Roma, 7 ott. (Adnkronos Salute) – Il ministero della Salute ha messo a punto una prima bozza del nuovo Piano sanitario nazionale 2010-2012. Una serie di misure descritte in 185 pagine, suddivise in 8 capitoli, che vanno dalle azioni per lo sviluppo del sistema, al monitoraggio, appropriatezza e uniformità dei Lea. E ancora. Le patologie rilevanti, la non autosufficienza e la disabilità. Ma il Piano, ora sottoposto al vaglio delle Regioni – prevede anche tutta una serie di misure di contrasto alle criticità del sistema. Una su tutte – si legge nel testo anticipato sul web da ‘Quotidiano Sanità’ – la carenza dei medici, che nei prossimi anni potrebbe toccare livelli di guardia. Il Piano stima infatti che entro il 2018 ne mancheranno 22 mila. (altro…)
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Edwards vince il Nobel per la Medicina 2010 per le sue ricerche sulla fecondazione in vitro e l’unica cosa davvero fuori posto sembra il commento del prelato cattolico. Circa 4 milioni di persone, anche di fede cattolica, avranno sicuramente sorriso all’annuncio perchè senza Edwards ( ed il ginecologo Steptoe a cui il Nobel non può essere riconosciuto perchè non viene concesso postumo) non avrebbero potuto, appunto, sorridere. Ma Edwards, dotato di una tenacia veramente fuori dal comune, ci ha dato anche in queste ore una bella lezione di cosa può essere uno scienziato. Raggiunto a Milano dove si trovava per una conferenza di Medicina Riproduttiva, ha commentato ad un giornalista del Corriere della Sera che
«per migliorare i risultati della fecondazione in vitro dobbiamo lottare, ma i veri nemici non sono la politica o la religione, bensì l’evoluzione. È l’evoluzione che ha complicato la riproduzione nell’ uomo: ha creato situazioni di infertilità nel maschio, ha fatto sì che la donna produca un solo ovulo per ciclo, ha ridotto nell’uomo, a differenza di quanto avviene negli animali, la capacità dell’embrione di impiantarsi nell’utero».
Vediamo se ci contestualizzano anche questo.
E dire che non sono nemmeno partito prevenuto. Partire, nel governo della salute, da presupposti diversi poteva anche diventare un momento di confronto e di crescita, il momento in cui diversi modi di vedere si confrontavano e potevano misurarsi, a volte anche compenetrarsi, mescolarsi e magari arrivare ad una buona sintesi. Ma purtroppo ci ha pensato la dura realtà a riportarmi indietro. E la dura realtà è il documento “Il cittadino al centro della sanità” che è stato recentemente presentato dal Pesidente della Regione Piemonte, dal suo Assessore alla Sanità ed altri. Un vero bagno di nulla, ma con accenti pericolosi, dove la salute è stata dimenticata non si sa dove e si tenta di fare i nipotini di Peter Drucker senza però avere lo stesso acume del fondatore del management moderno. (altro…)
Guardando qua e là nella letteratura scientifica, mi sono imbattuto in uno studio molto particolare condotto sull’impatto dei cambiamenti della qualità dell’aria riguardo al salute. Lo studio descriveva gli effetti che si sono manifestati durante le Olimpiadi di Atlanta del 1996, in occasione della quale venne chiuo al traffico il centro della città per 17 giorni. Il parametro studiato era la frequenza di attacchi di asma dei bambini nelle settimane precedenti e successive alla chiusura. In estate, come non tutti sanno, il pericolo dell’inquinamento prodotto dai nostri veicoli è legato ai livelli dell’ozono che sono legati all’inquinamento, appunto, dei nostri veicoli. I risultati sono stati chiari nell’associare i diminuiti livelli di ozono verificatisi con il blocco della circolazione nel centro cittadino ad una significativa riduzione degli attacchi d’asma dei bambini (1). A meno che le Olimpiadi, di per se stesse, favoriscano la diminuzione degli attacchi d’asma.
(1) Friedman MS, Powell KE, Hutwagner L, Graham LM, Teague WG. Impact of changes in transportation and commuting behaviors during the 1996 Summer Olympic Games in Atlanta on air quality and child- hood asthma. JAMA 2001; 285: 897-905
Il diavolo si nasconde chiaramente nel dettaglio, ma cercandolo si trova. Se vi è capitato di guardare il TG1 di questa sera non vi sarà sfuggito il servizio sul Sistema Sanitario Nazionale, in cui veniva presentato un caso di “malasanità” avvenuto a Palermo ed un caso di “buona sanità” accaduto a Vercelli. Stante il fatto che ogni giorno sono innumerevoli le prestazioni sanitarie eseguite nel nostro Paese e che circa il 99% sono corrette e di buona qualità, mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca veder semplificare il buono al Nord e il cattivo a Sud. Da medico del Nord personalmente non ci sto a questo tritacarne televisivo e penso, nemmeno velatamente, che ho assistito ad un episodio di informazione in malafede.
