Tra la ricandidatura di Franceschini e l’espulsione di Rizzo dai Comunisti Italiani, scelgo invece una notizia importante letta attraverso il blog di bioetica che riprende un’agenzia adnkronos: il neurologo Carlo Alberto Defanti, che ha avuto in cura Eluana Englaro e che era stato deferito all’Ordine dei Medici di Bergamo, non ha violato il codice deontologico e il caso è stato archiviato. L’archiviazione non permette di conoscere, se non per il diretto interessato, le motivazioni che hanno condotto la giuria di 15 colleghi medici appunto all’archiviazione. Se, giustamente, il Presidente dell’ordine di bergamo, Pozzi, spera che che si plachino le polemiche sul caso, non possiamo non essere felici di questa decisione che segna un punto importante soprattutto per la capacità di preservare nei giusti binari la professione medica e la propria deontologia professionale, strumento a mio modo di intedere ancora molto moderno e tutelante l’alleanza tra il medico ed il paziente. Credo comunque che a tutti sarebbe piaciuto che la politica e gli organi di informazione si fossero occupati di questa questione, centrale per gli sviluppi che potrà avere domani sulle scelte etiche dei medici e delle persone a loro affidate. Ma l’etica, oggi, sembra debba essere scomodata più per le pruderie del Presidente Consiglio o le intenzioni di candidatura rimangiate, che per le questioni che potrebbero far crescere la nostra coscienza civile. Pazienza, poteva andare peggio…
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