Un medico, anche in politica, dovrebbe rimanere un medico. Ma cosa vuol dire? Il significato della frase può essere compreso dalle caratteristiche che Talcott Parsons riteneva fondamentali in chi esercita una “professione” – medici, sacerdoti, giuristi – differenziandole da quelle che contraddistinguono le pure “occupazioni” o “mestieri”. Il ruolo sociale di chi esercita una vera professione deve presentare quattro caratteristiche.
-“universalismo”: dal professionista ci si aspetta che non faccia favoritismi;
-“specificità di funzione”: gli si riconosce autorità nel suo campo specifico di intervento;
-“neutralità affettiva”: eviterà i sentimenti di amore e di odio, o almeno li controllerà, in modo che non interferiscano nella dinamica della relazione professionale;
-”orientamento verso al collettività”: dal professionista ci si aspetta che agisca in modo altruistico e non per denaro, a differenza di chi esercita un mestiere; nessuno può pensare che un commerciante mantenga indefinitamente aperta un’attività in perdita, ma ci si aspetta che il sacerdote, il giudice e il medico agiscano tenendo presente solo il bene della collettività e non il guadagno economico.
I tempi attuali non sembrano offrire molti esempi illustri in tal senso sia fuori che dentro la medicina. Ma ciò non toglie che queste caratteristiche possano essere il contributo che un medico sano possa donare alla gestione della cosa pubblica
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