Molto si discuterà del provvedimento sulla detassazione fiscale degli straordinari e comunque delle componenti variabili del salario.
Lasciando da parte al momento il pericolo dell’aumento delle ore soprattutto per le lavorazioni pericolose, con conseguente rischio di maggiori incidenti, resta il fatto che il provvedimento non sembra comunque funzionale agli obiettivi prefissi.
Per diverse ragioni. Un rischio vero è ad esempio l’aumento dell’elusione fiscale, che verrebbe a questo punto pagata da tutti gli altri lavoratori.
Il rischio è che sia i datori di lavoro che i dipendenti cercheranno di spostare la contribuzione dalla parte fissa a quella variabile.
Poniamo che io guadagni 100 €: di questi al momento ne vengono tolti diciamo 25 € per le tasse e 25 € perla contribuzione sociale.
Quando passerà la detassazione la quota prelevata sullo straordinario potrà essere solo di 10 €: è chiaro che a questo punto tenterò sia io che il mio datore di lavoro di “caricare” sullo straordinario la quota più alta possibile con un beneficio diretto per me, ed eventualmente per l’azienda, ma non per lo Stato che tradotto significa servizi sociali e pensione.
Il governo però sta pensando ad introdurre delle limitazioni sostanziali, con un meccanismo di calcolo che non potrà essere che molto complesso e che interverrà probabilmente sulle addizionali regionali, in sostanza sulle tasse che paghiamo a livello locale.
Immaginiamoci quindi una ulteriore complicazione di un sistema fiscale, il nostro, tra i più complicati del mondo!
La ragione di tutto ciò è spiegata dal Governo Berlusconi con la facilitazione che si otterrà nella contrattazione decentrata, legando maggiormente il salario alla produttività.
Ma per far questo non credo sia necessario far pagare tutti gli altri contribuenti in maniera mascherata, basterebbe tagliare la tassazione sul lavoro per tutti i lavoratori ed eventualmente riformare la contrattazione.
Oltre al fatto che per incentivare le forme di contrattazione decentrata nessuno vede la necessità di sgravi fiscali.
E per tagliare ad esempio le tasse sul lavoro senza ricadute sui servizi pubblici, una proposta potrebbe essere quella di ricorrere al
doppio dividendo, anche in questo blog precedentemente accennata.