Un interessante articolo di Tommaso Trenti apparso sul sito www.lavoce.info ha ripreso la recente proposta del Governo di ridurre alcune tariffe per prestazioni di laboratorio diagnostiche sanitarie, precedentemente regolate da un decreo ministeriale del 1996. Guardando le diverse realtà regionali, si scopre così che le diverse analisi che tutti noi eseguiamo prima o poi, hanno costi consistentemente diversi se si abita in Emilia Romagna o in Sicilia. Il fatto è poco comprensibile perchè sono prestazioni simili su tutto il territorio nazionale e non sono inserite nei percorsi che ad esempio segue un cittadino che viene ricoverato. Se è difficile pensare che i costi di produzione degli esami sono gli stessi così come quelli delle risorse umane (regolati da contratti nazionali) perchè queste differenze? Se la domanda è di difficile risoluzione, esistono però almeno due condizioni che sono invariabilmente legate al maggior prezzo: il numero dei laboratori e la percentuale degli erogatori privati. Ma è soprattutto la conclusione dello studio che è da sottolineare:
“…è molto verosimile che una riduzione nella remunerazione degli esami di laboratorio provochi non pochi problemi per i laboratori, sia pubblici che privati, nelle Regioni che ora applicano il tariffario nazionale in modo virtuoso, con serie difficoltà a mantenere attive politiche d’innovazione tecnologica e professionale così mettendo a rischio la diagnostica offerta ai cittadini. Mentre la revisione poco o nulla inciderà nelle realtà regionali che dovrebbero essere incentivate e spinte a una maggiore efficienza produttiva utile a ottenere effettivi e consistenti risparmi. Anche partendo da un aspetto se si vuole marginale, come quello offerto da tre esami di diagnostica di laboratorio, non si può non concordare con Daniela Minerva, quando nel suo libro “La Fiera delle Sanità” afferma come la sanità italiana sia un mosaico di identità e valori ove chi è stato capace di governare le risorse e responsabilizzare tutti ce l’ha fatta. Chi invece ha sprecato denari ed energie in clientele e convenzioni no.”
In Piemonte il Governo Regionale di Mercedes Bresso è stato capace di governare in maniera trasperente e efficiente le risorse con la responsabilizzazione di tutti. Stiamo attenti a consegnare la nostra salute e la nostra sanità al modello “lumbard” privatistico e costoso. Fermiamoli sul Ticino! Sosteniamo Mercedes Bresso alle prossime elezioni regionali.