Qualche cifra per comprendere lo scontro Unione Europea – Italia sulle misure a favore del clima.
Berlusconi calcolava ieri un prezzo per ridurre le emissioni  di CO2 di circa 18 miliardi di € all’anno – stima più bassa rispetto a quella che il Governo italiano quantificava solo mercoledì scorso di 25 miliardi.
Il commissario europeo all’ambiente, Stavros Dimas, rileva invece un impegno di spesa compreso tra i 9,5 ed i 12 miliardi. (…)


Inoltre il pacchetto per contenere l’effetto serra “permetterà all’Italia di fare l’affare migliore” – continua Dimas. “Gli interventi per contenere le emissioni faranno crescere l’occupazione dello 0,3%, e il costo per lo Stato italiano non sarà l’1,4% del Pil entro il 2020, ma sarà contenuto tra lo 0,51% e lo 0,66% del Pil. Non capisco perché l’Italia sia così pessimista”.
Richiamo di alto profilo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che – secondo fonte Repubblica web – ha affermato: “Nonostante la crisi finanziaria che sta colpendo i paesi più avanzati, occorre egualmente indirizzare le relazioni economiche e commerciali internazionali ed i modelli di crescita in maniera da consentire a tutti i paesi un effettivo progresso secondo linee compatibili con la doverosa salvaguardia delle risorse naturali e del patrimonio ambientale del pianeta”. “Stiamo entrando in un periodo di grandi difficoltà economiche e finanziarie – ha detto il presidente – il rischio è quello di farsi dominare da preoccupazioni che sono separate dalla tutela dell’ambiente”. Invece tra le due cose “c’è un legame stretto e positivo” che unisce la natura e “le risposte all’esigenza di crescita dell’economia e dello sviluppo mondiale”. “Tenendolo presente – ha concluso Napolitano – troveremo l’unione tra il sostegno all’economia e la tutela ambientale. E’ qualcosa che spetta ai governi, ai parlamenti, alle forze della società”.