Questa campagna elettorale ci sta consegnando un dato molto chiaro: la ricerca, l’innovazione, lo sviluppo tecnologico sono definitivamente spariti dall’agenda politica in Italia. Mentre infatti nella scorsa tornata elettorale qualcosa si era balbettato in proposito, oggi non se ne occupa nessuno. Eppure i motivi per interessarsene ci sarebbero. L’economia e l’industria si reggono infatti proprio sull’innovazione e la ricerca ed il problema redistributivo non può nemmeno essere posto se non c’è nulla da distribuire. Ma i legami tra economia e ricerca sembra che nessuno l’abbia ancora compreso. Politicamente è come se presentassimo una bellissima spider – rossa, verde o blu decidete voi – senza preoccuparsi di avere la benzina per farla andare. Forse bisognerebbe anche porsi il problema che una certa parte del nostro precariato è costituito proprio da ricercatori, universitari post-laurea che a questo punto non possono trovare sbocchi perché nel nostro Paese la ricerca non sembra servire a molto, non viene considerata come un vero e proprio propellente di sviluppo. Persino chi auspica la decrescita felice è comunque convinto che questa possibilità non possa attuarsi senza un serio sviluppo tecnologico e di ricerca che possano permetterci di razionalizzare, rendere maggiormente efficienti i nostri consumi limitando l’uso – improprio – di risorse. Nei prossimi anni avremo la possibilità di applicare idee che ci faranno superare problemi che ci portiamo a spasso da secoli e a loro volta queste idee introdurranno qualche nuovo problema. Ma una cosa è essere all’interno di questo sviluppo, capirlo fin dall’inizio per sapersi porre in maniera corretta queste nuove domande, altra cosa è restare indietro senza padroneggiare questi nuovi sviluppi ed aspettando che altri, dall’esterno, sfruttino tutto il vantaggio competitivo sia economico che politico-morale lasciandoci agitare nel sottosviluppo o nel problema di dover localizzare all’estero produzioni a basso contenuto innovativo e tecnologico. Bisogna fare molta attenzione a questi problemi e cercare di non cadere nella trappola di Shopenhauer quando dice: “Tutti prendono i limiti della loro visione per i limiti del mondo”. Staremo a vedere…