Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Rodotà e l’Italia tra trono ed altare

Segnalata da Gilioli su Piovono Rane, questa bella intervista di Miguel Mora con Stefano Rodotà uscita su “El Pais”:

(…) D. La Chiesa odia anche le cellule-madre ! Tuttavia la proibizione della fecondazione assistita è stata confermata in Italia da un referendum popolare.

R. Alcune scoperte scientifiche pongono in dubbio l’antropologia profonda dell’essere umano come l’uso e il non utilizzo di diversi embrioni nelle tecniche di fecondazione assistita . Il diritto deve prevedere queste innovazioni,non bloccarle. Gli scienziati chiedono regole per sapere se le loro scoperte sono eticamente e socialmente accettabili. Un uso prepotente della legge limita le loro ricerche,nega il progresso umano e così si appropria delle nostre vite perché ci nega ogni diritto o peggio,lo nega solo ad alcuni. Gli italiani ricchi possono andare in Spagna a sottoporsi alle tecniche di fecondazione, ai poveri ciò è precluso. Si crea una cittadinanza fondata sul censo e si distrugge lo Stato sociale. La vita viene prima della politica e del diritto. (…)

(continua a leggere su Mega Chip l’articolo in italiano e su “ElPais” l’articolo in originale)

Mitterrand

l’8 gennaio ricorreranno i 15 anni dalla scomparsa di Francois Mitterrand. Oggi il grado di popolarità in Francia del Presidente è ancora molto alto ed il giudizio dei francesi sul suo operato rimane assolutamente positivo. Un recente sondaggio ha domandato ai “citoyens” quali siano state le politiche che hanno maggiormente contrassegnato la presidenza di Mitterrand, con i risultati che potete vedere nel grafico. Inutile dire che anche noi abbiamo nostalgia di personaggi politici di questa levatura.

La lega ed il tempo che manca: elezioni

Le avvisaglie c’erano e le dichiarazioni dei maggiorenti leghisti sul voto quale “igiene del mondo” non devono stupire. Di fronte ad un consenso sostanzialmente bloccato – e forse in contrazione nei sondaggi – la Lega, che non è boccalona, preme per il voto. Lo stesso “federalismo” è zoppo e lento, la moralità dell’alleato lascia più di un dubbio nei padani doc – non tanto nelle gerarchie – ed allora perchè non frenare la caduta d’immagine, iniziare a declamare il tradimento di Roma e incassare alle prossime elezioni l’indebolimento dell’alleato per trattare il prossimo assetto, in caso di vittoria, da una posizione di maggior forza e dopo essersi scrollati di dosso il terzo socio? E giustamente per capire questa posizione dell’intellighenzia leghista bisogna tenere fermo un concetto che ricorre in molte esternazioni: passa il tempo e non succede nulla. Il tempo è la vera chiave per decrittare i motivi dell’agitazione leghista; e inizia effettivamente a scarseggiare nell’universo degli elettori in verde.

Cancun e l’Italia che paga gli errori del governo

Se non lo capiamo con le buone ce lo faranno capire con il portafoglio. Chiunque di noi potrà essere o meno d’accordo con le politiche di riduzione dell’inquinamento, sulla green economy e altre cose del genere, ma i governi internazionali hanno deciso che chi inquina paga, poco rispetto ai guadagni che ne ricava, ma paga. Le imprese che sono sottoposte al cosiddetto “emission trading” non sono state graziate dalla recente Conferenza sul clima di Cancun e l’azione del governo italiano che ha tentato di cancellare questa normativa è fallita in maniera davvero misera. In sostanza sarebbe stato meglio che i governi succedutisi nel nostro Paese avessero impiegato le proprie energie tentando di orientare le stesse aziende a dotarsi di nuove tecnologie, aumentare la loro efficienza energetica, investire nell’economia verde, facendo in modo di acquisire un vatanggio competitivo che già ora le imprese di altri paesi hanno raggiunto e che permette loro di non spendere i guadagni per trasferire il proprio inquinamento da altre parti. E’ questa la critica più amara e cioè dover constatare che l’efficienza del nostro governo per rendere le nostre imprese competitive è stata davvero bassa e si è indirizzata verso politiche profondamente sbagliate.

