Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Insieme per Bresso: una proposta su salute ed ambiente

Quando parliamo di ambiente non possiamo non parlare di salute. Un esempio fondamentale è il legame che esiste tra la sfida energetica e la tutele della salute. Uno dei nodi principali infatti non sembra essere tanto la possibilità di reperire energia, bensì le conseguenze dell’utilizzo di fonti energetiche alle quali ci stiamo affidando in modo “eccessivo” e i relativi impatti dannosi. Quindi uno dei primi passi da compiere è l’individuazione degli effetti sull’uomo e dei fattori scatenanti. Richard Klausner individua alcuni punti su cui interrogarsi preventivamente nella valutazione delle differenti possibilità di scelta:

- quali saranno gli effetti

- in che modo si manifesteranno

- quale sarà la loro portata

- quando si manifesteranno

- chi verrà colpito in misura maggiore.

Esistono strumenti scientificamente consolidati per rispondere a queste domande?

Uno degli strumenti più raffinati che viene impiegato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nelle sue rendicontazioni sullo stato globale della salute è il DALY, sigla che significa Disability-Adjusted Life Years. Questo strumento permette di “misurare” il peso della malattia in una comunità attraverso la combinazione di diversi parametri: perdite dovute a morte prematura e perdite di vita sana dovuta a forme di inabilità. 1 DALY è uguale allaperdita di un anno di vita in buono stato di salute. Tra le diverse funzioni, il DALY serve anche a selezionare e misurare il costo degli interventi per la prevenzione e/o cura di determinate malattie, quindi anche per la definizione delle priorità in sanitarie e per la scelta dell’attribuzione di risorse finanziarie e umane.

Una proposta che sostengo per la prossima legislatura regionale in Piemonte è l’introduzione di questi tipi di parametri per valutare in maniera più scientifica,  comprendere gli impatti di ciò che scegliamo dal punto di vista ambientale e disegnare le priorità in sanità derivanti dalle scelte ad esempio energetiche che ci apprestiamo a compiere.

Medici e Politica

Un medico, anche in politica, dovrebbe rimanere un medico. Ma cosa vuol dire? Il significato della frase può essere compreso dalle caratteristiche che Talcott Parsons riteneva fondamentali in chi esercita una “professione” – medici, sacerdoti, giuristi – differenziandole da quelle che contraddistinguono le pure “occupazioni” o “mestieri”. Il ruolo sociale di chi esercita una vera professione deve presentare quattro caratteristiche.

-“universalismo”: dal professionista ci si aspetta che non faccia favoritismi;

-“specificità di funzione”: gli si riconosce autorità nel suo campo specifico di intervento;

-“neutralità affettiva”: eviterà i sentimenti di amore e di odio, o almeno li controllerà, in modo che non interferiscano nella dinamica della relazione professionale;

-”orientamento verso al collettività”: dal professionista ci si aspetta che agisca in modo altruistico e non per denaro, a differenza di chi esercita un mestiere; nessuno può pensare che un commerciante mantenga indefinitamente aperta un’attività in perdita, ma ci si aspetta che il sacerdote, il giudice e il medico agiscano tenendo presente solo il bene della collettività e non il guadagno economico.

I tempi attuali non sembrano offrire molti esempi illustri in tal senso sia fuori che dentro la medicina. Ma ciò non toglie che queste caratteristiche possano essere il contributo che un medico sano possa donare alla gestione della cosa pubblica

Insieme per Bresso. Sanità: il Ministero sgombra il campo dalle falsità di Cota

Il Tavolo di Monitoraggio, istituito ai sensi dell’intesa Stato Regioni del 2005 presso il Ministero dell’Economia e Finanze, ha  preso atto e approvato, nella seduta di stamani, l’adempienza della Regione Piemonte nel mantenimento degli equilibri economico finanziari del sistema sanitario regionale anche per l’anno 2009. I tecnici, tra l’altro, si sono anche complimentati per la precisione e la completezza della documentazione fornita“.

Lo annuncia la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, che con orgoglio spiega: “Questo significa che nel corso dell’attuale legislatura non solo è stato recuperato il pesante disavanzo maturato nei conti della sanità dalla precedente Giunta Regionale, quella con Ghigo presidente della Giunta e Cota presidente del Consiglio regionale, ma che tutta la spesa sanitaria del quinquennio è stata completamente coperta con risorse nazionali e regionali, consentendo alla nostra Regione di presentarsi, anche quest’anno, con tutte le carte in regola alla verifica ministeriale”.

Conclude Bresso: “E’ il sigillo definitivo, del quale spero prendano atto tutti visto che noi continuiamo a offrire riscontri oggettivi alle nostre considerazioni mentre gli avversari affastellano soltanto chiacchiere diffamatorie e infondate, sulle bugie di Cota, assecondato recentemente anche da qualche incauto – o disinformato – ministro”.