Ciò che più stupisce delle dichiarazioni dell’ultima settimana del Governatore Cota e della sua squadra è la completa ignoranza del “pianeta sanità”. Tenendo conto che si parla di circa l’80% del bilancio regionale, la cosa si fa preoccupante. Tralasciando amenità come i pampers ai nuovi nati – sarebbe più utile intervenire meglio su questi presidi per categorie a rischio come gli anziani – è utile esaminare meglio cosa effettivamente hanno detto gli amministratori della nostra sanità. Straordinari per diminuire le liste d’attesa? Forse non tutti sanno che per i medici specialisti non è previsto l’istituto dello “straordinario”. Essendo dirigenti – non si sa bene di cosa, ma è così – i medici lavorano per soddisfare le esigenze delle persone che richiedono assistenza secondo carichi di lavoro richiesti dalle aziende. Se per raggiungere quei carichi ci metti 8 o 12 ore sono “affari” tuoi, anche se esiste un orario di lavoro di circa 8 ore giornaliere. Una forma di straordinario esiste per chi fa turni di guardia o reperibilità, che sono cose diverse. Tenendo anche conto che il Governatore Cota e la sua giunta hanno chiaramente ridotto anche la possibilità di sostituire i medici i pensione con nuovi medici (si chiama blocco del turn-over), un qualsiasi reparto deve comunque dare un volume di assistenza programmato con meno medici. E le ore che si fanno in più non vengono comunque pagate: è storia comune che ogni medico ospedaliero abbia di norma decine o anche centinaia di ore extra orario che nessuno riconoscerà mai. Maggiori contributi per pagare ore in più e contenere le liste d’attesa sono quindi una pia illusione e non toccano il problema. Che è più quello della richiesta di visite non appropriate o di organizzazone del lavoro che altro. Oltre al fatto che è davvero di dubbio gusto far passare l’idea che i medici siano dei mercenari che aspettano solo di farsi pagare qualche ora di lavoro in più per abbattere le liste d’attesa. Non si sa poi quando effettivamente potrebbero farle queste ore, visto il fatto che si lavora già per centinaia di ore in pù fuori dall’orario di lavoro. Insomma Cota e i suoi sono a digiuno della differenza che corre tra curare un sintomo o una malattia. L’altra chicca ci proviene dal capogruppo dei berlusconiani in Regione Piemonte che chiede poliambulatori aperti fino al tardo pomeriggio e sale operatorie in funzione tutto il giorno, sabato compreso. Se non avete perso il filo del ragionamento fatto finora, vi verrà spontaneo chiedere con quali risorse di medici, infermieri, tecnici e via discorrendo sarebbe possibile fare tutto ciò. Ricordando anche che i medici sono abituati a lavorare sulle urgenze la sera e la notte, a garantire la gestione di un reparto tutti i giorni della settimana sabato e domenica compresi. Ma davvero ci si sarebbe aspettato di più, almeno sapere come, quando e con chi risolvere il problema sanitario. Dal momento che hanno istituito non una, ma ben due commissioni in appoggio alla scrittura delle politiche sanitarie della nostra Regione. Sarebbe ora di avvertire il governo della sanità piemontese che il tempo della ricreazione sta finendo e che sarebbe ora di passare dal vuoto dilettantismo alla concretezza della professionalità.
L’inquinamento atmosferico può influire sul tasso di suicidio di una popolazione? Alla domanda hanno risposto affermativamente gli estensori di uno studio condotto in Corea del sud (Ambient Particulate Matter as a Risk Factor for Suicide – Changsoo Kim at al. – Yonsey University Health System; Seul ) che hanno correlato i livelli di inquinamento di sette città della Corea del sud e i 4341 suicidi verificatisi nelle città considerate. L’aumento dei suicidi con il crescere dell’inquinamento è risultato del 9%, indipendentemente da pregresse patologie di tipo psiachiatrico.
Un mese senza sesso per frenare la diffusione dell’Aids: questa è la proposta del Southern African Journal of Hiv Medicine. La proposta ha un suo razionale malgrado a prima vista sembri senza molto senso. Infatti l’astinenza contribuirebbe a fermare il contagio in quanto il rischio di trasmissione sarebbe più alto nelle sei settimane successive al contagio. L’astinenza durante questo periodo darebbe tempo al sistema immunitario dei nuovi contagiati di reagire contro il virus riducendo il tasso di infezione.
La migliore arma contro le zanzare? Il ventilatore. Questo è il consiglio che ci viene dalla rubrica sulla salute di Anaha O’ Connor sul New York Times e rilanciata dal sito web di “internazionale”. La ragione sembra effettivamente immediatamente comprensibile: impedisce agli insetti di volare intorno a noi e di atterrare sulla nostra pelle. Ma soprattutto l’azione del ventilatore sarebbe particolarmente efficace nell’allontanare le sostanze chimiche che noi stessi produciamo e che attirano le zanzare, cioè l’anidride carbonica dimostratasi dagli studi di entomologi americani della Michigan University una vera droga per gli insetti. Inoltre raffreddando la temperatura sulla superficie del corpo la diminuzione di sudore, acido lattico ed altro ancora non ci rende particolarmente appetibili per i diversi instti molestatori. Per chi non ama i rimedi chimici il messaggio è chiaro.