A Milano non si parla più di Ecopass. Mentre a Londra l’esperienza continua a crescere, esigenze elettorali varie impongono, diciamo così, cautela sull’argomento. La testata on line “L’Inkiesta” ha fatto due conti sull’esperienza con alcuni dati da tenere presente se si volesse disquisire sull’esperienza milanese. Malgrado i limiti e l’applicazione contorta, non si possono rimarcare alcuni dati positivi come un calo del traffico complessivo di quasi il 13% e un abbattimento delle Pm10 del 30%. Si potrebbe parlare a lungo delle parti più controverse, ma su una credo sia necessario soffermarsi. Se ad esempio si applicasse la semplice norma che i ricavi dell’applicazione del provvedimento fossero destinati ad incentivare il trasporto pubblico ed il suo uso – nuovi mezzi, abbattimento dei costi degli abbonamenti annuali al servizio pubblico – credo che i cittadini delle grandi città accoglierebbero con maggior favore l’introduzione di provvedimenti di questo tipo. A Londra, ad esempio, ampie fasce di popolazione sono esentate dal costo del biglietto per l’uso del trasporto pubblico che viene finanziato proprio dalla “congestion charging” (a Londra, più correttamente, è un provvedimento anti-congestione). Fare “ambiente” non significa piantare più fioriere, ma seguire alcune leggi economiche con intelligenza.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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