L’Italia è entrata in una fase di emergenza, in cui sono in gioco i risparmi degli italiani, i posti di lavoro, la tenuta del paese e la sua permanenza nella zona Euro. Da maggioranza e opposizione non arrivano però risposte adeguate.
Lunedì Luca di Montezemolo, in una lettera pubblicata su Repubblica, ha elencato cinque punti che “se attuati simultaneamente e accompagnati da un grande piano di rilancio dell’immagine internazionale dell’Italia, rappresenterebbero un valido argine alla speculazione, ridarebbero una prospettiva di crescita al paese e opererebbero nella direzione di una maggiore equità sociale”:
1) La patrimoniale sullo Stato: prima di chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, la politica e le istituzioni devono mettere mano ai loro stessi costi.
2) Tutti uguali davanti al lavoro, non solo libertà di licenziare: vanno aboliti i contratti a termine (mantenendo solo quelli fisiologici e stagionali), sostituendoli con un contratto unico, a tempo indeterminato, che consenta il licenziamento per motivi economici o organizzativi, ma che protegga il lavoratore dalle discriminazioni.
3) Un nuovo patto fiscale: abbattere le aliquote su lavoratori e imprese. Con l’introduzione di una imposta permanente sulle grandi fortune e l’abolizione degli incentivi alle imprese si potrebbe tagliare in maniera radicale l’Irap. Mentre, vincolando per legge i proventi della lotta all’evasione alla diminuzione dell’Irpef, ad iniziare dai redditi medi e bassi, si creerebbero le condizioni per un positivo conflitto di interessi tra chi paga e chi evade.
4) Pensioni: abolire quelle di anzianità e passare ad un sistema interamente contributivo. Una parte consistente dei proventi generati andranno utilizzati per investire in un welfare dedicato ai giovani e alle donne.
5) Liberalizzazioni: la lista dei settori in cui operare è lunghissima. È fondamentale che insieme ai provvedimenti di apertura alla concorrenza si rafforzino i poteri dell’Antitrust per dare agli investitori la garanzia del rispetto delle regole.
Questo Governo non è in grado di mettere in campo simili provvedimenti. L’opposizione ha una linea di politica economica confusa e non può ora garantire quanto richiesto dall’Europa. Le elezioni non rappresenterebbero dunque una soluzione e paralizzerebbero il paese.
L’urgenza della situazione richiede invece soluzioni immediate: l’unica strada per salvare il paese passa oggi attraverso un governo di salute pubblica, che metta immediatamente in atto le misure necessarie per restituire credibilità internazionale e rimettere in moto l’Italia.
Convinti che la voce della società civile – e di chi la rappresenta – debba oggi farsi sentire in maniera chiara e netta, abbiamo rivolto ieri un appello alle associazioni del mondo produttivo perché anche loro chiedano subito di voltare pagina.
Non si tratta di sostituirsi alla politica ma di chiedere, con fermezza e rispetto, alla politica di ritrovare la forza e il coraggio per fare subito ciò che serve all’Italia.
Per approfondire:
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