Assunzioni in sanità? Vieni in Piemonte

Il governo ha confermato che «le vigenti disposizioni limitative delle assunzioni non si applicano agli enti del servizio sanitario nazionale che non sono interessate dai piani di rientro». Pochi giorni orsono l’Assessorato Sanità della Regione Piemonte ha fattivamente bloccato la nomina di nuovi primari, capi dipartimento e via discorrendo, almeno fino a quando non sarà riorganizzato l’assetto territoriale delle ASL ecc. Insomma, mettetevi d’accordo…

New Normal

Fuori, nel mondo, esistono altre discussioni e altre idee stanno prendendo forma. Ad esempio negli Stati Uniti si dibatte sulla cosiddetta “new normal”. Cosa significa? Una risposta che, a mio avviso, ne coglie il senso vero viene data oggi da Gianni Riotta:«Gli americani hanno compreso, da Obama alla gente comune, che la crisi finirà, ma nulla tornerà come prima, il mondo sarà diverso. Negli europei questa consapevolezza ancora manca, e si spera, o ci si illude, che, con la ripresa, tutto tornerà indietro». Esistono chiaramente pro e contro questo tipo di nuovo “mantra” americano. Ad esempio Krugman non è d’accordo e altri osservatori pensano che non si modificheranno i normali cicli economici di espansione e contrazione. Ma l’idea corrente oggi negli Usa è che nulla sarà come prima e la crescita non sarà più quella di un tempo. Di conseguenza la stessa vita delle persone si modificherà e sarà necessario ricalibrare i nostri consumi, pensare al lavoro in maniera diversa, spingere sull’innovazione e non aver paura di un mondo che sarà radicalmente diverso. Una stagione di modi, pensieri, politica è comunque al tramonto – se non già morta – e bisognerà pensare alle prorpie cose in maniera diversa. il problema – se vogliamo – non è se aderire o meno a questa idea. Il problema è che, a iniziare dalla politica che questi giorni impazza, noi continuiamo a pensare che passata la buriana della crisi le cose torneranno più meno come un tempo e potremo fidarci degli stessi uomini e delle stesse idee di cui sono portatori. Il vantaggio lo potrà sfruttare chi di noi sarà intimamente convinto che tutto non potrà tormare come prima e si preparerà di conseguenza.

Sanità in Piemonte: il blocco delle assunzioni diventa realtà

La Regione Piemonte, nella persona del Direttore Generale Paolo Monferino, ha nella sostanza bloccato la possbilità per le Aziende sanitarie piemontesi, di coprire i primariati vacanti, nominare i capi di partimento e assumere personale infermieristico. Questo attraverso due circolari pubblicati nel sito del Sindacato Anaao-Assomed di cui l’ultima datata 9 dicembre. Il tutto almeno fino a quando non sarà a regime la nuova organizzazione sanitaria con i diversi assetti territoriali già precedentemente annunciata ma di cui non si hanno notizie più precise. L’Anaao-Assomed lancia un allarme concreto sulla insostenibilità di tale provvedimento che produrrà effetti disastrosi se non si provvederà allo sblocco del provvedimento entro un paio di mesi. Secondo la Cisl medici non sarebbe da escludere l’intenzione velata, più che di accorpare, di chiudere diverse strutture.

Wikimonde

Andando sul sito di Le Monde web troverete una sezione dove potrete consultare i documenti di WikiLeaks. Ho guardato, un po’ distrattamente a dire il vero, i siti dei maggiori giornali italiani e non ho trovato nulla di simile. Eppure tutti ne parlano. In Italia, però, è difficile trovare qualcuno – che dovrebbe esseere un professionista della materia – che tenti di fare la stessa operazione. Ci si sarebbe aspettato che gli esperti della comunicazione ci prendessero per mano e ci facessero trovare il filo di Arianna di questo labirinto. Rispettando comunque la nostra intelligenza nel poter leggere di prima mano cosa effettivamente ci sia dentro quei documenti. Ma non è così e ce ne dispiace, perchè a fronte di tutti i buoni propositi il giornalismo professionistico nel nostro Paese continua ad essere davvero solo di carta. Ed allora ha ragione Le Monde nel pezzo che illustra i motivi per cui vengono pubblicati i documenti di Assange: “Informare non impedisce di agire con responsabilità. Trasparenza e discernimento non sono incompatibili”.

