“Sono secoli che abbiamo il petrolio, ma prima o poi finirà, a differenza del sole”. Parole dello sceicco Saud bin Saqr al-Qasimi, Principe dell’Emirato di Ras-al-Khaimah. Emirati Arabi Uniti per intenderci. E quindi chiama Thomas Hinderling, Direttore del Centro svizzero di elettronica e microtecnologie di Neuchatel e finanzia un suo progetto per la costruzione di una centrale a solare termodinamico che, a regime, produrrà più energia della più grande centrale nucleare svizzera, appunto. Inizialmente avrà un diametro di 100 metri di diametro e successivamente sarà ingrandito fino ad arrivare ad un diametro di 3 – 5 Km. e spostato in mare. Oltre che per usufruire di spazi liberi, lo spostamento marino assicurerà l’operatività della centrale che di notte funzionerà ad idrogeno tramite elettrolisi. La tecnologia prevede la riflesione dei raggi solari su tubi contenenti acqua tramite decine di migliaia di specchi. Il calore del sole trasformerà l’acqua in vapore in grado di far girare semplici turbine con generazione di energia elettrica. Un po’ come far entrare la luce del sole in un imbuto. Concentrarla in un raggio e indirizzarla su un tubo dell’acqua per scaldarla. Il progetto costerà circa 5 milioni di $ e il business sembra assicurato. I costi dichiarati sarebbero molto contenuti, di circa 100$ al metro quadro. L’investimento potrebbe sicuramente essere non conveniente in alcune aree europee. Ma secondo Massimo Scalia se paragonata con la Sicilia differenza non è molta: a Dubai il sole irradia orientativamente 2500 calorie per Km2 mentre nella nostra isola siamo attorno alle 1700. Lo stesso Hinderling ritiene possibile realizzare il progetto in Sicilia. L’unico motivo di dubbio sarebbe la realizzazione dell’opera in centri densamente abitati, superabile se la costruzione venisse fatta in aree isolate o sul mare.
Il pensiero chiaramente corre all’opportunità gia persa con il progetto totalmente italiano “Solare di Archimede” che con tecnologia simile avrebbe occupato un’area di circa 20 ettari, naufragato in recenti tempi con altri governi. E’ curioso come i produttori di petrolio, che pure almeno per un po’ l’energia l’avranno, superino in coraggio e capacità progettuale chi non possiede riserve di oro nero. E sfruttino lo stesso nostro sole facendone un ulteriore investimento.
Il pensiero chiaramente corre all’opportunità gia persa con il progetto totalmente italiano “Solare di Archimede” che con tecnologia simile avrebbe occupato un’area di circa 20 ettari, naufragato in recenti tempi con altri governi. E’ curioso come i produttori di petrolio, che pure almeno per un po’ l’energia l’avranno, superino in coraggio e capacità progettuale chi non possiede riserve di oro nero. E sfruttino lo stesso nostro sole facendone un ulteriore investimento.
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