Alcune tra le multinazionali maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra avrebbero stanziato 204 mila dollari a sostegno della campagna elettorale di midterm a favore dei candidati espressione dei Tea Party che negano il problema dei cambiamenti climatici e che a maggior ragione avversano qualsiasi intervento normativo in materia. (continua sul blog di Gualerzi)
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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(…) Quello che rimane a fare la differenza, e a rendere debole il partito più forte del centro sinistra, è un dato di fatto che Bersani fa solo finta di non sapere: ai suoi possibili alleati, Di Pietro e Casini, non importa vincere. Anzi, in qualche modo perdere consente loro di continuare a rappresentare qualcosa di concreto. (…)
Ci saremmo aspettati qualcosina di più dal dibattito che si è accesso sulle parole di Marchionne. Tolti gli ampi lamenti che fanno parte del gioco politico, le parole dell’AD Fiat, tutte e non solo quelle riprese ad arte, potevano servire per una volta a guardare meglio la realtà. Ad esempio sul perchè 7 auto su 10 vendute in Italia sono marche straniere. Bisognerebbe quindi dire qualcosa sulla mancanza di innovazione. Ma davvero 7 auto su 10 sono straniere? Ma cos’è oggi Fiat se non un grande gruppo internazionale che ha certamente radici in Italia, ma di fatto non è più italiana? Se inoltre siamo a livello di paesi in via sviluppo per ciò che riguarda la produttività ci sarà anche qualche ragione nelle parole di Marchionne. E d’altronde è anche chiaro che non esiste oggi nel nostro Paese nessun embrione di politica industriale: che cosa sta facendo il Governo sulla politica dei trasporti, della mobilità sostenibile, sul sistema di tassazione? Così come siamo sicuri che puntare sull’industria dell’automobile sia ancora il maggior obbiettivo che un paese come il nostro deve perseguire? Esistono ancora così tante persone in Europa che devono comperarsi un’automobile? Oppure il sistema è prossimo alla saturazione e la capacità produttiva della stessa Fiat è sovradimensionata? E la stessa Fiat si sente oggi garantita nell’accettare il rischio di produrre nuovi modelli con il sistema di relazioni industriali e sindacali attuali? Lo stesso accesso al credito in Italia è scivolato dal 79° all’84° posto a livello mondiale. Possiamo dire tutto quello che vogliamo, anche con ragione, ma comunque sollevare il coperchio e dire anche ciò che non ci piace sentire, non deve essere oggi sentito come un reato di lesa maestà. Marchionne probabilmente ha detto una grande verità: il re è nudo.
Al Jazeera ha rotto l’embargo ed ha cominciato pubblicare le rivelazioni di Wikileaks sulla guerra in Iraq, preannunciando “la più grande rivelazione di segreti militari di tutti i tempi”. Le testate coinvolte nella pubblicazione dei documenti sarebbero molte: See TBIJ, IBC, Guardian, Spiegel, NYT, Le Monde, Al Jazeera, Chan4, SVT, CNN, BBC ed altre ancora. “Il Post” offre la possibilità di seguire “in progress” le notizie che stanno ormai circolando sulla rete in maniera “virale”. Particolarmente attivo il Guardian che scrive:
Una fosca immagine dell’eredità britannica e statunitense in Iraq è stata rivelata da un’enorme mole di documenti americani che dettagliano casi di tortura, esecuzioni sommarie e crimini di guerra.
Quasi 400 mila rapporti sul campo dell’esercito americano sono stati consegnati al Guardian e a un gruppo di altre organizzazioni editoriali internazionali da parte del sito Wikileaks.
L’archivio digitale presumibilmente proviene dallo stesso analista dissidente dell’intelligence americana che si ritiene avesse diffuso un lotto più piccolo di 90 mila rapporti che riferivano di scontri sanguinosi e uccisioni di civili nella guerra afgana.
I nuovi documenti mostrano come:- Le autorità americane mancarono di indagare su centinaia di rapporti di abusi, torture, stupri e persino omicidi da parte della polizia irachena e di soldati le cui condotte appaiono sistematiche e solitamente non perseguite.
- Un elicottero americano coinvolto in un noto incidente a Baghdad avesse già ucciso dei ribelli iracheni dopo che avevano cercato di arrendersi.
- Più di quindicimila civili siano morti in incidenti finora non noti. Le autorità americane ed inglesi hanno sostenuto che non esistesse nessun documento ufficiale sulle vittime civili ma questi rapporti registrano 66.081 morti di non combattenti e un totale di 109.000 vittime.
Ecco il lancio su youtube di al Jazeera
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da Roberto Cota e a quindo sospeso la sentenza del Tar di Torino che ha deciso il riconteggio delle schede per le ultime elezioni regionali del 28-29 marzo di questanno. Lo ha spiegato l’avvocato del presidente Cota, Luca Procacci.
Il Consiglio di Stato si legge nell’ordinanza emessa oggi dalla V sezione, «accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende integralmente l’efficacia della sentenza impegnata». Considerato che «all’esito della decisione in camera di consiglio è emersa la fondatezza dell’appello principale e l’infondatezza degli appelli incidentali proposti da Bresso Mercedes e dagli altri suoi liticonsorti con conseguente improcedibilità – si legge ancora – degli appelli incidentali».
