Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Influenza suina, aviaria e ricerca open source

medicinaEsiste una storia poco conosciuta che coinvolge una ricercatrice italiana, Ilaria Capua, diversi virus tra cui quelli dell’influenza aviaria (H5N1) e della cosiddetta suina H1N1, L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).  Tra il 2004 ed il 2006 si era in pieno clamore per il problema dell’influenza aviaria, di cui si erano isolati diversi focolai anche nel nostro Paese. Ben presto risultò chiaro che il virus riusciva a passare il confine tra le diverse specie (animale-uomo) e che quindi era necessario un progetto interdisciplinare e condiviso per comprendere i fattori che ne determinano la virulenza (in sostanza la capacità di infettare) e la diversa capacità di modificarsi. Nel 2006 il laboratorio di Ilaria Capua riuscì ad isolare la sequenza genetica del virus H5N1 africano ed isolato in Nigeria. Il bello della faccenda venne fuori quando l’OMS chiese ai ricercatori di depositare la sequenza genetica in un database il cui accesso era limitato a quindici laboratori. Ma successe un fatto inatteso: i ricercatori rifiutarono di seguire quella modalità e decisero invece di inserire le informazioni sulla sequenza genetica in una banca dati ad accesso libero, la GenBank. Perché? La stessa dott.sa Capua lo chiarisce in una intervista rilasciata al “Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri” organo dell’Enpam. “…la minaccia alla salute pubblica e l’allarme sociale che ne era derivato non consentivano la restrizione all’accesso che di solito viene garantito per lasciare ai ricercatori il tempo necessario ad analizzare i dato e pubblicarli. (…) nel momento in cui un patogeno bussa alla porta dell’ospite uomo con una mortalità pari alla metà della popolazione infettata, non c’è spazio per tenere le informazioni nel cassetto. Per questa ragione la piattaforma da noi scelta permette agli iscritti di visionare le sequenze e le informazioni inserite”. Il database è chiaramente accessibile a tutti i ricercatori iscritti che devono essere identificabili e che comunque si impegnano a rispettare le regole sulla proprietà intellettuale e via discorrendo. Ma proprio questo tipo di condivisione di dati ( e lo stesso Gisaid) è stato uno dei motivi che hanno permesso oggi di comprendere in tempo reale che il virus H1N1 – quello dell’influenza suina – possiede una combinazione multipla con caratteristiche genetiche del virus dell’influenza umana, dell’aviaria e di due diversi ceppi di influenza suina provenienti dall’America e dall’Eurasia. “Lo stesso Direttore dell’OMS” – ha commentato Ilaria Capua – ha riconosciuto l’importante ruolo che la piattaforma ha giocato in termini di rapidità e sicurezza dello scambio di informazioni”.

Le conclusioni sulla necessità di mantenere aperta la collaborazione e la libertà scientifica,  del moderno approccio “open source” delle informazioni non solo scientifiche, dell’interdisciplinarietà e del valore della collaborazione aperta sono facilmente comprensibili a ognuno di noi. 

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Gravidanza e influenza H1N1

aidsLa National Childbirth Trust, la principale organizzazione inglese che si occupa di maternità e pediatria, ha smentito l’informazione di aver consigliato di rimandare la ricerca di gravidanze nell’attuale momento di pandemia di influenza suina H1/N1. Il caso è stato chiuso con l’accusa alle agenzie giornalistiche di aver travisato le raccomandazioni dell’Istituto, interpretando male le notizie che continuano a girare in diversi Paesi su casi di aborti spontanei e complicazioni durante la gravidanza. In realtà tutto sarebbe partito da una falsa interpretazione di uno studio comparso su “The Lancet” a finme luglio che rimarcava una maggiore percentuale di rischio di ricovero in caso di contaminazione da parte del virus A/H1N1. In realtà, come perfettamente chiarito da Helene Legrand, ginecologa del Saint-Vincent-de-Paul di Parigi, le donne incinte rappresentano una popolazione a rischio per tutte le patologie influenzali, non solo per l’influenza H1N1 e non esiste nessuna raccomandazione di differire una gravidanza per questo motivo. Opinione confermata anche dal Professor Francois Bricaire, direttore del servizio di malattie infettive alla Pitiè-Salpetriere di Parigi. Viene inoltre precisato che i vaccini ed i trattamenti contro il virus H1N1 sono somministrabili alle donne incinte, fatto che facilita l’arginamento dell’epidemia e la presa in carico dei malati. La stessa Agenzia europea del farmaco (EMEA), ha modificato l’autorizzazione per la commercializzazione del Tamiflu, antivirale utilizzato contro questo tipo di virus. L’antivirale, infatti, resta controindicato in caso di influenza abituale per le donne gravide, considerando comunque che nel contesto attuale di pandemia dell’influenza A “il suo beneficio presso le donne gravide o che allattano, oltrepassa i suoi rischi” potendo essere quindi prescritto in caso di sintomi sospettabili di contagio per il virus H1N1.