La sanità in Piemonte

http://www.youtube.com/watch?v=u826equPXO0&feature=player_embedded

Insieme per Bresso. In sanità partiamo dalle cose semplici

logoinsiemeperbressoPersonalmente, ho la fortuna di trovarmi in un’osservatorio particolare per ciò che riguarda i problemi della salute: lavoro in un ospedale. Pienamente e nelle sue articolazioni: un reparto, un ambulatorio, una sala operatoria, un pronto soccorso. Sono quindi a contatto con le persone che si rivolgono ad una struttura per trovare una risposta ad un problema di salute. A volte non solo per questo, perché un ospedale è un luogo dove gravitano diverse esigenze e in quel perimetro si risponde a diversi problemi. La sanità è una materia, per così dire, “concorrente” perchè il suo governo risponde nei fatti a due “padroni”: lo Stato e la Regione. E con le prossime elezioni regionali in vista i discorsi sulla sanità non possono che moltiplicarsi, soprattutto nel mio osservatorio. Così si sentono le più svariate analisi e proposte: dal modello “lombardo” passando per quello americano per finire a quello finlandese, alla rimozione dei tatuaggi fino alla necessità di dare o meno assistenza agli immigrati. Il problema è che dove la sanità “si fa” veramente, i discorsi sono molto diversi rispetto a quelli raccontati dai giornali e le persone parlano “veramente” di quale sanità vorrebbero. Le persone, quando si raccontano, fanno emergere altri problemi di una certa complessità, tra i quali il più sentito, oggi, è quello di avere un’assistenza sanitaria tagliata quasi su misura. E badate che questa richiesta è tutt’altro che marginale. Tutti noi siamo immersi in un sistema complesso, con relazioni complesse. In sostanza facciamo fatica a rimettere insieme la nostra giornata per ciò che riguarda la gestione ad esempio, dei nostri orari. Orari di lavoro, di gestione dei figli, di assistenza ai nostri anziani e quant’altro. Oltre al fatto che desideriamo sempre di più, decidere noi stessi – dopo opportuna informazione – su ciò che vogliamo o meno che ci venga iniettato, operato, radiografato e via discorrendo. Così si va dal caso dell’agricoltore che chiede di essere operato, se possibile, dopo la vendemmia o il raccolto, fino alla persona che deve sottoporsi ad un intervento dal risultato incerto che vuole sistemare le sue cose prima e che quindi deve decidere, sapere fino in fondo cosa potrà capitargli e con quali tempi. E magari in tutto questo percorso passare attraverso una certa discrezione nell’esecuzione di certi esami o attraverso la decenza di dei luoghi d’attesa per gli esami clinici. Detto in termini più raffinati, l’opera di un medico e di un infermiere genera utilità non solo per le sue proprietà “intrinseche” come per altri beni – mangiare nutre, ecc. – ma anche per i modi con cui si svolge il processo di cura. Un caso personale, per capirsi, è stato quello di sottoporre un signore anziano ad una biopsia il 30 dicembre perchè negli altri periodi il suo ruolo di baby sitter dei nipotini avrebbe innescato una serie di problemi dai permessi di lavoro dei genitori con paura di giudizi non positivi dei datori di lavoro all’impossibilità di pagare un’altra persona per tenere i piccoli. Un esempio semplice questo per non parlar difficile, ma che può essere compreso da tutti. Tralasciando qui il discorso dell’assistenza soprattutto per i non autosufficienti, dove i percorsi ad ostacoli, il pellegrinaggio tra i diversi uffici con tutto il tempo perduto sono una vera e propria medicina amara per cui sembra non esistere soluzione. Non solo semplificazione, dunque, ma personalizzazione della cura perchè lo stesso progresso medico non tende più alla cura “standard”, perchè i malanni di cui siamo affetti si intrecciano a volte in un caleidoscopio così personale che non possono essere affrontato nello stesso modo del mio vicino. Chi sa di organizzazione sanitaria, inoltre, sa bene da molti anni che in sanità non esiste un modello valido contro altri e dovrebbe dirlo con maggior forza, facendo capire che l’efficacia e l’efficienza non stanno in Piemonte o in Lombardia, ma in un nuovo modo di intendere la salute e la cura. Basterebbe partire dal buon senso e dalle cose semplici, quelle che chiedono le persone sedute fuori dai nostri ambulatori per rispondere davvero in modo anche politico alle richieste di chi andrà a votare a marzo per le elezioni regionali. Lasciando che il modello “lombardo” stia in Lombardia e che in Piemonte si possa rispondere alle richieste dei malati e non solo, come succede in Lombardia, a quelle dei ragionieri.

