Credo sia corretto il commento che Mauro Del Bue (di cui riporto un estratto) ha scritto riguardo la divisione all’interno degli schieramenti -ma fondamentalmente del Partito Democratico – sul voto al decreto Legge sull’alimentazione forzata: …ciò che emerge con chiarezza è che i due partiti politici maggiori sono senza identità e si frantumano, soprattutto il Pd, di fronte ai problemi etici. Che non sono “altro” dalla politica, ma ne rappresentano l’aspetto più nobile. Rispondere a quale modello di società costruire, a quale rapporto tra gli uomini, a quale concezione della vita e della morte, che cos’è se non la rappresentazione della migliore dimensione della politica? E che senso hanno partiti che non sanno parlare ad una sola voce di questo? Anzi, che da questo fuggono? E che delegano i loro principi “alla libertà di coscienza”? Perchè coscienza e politica devono stare separate? E che cos’è mai la politica se non, come dice la parola stessa, l’etica comune? Sarebbe utile su questo un confronto…
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