Mio figlio ha nove anni: a malapena ho a disposizione ancora dieci anni scarsi in cui cercare di cambiare la condizione attuale per fare in modo di non doverlo spingere a tutti i costi ad andare a studiare o lavorare all’estero. Siamo infatti nella situazione in cui sta diventando un obbligo cercare formazione e lavoro in Paesi che a differenza del nostro non si stiano avviando verso la decadenza. Questo non è accettabile, perché formarsi all’estero deve rimanere una possibilità, una scelta e non, appunto, un obbligo. Anche per tutti coloro che non possono permettersi di andare nelle università europee o americane, e rimarranno svantaggiati per tutto il proprio ciclo lavorativo, non avranno un insieme di esperienze e conoscenze tali da poter far fronte ai loro coetanei d’oltreconfine. Il parlamento europeo può rappresentare la sede più idonea per affrontare questo problema e permettere una libera e qualificata formazione, costruendo le possibilità per far rientrare nei propri paesi d’origine chi è andato a formarsi all’estero. Permettendo anche ai paesi di provenienza di crescere culturalmente e di poter affrontare attraverso tutti gli strumenti necessari, un nuovo tipo di crescita e sviluppo basato appunto sulla conoscenza. Anche per questo il nostro voto in l’Europa per coloro che siederanno nei banchi del Partito Socialista Europeo è fondamentale. Il nostro voto per Sinistra e Libertà
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