Caro direttore, premetto che non ho interesse per le preferenze politiche del Prof. Veronesi; è un oncologo di fama e mi aspetto che faccia tutto quello che può per curare il cancro. Da un paio d’anni è anche senatore, carica che ha accettato a patto che non gli porti via tempo per i suoi pazienti. Intento nobile verso i pazienti, meno verso i cittadini che, pagando un lauto stipendio ai senatori, si aspettano che dedichino le loro energie alla gestione politica del Paese. Ora è stato proposto il suo nome come Presidente dell’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare, nomina che accetterebbe volentieri, di nuovo a condizione che non sottragga tempo ai suoi pazienti. Ovvero, bisognerebbe adattare le necessità di un’agenzia così delicata e fondamentale agli impegni del candidato presidente. Intanto venerdì scorso in Senato è stato approvato un decreto che gli consentirebbe, se volesse, di andare in deroga alla legge che vieta a chi ha incarichi politici di presiedere un’authority.
Riguardo invece alla sua competenza in materia, scrive: «Sono un appassionato di fisica, non a caso ho ricevuto la laurea honoris causa». Nuclearista convinto, cita la Francia come modello di qualità di vita per noi italiani. Partendo dal presupposto che l’agenzia non sia un bluff ma qualcosa di straordinariamente serio, non è affatto rassicurante l’idea che venga diretta (nei ritagli di tempo) per 7 anni, da un uomo che oggi ne ha 85, anche se è il più bravo oncologo del pianeta. Presiedere l’agenzia per il nucleare vuol dire affrontare problemi di carattere tecnico, elaborare i regolamenti insieme ai commissari, dare il parere sui progetti, verificare il rispetto delle regole e prescrizioni a cui sono sottomesse le installazioni. Un lavoro certamente a tempo pieno, meglio se subordinato a una competenza specifica, più che a una passione. Siccome il Prof. Veronesi cita il modello francese, saprà che la loro agenzia (ASN) è diretta da Jean Christophe Niel, 49 anni (laureato in fisica teorica che ha ricoperto incarichi di vertice nel controllo sul ciclo del combustibile e dei rifiuti, ed è stato per anni capo del dipartimento per la sicurezza dei materiali radioattivi). Il presidente è Andrè-Claude Lacoste, 69 anni, ingegnere, da 17 anni con incarichi direttivi nel settore sicurezza nucleare.
Il Prof. Veronesi ha poi espresso un’opinione sul fattore rischio («oggi calcolato quasi vicino allo zero»), che sembra non tener conto dei cosiddetti piccoli incidenti quotidiani, riportati da tutte le Agenzie, che si verificano proprio in Francia; per non parlare delle basse emissioni permanenti degli impianti, come dimostra lo studio del Prof. Hoffman ordinato dalla Cancelliera Merkel. Parlare invece di nucleare come «l’alternativa più valida al petrolio» è solo suggestivo, poiché il petrolio serve soprattutto a far muovere le macchine e solo in minima parte ad alimentare le centrali elettriche. Infatti in Francia, Paese più nuclearizzato d’Europa, il consumo procapite di petrolio è più alto rispetto a quello italiano. Succede di essere approssimativi quando ci si occupa di troppe cose.
(Dalla lettera di Milena Gabanelli al Corriere della Sera del luglio scorso)
Pur avendolo sempre ammirato e considerato come un Maestro, credo sia giusto che al Prof. Veronesi venga concesso un meritato riposo…
Barack Obama sta in queste ore intervenendo al Congresso Usa per porre fine alle agevolazioni fiscali che premiano alcune società americane con filiali all’estero e che incoraggiano la creazione di posti di lavoro in altri paesi. L’idea ha sollevato preoccupazioni anche tra alcuni parlamentari del partito del presidente. In discussione c’è una proposta di legge, ora in fase di stallo al Senato, che eliminerebbe alcuni crediti d’imposta e sconti alle società statunitensi per operazioni all’estero.
“Non vi è alcuna ragione per cui il nostro codice fiscale deve attivamente ricompensarli per la creazione di posti di lavoro all’estero”, ha detto Obama nel suo settimanale discorso alla radio e su Internet del Sabato. “Invece, dovremmo usare le nostre tasse per premiare le aziende e le imprese che creano posti di lavoro all’interno dei nostri confini.”
Oltre all’opposizione repubblicana, il disegno di legge non è riuscito a ottenere il sostegno di alcuni democratici, tra cui il presidente della Commissione Finanze del Senato, il senatore Max Baucus, D-Mont che ha espresso la preoccupazione che il cambiamento avrebbe messo gli Stati Uniti in una situazione di svantaggio competitivo. La fine di queste disposizioni fiscali si è scontrato con l’opposizione di gruppi di imprese, tra cui la National Association of Manufacturers. Obama ha detto che non ha senso concedere agevolazioni fiscali alle aziende che conducono business a livello internazionale mentre le aziende di casa fanno fatica a causa del rimbalzo della crisi economica. Obama ha detto che vuole rendere permanenti crediti d’imposta su ricerca e sviluppo e consentendo alle aziende l’anno prossimo di cancellare tutti i costi di nuove attrezzature.
(notizie da Huffington post)
Per capire come l’estrema destra razzista e xenofoba riesce a strappare sempre più consensi in Europa, forse vale la pena, più di tante parole, studiare i messaggi e le forme usate durante le campagne elettorali. L’ultimo caso è quello della destra austriaca che usa trovate propagandistiche sempre più aggressive. L’esempio è dato dal videogioco “Moschee-baba” oscurato – di cui riportiamo la home page sotto sequestro presente su youtube – in cui si incitava al tiro al bersaglio contro muezzin dai minareti. in altre zone sono comparsi uomini sandwich con il fumetto “Mustafà” con disegnata l’immagine di un bambino che mira la fionda contro un musulmano: un richiamo dispregiativo ai “mamma li turchi” dell’assedio ottomano a Vienna, nel 1683. In Austria questa destra simil nazista è riuscita a prendere nelle recenti elezioni a Vienna il 27%.
Via Lettera 43