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Bollo auto o pagamento a chilometro? In Olanda si paga a percorrenza

transmilenio1imagesAvevamo già segnalato in passato cosa stava per succedere in Olanda riguardo alla lotta contro l’inquinamento: abolizione del bollo auto a favore di una tassa proporzionale ai chilometri percorsi ed al tipo di capacità inquinante delle auto. Notizie più precise stanno circolando sulla messa a punto del progeto sostenuto dal Ministro dei Trasporti Camiel Eurlings che permetterebbe di abbassare le emissioni inauinanti del 10%. L’abolizione del bollo così come oggi presente in Olanda porterebbe ad un risparmio del 25% circa del prezzo totale dell’autoveicolo. Il chilometro percorso dovrebbe costare circa 3 centesimi di euro nel 2012 con successivi incrementi fino al 2018. Sempre secondo il Ministro grazie a questo sistema circa il 50% degli automobilisti olandesi pagherà meno rispetto alla situazione attuale, tanto che anche le associazioni di automobilisti ed il Consiglio comunale di Amsterdam sono favorevoli alla nuova modalità. Sono previste maggiori penalizzazioni per i veicoli più inquinanti. Il conteggio verrà eseguito attraverso un sistema di rilevazione satellitare che promette una estrema precisione. Questo tipo di manovra è sicuramente da incoraggiare in quanto dimostra come l’uso attento degli strumenti dell’economia ambientale provochi una migliore efficienza delle tassazioni senza gli effetti distorsivi di una tassazione “una tantum” che colpisce in maniera poco efficace ed efficiente tutti. Risponde inoltre ad una domanda della cittadinanza che è sempre emersa in mnaiera decisa durante i periodi in cui si tentava di instaurare misure per limitare i forti livelli di inquinamento. Ad esempio una delle critiche era lo scarso utilizzo che i cittadini più anziani e meno abbienti facevano di veicoli sicuramente molto inquinanti, ma che venivano totalmente inibiti all’uso di veicoli che non potevano sostituire date le scerse risorse ed il momento di crisi. Ritengo che la strada di un corretto uso dell’imposizione fiscale secondo una visione ambientale possa permettere la costruzione di politiche sicuramente più eque e meglio accettate dalla popolazione, agendo anche sull’abolizione di sistemi di tassazione, quali ad esempio quelli di acquisto di beni, che sono sempre meno compresi ed accettati dai cittadini.

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Riscaldamento climatico: l’Europa rimane divisa sui finanziamenti

Global_Warming_MapContinuano le difficoltà sul fronte dell’Unione Europea riguardo la suddivisione dei finanziamenti che i Paesi cosiddetti sviluppati riconoscerebbero a quelli in via di sviluppo per le azioni di adattamento contro i cambiamenti climatici. L’odierna riunione dei Ministri Europei delle Finanze, non ha infatti raggiunto un consenso valido rimandando le decisioni ad una riunione dei capi di Stato e di Governo che si terrà il 29 e 30 ottobre. I Paesi europei rimangono quindi divisi su quanto e come ripartire questo “peso”, stimato intorno ai 100 miliardi di Euro all’anno a partire dal 2020 (tra i 2 e i 15 miliardi di Euro all’anno)

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APPELLO AGLI ECOLOGISTI di Mario Tozzi, Giobbe Covatta, Giuliano Tallone e Marco Roveda

