonus non può essere attribuito che a delle persone che svolgono mestieri non essenziali alla vita sociale. Infatti, non si può immaginare che i medici siano remunerati in funzione del successo dei loro trattamenti ne che i professori siano remunerati secondo i risultati agli esami dei loro allievi. Detto altrimenti, un bonus non è accettabile se la società può tollerare che colui che lo possa ricevere non sia sempre al suo meglio, cioè se il suo mestiere non è socialmente vitale. E’ il caso di uno sportivo o di un banchiere. Non quello di un medico o di un professore. Ancora peggio, un medico o un professore che non facesse perfettamente il suo lavoro è punibile di un malus, sotto forma di un ammenda o della stessa interdizione all’esercizio. Considerando che nel caso di un banchiere il bonus è per se stesso, mentre se egli provoca delle perdite, il malus è per il contribuente.
La differenziazione delle contribuzioni secondo l’abilità è evidentemente necessaria, me essa non deve essere di stimolo a prendere dei rischi inutili. Bisogna dunque dapprima riconoscere che percepire un bonus significa ammettere che il suo mestiere è poco importante perchè la società possa tollerare che esso non sia svolto perfettamente. Bisogna poi interdirne l’uso quando possa pregiudicare i beneficiari in maniera nociva alla collettività.
Infine bisogna ccettare che colui che ne è escluso vada alla concorrenza: una banca (come il paese di origine) ha tutto da guadagnare a lasciar partire coloro che l’hanno trascinata nel delirio dei derivati dei derivati dei derivati.
Oggi sono invece conosciuti per essere utilizzati come complemento della remunerazione di coloro che praticano i due mestieri meglio pagati al mondo; quello della finanza e quello dell’intrattenimento. E l’esperienza dimostra che non costituiscono un modo ideale di pagare le persone.
In primo luogo, essi sono spesso ottenuti senza una relazione reale con la performance dell’interessato: così il bonus del banchiere dipende dalla sua capacità di riuscire a compiere dei colpi eclatanti, più che dal numero dei clienti stabili che acquisiscono per la loro banca; e quello dello sportivo dipende dalla sua capacità di attirare pubblicità più che per il valore delle sue prestazioni: così il bonus dei velocisti, come ad esempio quello di Bolt, è molto inferiore rispetto a quello dei golfisti o dei calciatori.
Non è un modo ideale, inoltre, perché il bonus può danneggiare il risultato: un camionista sperando nel premio potrà far correre dei rischi a tutti quelli che incrocerà sulla strada; un operatore finanziario cercherà di prendere il massimo dei rischi, soprattutto se sa che la sua banca è troppo importante perchè fallisca. Uno sportivo cercherà di adeguare il proprio risultato sulla base dei suoi premi; così Sergei Bubka, che ricevette un premio dalla federazione sovietica di atletica ogni volta che batteva un record mondiale , non lo superava che di un centimetro alla volta, durante più di 10 anni dal 1983 al 1994.
Infine perché il bonus non può essere attribuito che a delle persone che svolgono mestieri non essenziali alla vita sociale. Infatti, non si può immaginare che i medici siano remunerati in funzione del successo dei loro trattamenti ne che i professori siano remunerati secondo i risultati agli esami dei loro allievi. Detto altrimenti, un bonus non è accettabile se la società può tollerare che colui che lo possa ricevere non sia sempre al suo meglio, cioè se il suo mestiere non è socialmente vitale. E’ il caso di uno sportivo o di un banchiere. Non quello di un medico o di un professore. Ancora peggio, un medico o un professore che non facesse perfettamente il suo lavoro è punibile di un malus, sotto forma di un ammenda o della stessa interdizione all’esercizio. Considerando che nel caso di un banchiere il bonus è per se stesso, mentre se egli provoca delle perdite, il malus è per il contribuente.
La differenziazione delle contribuzioni secondo l’abilità è evidentemente necessaria, me essa non deve essere di stimolo a prendere dei rischi inutili. Bisogna dunque dapprima riconoscere che percepire un bonus significa ammettere che il suo mestiere è poco importante perchè la società possa tollerare che esso non sia svolto perfettamente. Bisogna poi interdirne l’uso quando possa pregiudicare i beneficiari in maniera nociva alla collettività.
Infine bisogna ccettare che colui che ne è escluso vada alla concorrenza: una banca (come il paese di origine) ha tutto da guadagnare a lasciar partire coloro che l’hanno trascinata nel delirio dei derivati dei derivati dei derivati.
Traduzione personale
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