Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

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Governo Regionale. La proposta del Government Office for Science

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Una lezione utile su come supportare una moderna modalità di governo fondata sui dati e sulle evidenze scientifiche è quella del Government Office for Science britannica, che potrebbe trovare utile applicazione anche a livello di amministrazione regionale. In sostanza l’Office governativo è la “casa” della scienza e dell’ingegneria presso il Governo, con il ruolo chiave di garantire che tutti i livelli di amministrazione e decisione politica, tra cui il Primo Ministro, ricevano la migliore consulenza scientifica possibile, consentendo un’interazione in grado di creare politiche che sono supportate da forti prove e robusti argomenti basati su evidenze scientifiche. L’attività viene rimandata anche ai non specialisti tramite un sito  con la supervisione di Sir Mark Walport. La creazione di uno strumento simile è sicuramente utile soprattutto in quei casi, e sono molti nel nostro Paese, in cui il decisore politico è a digiuno di preparazione e modalità scientifiche di ricerca e che quindi si trova a masticare una materia ostica soprattutto per le diverse abitudini di risoluzione delle problematiche e le scelte improntate sempre ad una corretta analisi di robusti ed evidenti dati forniti con metodo scientifico.

Mauro Moretti e l’eterogenesi dei fini

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Penso di non essere stato l’unico ad avere qualche curiosità sulla storia passata di Mauro Moretti, capire come si possano formare certe idee sul rapporto tra il lavoro che uno svolge e il suo salario, soprattutto a fronte del risultato del servizio sotto gli occhi di tutti. Soprattutto avevo un vago ricordo di un Moretti sindacalista e mi rodeva il dubbio. Purtroppo ciò che mi rodeva era corretto, perchè questo Moretti qui è lo stesso che per una decina d’anni ha scalato la CGIL fino a divenirne Segretario nazionale del settore trasporti. In contemporanea galoppava verso i vertici delle Ferrovie dello Stato fino a uscire dal sindacato ed entrare nelle grazie di Necci fino a sostituirlo quando questo cadde in disgrazia. Forse potrebbe essere il famoso caso dell’eterogenesi dei fini: «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali».

Capire il lavoro nella sanità è costruire un nuovo Paese

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In tempi di spending review il lavoro sanitario è certamente uno degli argomenti su cui si esercitano esperti di ogni caratura con soluzioni talvolta fantasiose. Tagli lineari di miliardi di euro sono annunciati in ogni dove mediatico incontrando resistenze e plausi spesso acritici o semplicemente esasperati dalle diverse esperienze di buona o cattiva prestazione sanitaria ricevuta nella vita di ognuno. In pochi, però, arrivano a capire l’organizzazione della diagnosi e cura che oggigiorno si trova ad affrontare le nuove esigenze dei cittadini che ricorrono ai servizi ospedalieri o di base. Compreso chi dovrebbe governare il sistema a livello regionale o di azienda sanitaria. Senza addentrarsi in analisi poco adatte a questa piccola nota, molti pensano il lavoro sanitario  come quello di una fabbrica nella quale i diversi lavoratori, nella diversità delle competenze, eseguono fondamentalmente tutti il medesimo compito e ogni unità lavorativa esegue da solo tutti i passi per fabbricare un oggetto. Con questa logica la produzione dell’oggetto sarà funzione del semplice numero di lavoratori il cui contributo sarà la divisione del numero di oggetti prodotti per il numero degli stessi lavoratori. Potremo quindi modulare il semplice numero dei lavoratori per ottenere maggiore o minore produzione o fare in modo che ogni lavoratore produca più velocemente l’oggetto in questione riducendo il tempo di fabbricazione. Ma il sistema delle cure appartiene ad un altro tipo di “fabbrica”. In questo diverso laboratorio ogni singola persona svolge un compito differente, una parte del lavoro finale e per fabbricare anche un unico oggetto i lavoratori devono per forza cooperare. Questa divisione del lavoro è già economicamente più efficiente in quanto la specializzazione permette a ciascuna unità lavorativa di diventare molto esperto in un determinato compito e di portare al massimo, appunto, l’efficienza lavorativa. In questo caso, però, cambiando il numero dei lavoratori – in più o in meno – non si assiste ad una modificazione del prodotto finale in percentuale al numero delle persone che vengono aggiunte o tolte. Paradossalmente, aggiungere o diminuire il personale potrebbe portare allo stesso risultato finale non prevedibile: aggiungere nuove figure lavorative potrebbe portare sia ad un miglioramento che ad un peggioramento se si interferisse con il flusso di lavoro. Questo è quello che succede nell’organizzazione sanitaria: la correttezza – ed anche il numero – delle prestazioni dipende più dall’organizzazione e dalla sapiente miscela dele conoscenze tra le diverse parti più che dal loro numero. Se inoltre inserirete in tutto questo le parole merito, preparazione, capacità di collaborazione, inventiva, capacità di innovazione, ricerca, è possibile che abbiate le chiavi per costruire non solo una nuova organizzazione sanitaria più efficace e con costi minori, ma un Paese diverso all’altezza di sfide più complicate.

