I Padri gesuiti definiscono “scelta giustificabile” quella del riconoscimento giuridico del legame tra persone dello stesso sesso.
In attesa di leggere in originale l’articolo comparso sulla rivista della Compagnia di Gesù “Aggiornamenti sociali” diretta da Padre Sorge, prendiamo buona la sintesi apparsa su Repubblica a firma di Zita Dazzi.
Le conclusioni a cui arriva l’articolo è che “il riconoscimento giuridico, quale presa d’atto di relazioni già in essere, trova la sua giustificazione in quanto concorre alla costruzione del bene comune. Prendersi cura dell’altro stabilmente è contributo alla vita sociale”.
Altra precisazione riguarda l’obiezione da parte di chi sostiene che il riconoscimento legale delle coppie gay minerebbe le fondamenta del matrimonio tradizionale.
“La centralità sociale del matrimonio – sostiene l’articolo – è collegata la compito della generazione ed educazione di nuovi individui”. Pare difficile che riconoscere alcuni diritti fondati su una continuità di una convivenza affettiva possa portare “alla svalutazione” della famiglia tradizionale. La richiesta degli omosessuali per ottenere il riconoscimento legale troverebbe sostegno nell’articolo 2 della Costituzione il quale “prescrive che alla persona debbano essere riconosciuti diritti inviolabili e imposti doveri inderogabili sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità”.
L’articolo, per ciò che riguarda la forma giuridica di riconoscimento, propenderebbe per la semplice registrazione della convivenza senza manifestazione di consenso, per evitare di “introdurre modelli paralleli a quelli matrimoniali”.
Senza dubbio la presa di posizione apparsa su “Aggiornamenti Sociali” ha il merito di aprire uno spazio qualificato al confronto e, come spiegano gli stessi redattori, “fuori dalle strumentalizzazioni politiche”.