“Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro”. Claudio Scajola, ha con queste parole, inaugurato la nuova centrale elettrica di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia. Secondo i suoi addetti stampa avrebbe in qualche modo commemorato i due morti caduti durante la costruzione dell’opera. Bisogna dire che di certe modalità di commemorazione ne facciamo volentieri a meno, perché le parole del Ministro, stante la volgata corrente della lingua italiana, non sembrano proprio adatte a commemorare la vita di chiunque. La contraddizione in termini, a volerla poi leggere bene, sta proprio sul quel “tutto è controllato, tutto è sicuro”, valido forse dopo l’inaugurazione dell’opera, mentre continuerebbe ad esistere una zona grigia precedente nella quale è possibile immolare qualche vita umana. Ad occhio mi sembra l’eterna disputa tra i mezzi ed i fini: ottenere la massima sicurezza dopo attraverso la scarsa sicurezza sul lavoro prima.
A meno che un Ministro della Repubblica possa bistrattare il senso della lingua italiana in mnaiera così personale da esere compreso, nella vera natura delle proprie dichiarazioni, solamente da una parte ristretta della popolazione. Così come precedentemente successo dando del “rompicoglioni” a Marco Biagi dopo la sua morte.