La prima scrematura è stata compiuta: pur con il dovuto rispetto per gli altri candidati, restano quindi in piedi Davide Gariglio e Piero Fassino. E il finale non è scontato. Sembra infatit anche delineata la “cornice” all’inteno della quale si muoveranno i due candidati su cui convergeranno le scelte degli elettori del centrosinsitra. Da una parte Piero Fassino nella parte dell’”usato sicuro”, del politico esperto capace di tenere la barra dritta e portare a sponde sicure una città che si interroga su cosa potrà diventare, oltre a permettere una crescita e la formazione senza scossoni di una classe dirigente di giovani che scalpitano senza ancora aver maturato il carisma necessario per proporsi autonomamente ai torinesi. Dall’altra Davide Gariglio che sembra incarnare in proprio quei giovani che reclamano il “cambiamento” ed avendo amturato comunque una certa esperienza politica nei banchei del Consiglio Regionale del Piemonte. In questi venti giorni vedremo se i due candidati sapranno uscire dai ruoli che sembra siano stati loro assegnati. E se i torinesi sceglieranno di navigare verso nuovi spazi generazionali e di idee o, come forse nella loro natura più profonda, sceglieranno l’esperienza per iscire da un momento certamente difficile e poco chiaro della loro storia. E noi cercheremo di seguire come si proporranno i due candidati e cosa si agita nella pancia di Torino
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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