Progressisti, anche in tempi di crisi.

Esiste una storia a mio avviso esemplare per capire come funzionano i progressisti ed è quella di William Beveridge il quale venne chiamato da Winston Churchill a elaborare una riforma delle assicurazioni sociali e finì per costruire un progetto che ha fondato il moderno stato sociale, la sanità garantita come bene pubblico e ha innovato i metodi dell’intervento statale nell’economia e nella società. Beveridge non era certo classificabile come un progressista, quanto come un liberale inglese vecchio stampo, anche se certamente una svolta profonda nella sua vita fu l’amicizia che strinse con i coniugi Webb – fondatori della London School of Economics ma soprattutto animatori della società fabiana. La questione  per noi ora interessante non è “cosa” scrisse e fece Beveridge, ma in realtà “quando” lo fece, fatto che sembra dimenticato. Il lavoro della Commissione Beveridge si sviluppò tra il luglio del 1941 ed il dicembre 1942, datain cui fu pubblicato il celebre Rapporto. Nel mezzo di uno sforzo bellico senza precedenti, in una Gran Bretagna certamente in difficoltà e in cui il sistema delle assicurazioni pubbliche, l’organizzazione sanitaria e la riforma dei servizi sociali non erano esattamente al centro delle preoccupazioni del governo. Oggi, in tempi certamente difficili, il mantra che sentiamo sempre più spesso è “non si può fare” oppure “non esistono le condizioni per farlo”. La domanda è se nel 1942 di Beveridge e Churchill esistessero le condizioni economiche, politiche, sociali, internazionali per fare tutto ciò che fecero: l’odierno stato sociale. La politica che costruisce il progresso non riconosce periodi in cui non esistano le condizioni per essere promossa. Non avventurarsi verso il progresso, perchè tutto intorno sembra che non ne esistano le possibilità, è semplicemente una ragnatela mentale da conservatore.

Primarie a Torino: un esempio americano di John Podesta.

John Podesta racconta una storia nel suo “l’America del progresso” che dovrebbe far riflettere sulla questione delle primarie di cui si discute negli ultimi tempi specialmente a Torino. Il racconto è ambientato agli inizi del novecento americano tra Bob La Follette, governatore del Wisconsin, riconosciuto campione del progressismo ma di fede repubblicana e Wiliam Jennings Bryan, il “colonnello” senatore democratico – anche se repubblicani e democratici erano certamente meno differenziati di oggi -. Durante un viaggio nel Wisconsin, Bryan aveva chiesto a La Follette a che punto erano alcune leggi ritenute “intelligenti” e decidendo quindi di dargli un aiuto davanti al Congresso degli Stati Uniti. cosa che fece dichiarando di fronte al Congresso stesso che “ lui non temeva che i repubblicani rubassero un’idea ai democratici, ed era disposto senza batter ciglio a lasciar perdere tutte le buone proposte avanzate dal proprio partito se i repubblicani gliele avessero rubate con l’intenzione di trasformarle in leggi”. La Follette racconta poi che il Colonnello Bryan aveva rifiutato di far campagna elelttorale contro di lui alle elezioni del 1902 e che in quell’occasione avrebbe detto: “ Sono interessatissimo alle cose che stai mettendo in atto in Wisconsin e voglio davvero che tu ci riesca, L’esempio del Wisconsin conta ben di più, per il Paese, di qualsiasi vittoria del Partito Democratico nello Stato. Voglio che sia tu a vincere le primarie. Voglio che tu riesca a far passare il tuo programma di riforma della tassazione. E voglio vederti trionfare nella battaglia che stai conducendo contro le grandi società”.