Le fonti rinnovabili salgono al 33% dei consumi elettrici: i dati del GSE

Occupati_rinnoavbili_temporanei_Crescita delle rinnovabili sui consumi elettrici, termici e dei trasporti, dipendenza dall’estero, numero di occupati, risultati ottenuti con Conto Termico e Certificati Bianchi e altro ancora: in un’audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera il GSE fa il punto della situazione sulle energie pulite in Italia.

Qui le slides della presentazione del GSE (Gestore Servizi Energetici)

Qui un approfondimento di QualeEnergia.it

L’Europa che vogliamo votare: Ixv di Alenia sfida la tecnologia e la politica

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Per capire che Europa vogliamo, oggi bisognava essere a Torino. In pochi hanno rilanciato la presentazione del prototipo messo a punto da Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Europea, eppure è proprio questa la nostra europa possibile. Un progetto da 160 milioni di Euro di lavoro buono e non delocalizzabile, in collaborazione con altre 40 imprese continentali, con Torino al centro dell’intelligenza scientifica del futuro. Una cosetta che supera le concezioni americane tipo Shuttle e Apollo o russe tipo Soyuz sui viaggi spaziali. Insomma competizione mondiale, intelligenza del futuro, tecnologia d’avanguardia con ricadute prossime industriali, merito scientifico che viene premiato dopo anni di dura preparazione, giovani di talento insieme all’esperienza di chi ha visto nascere il sogno di Kennedy. Ecco l’Europa che vorrei votare e che mi rappresenta…

Per capire meglio Alexander Langer. Oltre Renzi

15 ricercatori intrappolati dalla burocrazia

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Le Scienze online riprende la notizia di 15 giovani ricercatori calabresi che hanno partecipato al bando per Ricerca Finalizzata 2011-2012, i cui risultati sono stati pubblicati dal Ministero della salute nei primi giorni di febbraio 2014. Nessuno di loro, però, è risultato vincitore. Il problema è che successivamente si è venuto a sapere che lo stesso Ministero non ha mai ricevuto i loro progetti in quanto il funzionario preposto della Regione Calabria non ha nella sostanza trasmesso la documentazione. Più precisamente  si era ridotto all’ultimo giorno utile e proprio quel giorno, ha dichiarato, c’era stato un problema di rete nella sede regionale. Anche se successivamente è stato dimostrato che in quella giornata non si era verificato nessun guasto sulla rete.  I commenti sono superflui

Quote rosa bocciate anche al Parlamento Europeo

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Per chi pensava che solo in Italia esista un problema di “quote rosa”, ieri il Parlamento Europeo è riuscito a bocciare una relazione non vincolante proposta da una parlamentare della sinistra unitaria europea (GUE) che conteneva tra le altre cose agli Stati in cui la rappresentanza politica femminile è esigua, di elaborare una legislazione in difesa dei diritti delle donne. A votare a favore sono stati i gruppi della Sinistra Europea e dei Socialisti & Democratici, mentre la maggioranza uscita vincente era costituita da Partito Popolare,  Conservatori e gruppo dell’Europa della Libertà. Veramente stupefacente è stato l’atteggiamento dei Verdi e dei Liberaldemocratici (Alde) che, astenendosi, hanno di fatto permesso la bocciatura del provvedimento per soli 9 voti. Da tenere presente per le prossime elezioni europee.

Perché le elezioni europee 2014 sono le più importanti di sempre

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Le elezioni europee del 2014 saranno le più importanti di sempre. Infatti, dopo il Trattato di Lisbona del 2009, Il Parlamento europeo avrà nuovi poteri come ad esempio quello di eleggere il Presidente della Commissione Europea e quindi gli elettori degli Stati membri decideranno con il proprio voto chi sarà alla guida dell’esecutivo dell’Unione Europea.

Una delle principali novità introdotte dal trattato consiste nel fatto che, quando gli Stati Membri dell’UE nomineranno il candidato a presidente della Commissione europea, che succederà a José Manuel Barroso nell’autunno 2014, per la prima volta dovranno tenere conto dei risultati delle elezioni europee. Il nuovo Parlamento dovrà poi, riprendendo le parole del trattato, “eleggere” il presidente della Commissione. Ciò significa che gli elettori avranno voce in capitolo su chi subentrerà alla guida dell’esecutivo dell’UE.

La nuova maggioranza politica che emergerà dalle elezioni, inoltre, contribuirà a formulare la legislazione europea per i prossimi cinque anni in settori che spaziano dal mercato unico alle libertà civili. Il Parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all’elaborazione di quasi tutte le leggi dell’UE in parità con i governi nazionali.

Elezioni europee 2014. Agire. Reagire. Decidere.