terra verdeAmiamo profondamente l’Italia e abbiamo a cuore il futuro del nostro pianeta. Riteniamo necessario impegnarci per dare una risposta ai gravi problemi ambientali e sociali che investono il nostro Paese. Il futuro di chi verrà dopo di noi deve essere al centro dell’azione della politica del nuovo secolo. Rispondere al degrado dell’ambiente, del paesaggio e ai gravi problemi sociali. La lotta ai cambiamenti climatici, alla distruzione degli ecosistemi e alla povertà, tutti connessi tra loro, devono essere una priorità nell’azione di ogni governo. Le ideologie e i partiti del Novecento sono inadeguati a rispondere alle nuove questioni che si pongono. La questione ambientale è una chiave di lettura per una nuova visione dell’economia e della società. La nozione fondamentale di interesse generale ha lasciato il posto alla difesa e all’affermazione degli interessi individuali, familiari, corporativi o di clan.
La stessa esistenza di una sola Italia è in pericolo, spaccata in due, minacciando di rompersi in più pezzi. La riforma federalista dello Stato non si accompagna a una visione chiara dei rapporti tra potere centrale e locale, né al modello di sviluppo della società, dei servizi minimi da garantire sul piano sociale, ambientale ed economico. Ma si riduce a una costellazione di mediocri localismi, sempre più piccoli, egoistici e autarchici, senza alcuna pulsione né proiezione verso l’Europa più avanzata.
L’ambiente paga pesantemente questo sfaldamento selvaggio della struttura statale, poiché le scelte territoriali in sede locale rispondono facilmente a logiche di scambio piuttosto che a esigenze di garanzia per i cittadini. In campo urbanistico, ambientale e paesaggistico, il disastro si tocca con mano. La “privatizzazione” del pubblico sta diventando la logica del “padrone a casa mia”, anche quando è un bene comune. Più i poteri decisionali sono a livello locale e si è condizionati nelle decisioni anche tecniche dagli interessi municipali di gruppi economici o privati, più viene indebolita e devitalizzata l’azione degli organismi di tutela. L’ambiente è sempre più dissestato e inquinato, il paesaggio continuamente imbruttito da cemento e asfalto, l’agricoltura di qualità e il turismo in pericolo.
L’attuale modello di sviluppo economico che ha generato nel pianeta povertà, squilibri e guerre va riformato. Come del resto il modo di misurare il Pil attraverso indicatori che valutino lo sviluppo in termini di benessere sociale e ambientale. Dobbiamo puntare sulla qualità per tutelare la salute dei cittadini. La decisione del governo di tornare all’atomo è sbagliata. Il futuro energetico del mondo non può essere l’attuale nucleare, con il problema delle scorie radioattive e della sicurezza. E nemmeno il carbone, con il suo forte impatto ambientale e sanitario provocato da emissioni di CO2 e polveri sottili. La nuova politica energetica deve basarsi sulle rinnovabili, sul risparmio e l’efficienza, puntando su ricerca e innovazione tecnologica, per costruire la nuova era della green economy.
Dobbiamo fermare il consumo del territorio, affrontare l’emergenza sanitaria dello smog, investendo sul trasporto pubblico su ferro. Valorizzare la bioedilizia, prevenire il dissesto idrogeologico, realizzare sistemi di gestione dei rifiuti sostenibili. Ci sentiamo impegnati nella tutela degli animali, nel superamento della vivisezione e contro la liberalizzazione della caccia. L’acqua, in una seria politica ecologica e dei diritti, è un bene comune. Va tutelata la biodiversità, l’agricoltura biologica e quella libera da Ogm per garantire le tradizioni tipiche ed enogastronomiche. Il patrimonio archeologico, artistico, paesaggistico e culturale potrà essere opportunità di nuova occupazione.
Osserviamo con preoccupazione la scomparsa di un’autonoma presenza ecologista in Italia, in controtendenza rispetto al resto d’Europa. Vogliamo contribuire affinché anche nel nostro Paese nasca un forte e credibile movimento ecologista, un non partito, una rete ecologista territoriale, tematica, libera, diversa e aperta, in grado di parlare a tutti gli italiani, trasversalmente e senza confini ideologici. Guardiamo con attenzione all’appello “Il coraggio di osare”, lanciato da molti ambientalisti e riteniamo importante che gli ecologisti trovino un’unità per trasformare in realtà la speranza di milioni di cittadini per un’Italia migliore. Lo scenario temporale di questo progetto politico deve essere ampio. Bisogna lavorare per il domani, dando il meglio di noi in questa grande sfida.

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La Commissione europea boccia i piani sulla qualità dell’aria italiani

La Commissione Europea in data 28 settembre ha bocciato il piano per il risanamento della qualità dell’aria italiano, avviando la procedura d’infrazione se i limiti non saranno rispettati nel 2011. Nel nord Italia, solo la Valle d’Aosta riesce ad ottenere una deroga. Uno dei cardini della bocciatura del piano italiano sarebbe non tanto la mancata predisposizone deipiani provinciali e regionali, quando la mancanza di un piano nazionale in mancanza del quale i piani locali non riuscirebbero a raggungere l’efficacia. Il piano nazionale, infatti, è ancora in stesura a livello ministeriale e il Ministro Prestigiacomo non sembra aver dissipato i dubbi dell’Unione Europea sul quadro generale di azioni da porre in campo. La politica delle deroghe, dei tentativi di dilazione, delle giustificazioni sulle condizioni climatiche non sembra quindi intenerire la Commissione Europea che alza stavolta il cartellino rosso. Il testo della missiva europea sul sito  www.legambiente.org

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Grecia: Vince Papandreou recuperando il voto degli indecisi

Vince George Papandreou le elezioni in Grecia e lo fa, almeno dai primi dati, con una larga maggioranza che gli permetterebbe di governare senza troppi problemi. Dopo essere stato battuto per due volte da Karamanlis, il leader dei socialisti convince gli elettori greci e riporta il Pasok al potere dopo sei anni. Secondo gli analisti greci gli ingredienti della vittoria sarebbero da ricercare nella svolta “verde” annunciata senza mezzi termini, all’impegno di non sottoporre ad altri sacrifici il popolo greco per uscire dalla crisi, ma soprattutto nella capacità di attrarre il voto degli indecisi abbattendo anche l’astensionismo, che si è attestato a livelli bassi soprattutto rispetto alla media dei votanti dei Paesi dell’Unione Europea.

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