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Pacemaker wifi

Da tre settimane una sessantunenne di New York ha un pace-maker wi-fi che monitora la sua attività cardiaca e trasmette i suoi dati in tempo reale all’ospedale che l’ha in cura. Dopo l’approvazione a luglio da parte della Food and drug administration, è stato infatto eseguito il primo impianto di questa nuova tecnologia che promette di diventare un vero e proprio standard. I vantaggi sono facilemnte immaginabili e non si limitano alle situazioni di emergenza dal momento che renderà molto più agevole e veloce il monitoraggio della situazione cardiologica da parte dei curanti. Questo tipo di tecnologia rappresenta sicuramente il primo stadio di una serie di dispositivi intelligenti in grado di monitorare anche altri parametri vitali a distanza, quali ad esempio la pressione sanguigna e misurazioni ematochimiche . (via Corriere.it)

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Guarire le infezioni senza antibiotici?

mediciUn’interessante nuova strategia nella lotta contro le infezioni che non prevede l’impiego di antibiotici, ci viene segnalata via “Le Scienze” che riprende la prossima pubblicazione di una ricerca svolta dai ricercatori dello Howard Hughes Medical institute e della Princeton University. In sostanza si tratta di bloccare le informazioni che i batteri si scambiano fra loro attraverso il processo del “quorum sensing”, autolimitando la densità della propria popolazione. I ricercatori sono riusciti a mostrare che alcune molecole sono in grado di bloccare queste informazioni. Questo risultato potrebbe portare appunto a strategie validamente alternative all’uso degli antibiotici, con il vantaggio di rendere minima la possibilità di creare ceppi resistenti, appunto, agli antibiotici.

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Garattini e l’influenza suina

 Se avevamo qualche perplessità sulla necessità della vaccinazione per l’influenza suina, Silvio Garattini ha fatto  sentire la sua autorevole opinione tramite un’intervista all’ANSA in cui afferma, senza tanti giri di parole, che per  l’attuale forma del virus, la vaccinazione di massa non è necessaria. ” Se il virus manterrà il livello di virulenza  attuale con bassa aggressività clinica, non c’è la necessità di vaccinare tutta la popolazione ma, sarebbe piuttosto  opportuno valutare l’ipotesi di vaccinare solo gli operatori sanitari” ha affermato Garattini. “Se invece il virus dovesse mutare, non è detto che il vaccino in produzione sia in grado di proteggere. Dunque realisticamente quello che andrebbe fatto in questo momento è cercare di diminuire le possibilità d’infezione”.

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L’influenza (suina) del web

Focus

 Il rapporto tra malattie e diffusione di informazioni attraverso il web 2.0, viene riproposto in questi giorni con il caso della cosiddetta  ”influenza suina” che sta preoccupando tutto il mondo. Per capire qualcosa di più della nuova influenza, di ciò che sta girando intorno ad  essa e delle strategie comunicative che molti Paesi stanno adottando nei confronti della proprie popolazioni, segnalo un bellissimo testo ( La nuova influenza viaggia sul web 2.0) di Eugenio Santoro  del Laboratorio di Informatica Medica – Dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto Mario Negri. Interessanti anche i richiami a FluTraker e HealtMap, strumenti che permettono di visualizzare su mappe i casi di influenza ufficializzati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità 

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Health 2.0

Interessante articolo di Luca Conti su buone pratiche tra medicina e social media.

