Nuova strategia in Gran Bretagna per le fonti rinnovabili. Il Premier Gordon Brown e il Ministro per l’Energia, John Hutton, hanno annunciato l’intenzione di installare almeno 350 grandi centrali eoliche con 7 mila turbine a vento per produrre un equivalente di elettricità in grado di alimentare tutte le case inglesi. Attualmente la Gran Bretagna produce almeno 2 Gigawatt dall’eolico con un prossimo sviluppo per altri 8 GW entro il 2016. Un GW alimenta circa 750 mila abitzioni e quindi se l’obbiettivo delle nuove centrali da 25 gW sarà raggiunto, potranno essere soddisfatte le esigenze di circa 19 milioni di abitazioni. Queste fabbriche del vento saranno costruite in mare ad una distanza dalle coste di circa 5-6 Km per ridurre gli impatti ambientali. Tra i progetti già approvati quello di London Array all’estuario del Tamigi con 271 turbine che dovrebbero produrre nel 2014 1 GW di energia. Critica sulla possibilità di produzione delle turbine la British Wind Energy Association, che indica come realistica la produzione di 10 GW dall’eolico per il 2020. Le turbine marine hanno comunque dei vantaggi rispetto a quelle in terraferma: possono avere dimensioni maggiori e possono giovarsi del maggior vento presente in mare. Dal punto di vista della spesa il concetto si rovescerebbe: le turbini marine costerebbero 1,6 milioni di sterline a megawatt rispetto ad 1 milione per quelle a terra. Anche i costi operativi per la manutenzione sarebbero maggiori per quelle offshore. Interessante però rimane il volume d’affari sviluppato dal mercato delle energie rinnovabili per ridurre la CO2 che secondo stime industriali ammonterebbe a circa un trilione di sterline nei prossimi cinque anni. La chiosa del direttore di confindustria britannica, Richard Lambert è comunque illuminante: “E’ chiaro che la formula business as usual di fronte al riscaldamento terrestre non è un’opzione ed è una faccenda che riguarda tutti, non solo il Governo, perché calcoliamo che il costo per la conversione a energie rinnovabili entro il 2030 sarà di circa 100 sterline (150 €) l’anno per famiglia, l’1% del PIL britannico”