La salute e il web 2.0

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RU486: l’AIFA approva la commercializzazione in Italia della pillola abortiva

Come segnalato da Aduc e Uaar , il comitato tecnico dell’Agenzia Italiana  del Farmaco (AIFA), rispondendo ad una richiesta di chiarimenti del Ministero del Welfare, ha affermato che la pillola RU486 può essere commercializzata in Italia. La sua distribuzione può essere può essere impedita solo nel caso fossero pubblica nuove evidenze che rilevino pericoli per la salute pubblica.  Sembra dunque avviarsi alle ultime battute la vicenda dell’approvazione alla pillola abortiva che viene già somministrata in diversi stati europei ormai da anni. Più precisamente, come usualmente avviene per tantissimi farmaci, è stato avallato il mutuo riconoscimento che avviene negli stati europei, secondo la linea che era stata sostenuta dalla ditta produttrice. Oltre a ciò è stato nuovamente espresso il concetto che le decisioni della Commissione europea, a seguito delle analisi del Comitato Europeo per i medicinali per uso umano (Chmp), debbano esseere recepite integralmente. Durante la procedura di arbitrato, comunque, era stato rivalutato dal Chmp il profilo tecnico del farmaco con nuove stime rischi/benefici della sua assunzione.

 

 

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Farmaci contraffatti

medici

Il problema dei farmaci contraffatti non è cosa da poco. E’ una questione, oltre che di efficacia, anche di sicurezza per chi li assume, soprattutto in tempi di vendite via internet. Il problema si è reso sempre più critico soprattutto per noi andrologi dopo l’uscita di nuove molecole attive sul deficit di erezione: infatti è fiorito un florido mercato di pillolette blu e gialle vendute in rete a costi improbabili e chiaramente inattive. Questa mattina, durante la presentazione di un nuovo farmaco attivo su una disfunzione andrologica, mi è stato segnalato un sistema che un grande gruppo farmaceutico ha messo a punto contro la contraffazione dei propri prodotti. Il sistema è semplice: in ogni confezione è presente un codice che il paziente, il medico o il farmacista può digitare su un apposito sito per sapere se quella confezione è vera o falsa. Il sistema sarebbe in grado di ricostruire tutta la filiera della confezione dalla produzione alla distribuzione. La confezione stessa possiede un sigillo particolare a prova di manomissione che non può essere ricostruito dopo l’apertura. E’ chiaro che tutto questo sistema è principalmente rivolto ad evitare il commercio via internet di prodotti contraffatti con seri danni per le aziende, ma sicuramente può considerarsi un passo avanti per la sicurezza delle persone, spesso spinte ad acquistare questi farmaci per la convenienza elettronica. Questo tipo di tracciabilità potrebbe, in futuro, avere delle applicazioni insospettate e personalizzate per ogni paziente, ma recuperare la filiera di un prodotto complesso come un farmaco potrebbe rappresentare una novità di non poco conto. 


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Una battaglia europea: contro le diseguaglianze dei malati reumatici

Per far comprendere quali siano, per me, le vere partite che si devono giocare in Europa, porto un semplice esempio di cui sono a conoscenza e con cui sono recentemente entrato in contatto. In Europa esistono circa 100 milioni di persone affette da malattia reumatica, spesso dimenticate e con seri problemi di accesso e cura presso le strutture sanitarie. Questa persone non soffrono solo per la loro malattia, ma non hanno le stesse opportunità riguardo alle possibilità lavorative, ad un corretto accesso alle strutture sanitarie. Chiaramente questo è solo un caso, una parte di popolazione che chiede giustamente non solo un impegno per lo sviluppo della comprensione dei meccanismi della malattia e delle terapie correlate, ma soprattutto che venga abbattuta la diseguaglianza sociale che non permette loro di vivere come cittadini di serie A. Personalmente sarò al loro fianco non tanto perchè sono un medico, ma in quanto credo fermamente, come ho in altre sedi scritto, che le diseguaglianze di salute e di accesso a pari opportunità non siano una condanna inappellabile, ma una caratteristica della nostra società che può essere modificata. Da socialista insieme a Sinistra e Libertà nel PArlamento Europeo. Per maggiori informazioni vi invito a consultare il sito dell’EULAR – European League against rheumatism

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