In sostanza sta succedendo questo: qualcuno, all’interno del Partito Democratico, vorrebbe proporre un referendum per la modifica della legge elettorale. Dopo qualche giro di opinioni diversi maggiorenti dello stesso Partito, compresa la sua Presidente, pensano che l’idea poi non sia così male. Comunque ci pensa il Segretario dello stesso Partito a rimettere le cose a posto: “Mi stupirei se i dirigenti del Pd promuovessero un referendum” dice – “il Pd non promuove referendum, perché si tratta di strumenti della società civile. Il Pd può appoggiare un referendum, ma non promuoverli se vogliamo avere un buon equilibrio tra partiti e società civile”. Appunto. Ma è triste.
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Segnalato da Gianluca Susta, qui il link ad un interessante appello a firma dei Presidenti dei gruppi più rappresentativi del Parlamento Europeo, Shulz, Daul e Verhofstadt:” non c’è euro senza integrazione, stop a soluzioni di giornata di fronte alla crisi, basta con l’euroscetticismo di comodo”.
Al di là dalle nostre differenze politiche, noi, presidenti dei gruppi PPE, S&D e ALDE al Parlamento Europeo vogliamo dare l’allarme sulla crisi di fiducia che attraversa i nostri paesi. Vogliamo riaffermare con chiarezza che i 500 milioni di europei non usciranno vincenti da questa crisi se non rafforzando la loro coesione e smettendo di giocare ognuno per sé.
Andrea Carandini non è certamente l’ultimo venuto per ciò che riguarda la conoscenza dei beni culturali italiani e bene ha fatto Luca Cordero di Montezemolo a farlo intervenire nel convegno “Cultura, orgoglio italiano” di Italia Futura. Così come bisogna riflettere sulle parole dell’archeologo che rileva immediatamente come l’Italia stanzi 50 milioni di euro per la tutela dell’intero patrimonio storico-archeologico-artistico mentre il Louvre da solo ne ottiene 227. Per non parlare di esempi quali il nostro Colosseo che ha 5 milioni di visitatori l’anno e 34 dipendenti divisi in due turni e ogni anno il personale dell’amministrazione dei beni culturali diminuisce di circa 800 unità. Bisogna riflettere non potendosi più avere dubbi sul fatto che la collaborazione con il privato è ormai divenuto un elemento vitale ed è quindi necessario favorire le sponsorizzazioni e gli accordi anche con un aumento degli sconti fiscali, senza per questo far passare questo patrimonio in mani non pubbliche. A tal fine è precisa la sottolineatura del segretario generale dei Beni Culturali Roberto Cecchi per cui: “il pubblico deve garantire i livelli essenziali per la tutela. Il privato invece deve sapere che un investimento in cultura è un investimento che produce reddito ed è una prospettiva concreta nel nostro Paese
(…) Secondo l’OECD, Organisation for Economic Cooperation and Development, sono 300.000 (trecentomila) gli italiani di elevata cultura che hanno deciso di lasciare il loro paese e sono diventati ricchi senza smantellare “un tessuto sociale in cui l’accesso al lavoro dipende dai contatti familiari, dalle affiliazioni politiche e dalle raccomandazioni”. Interessante è notare come l’Economist per dire raccomandazioni usi proprio il vocabolo italiano. Più che interessante, forse è meglio dire desolante. (…)
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Ecco a voi TaxiQuorum: chi ha la possibilità di dare un passaggio al seggio dei referendum a una persona anziana e/o con problemi di movimento, e viceversa chi avrebbe bisogno di essere accompagnato, può scrivere una mail a questo indirizzo.
Aderite, se potete, perché l’iniziativa è davvero bella e molto utile.
Margherita Hack ha profondamente ragione. Lo dico come antinuclearista da sempre. La sostanza del suo discorso è che questo nucleare è troppo pericoloso, inapplicabile,costoso e poco democratico. Ma tutto ciò non deve assolutamente bloccare la ricerca scientifica, anche quella nucleare. Perchè se un domani la fusione fredda, il nucleare al torio o altri sviluppi simili raggiungeranno la possibilità di produzione di energia in maniera sicura e senza scorie, non vedo perchè non dovremmo sfruttarla. Questa è l’insidia che è necessario sottolineare e su cui bisognerà comunque lavorare dopo, con o senza la vittoria del referendum. Questo non è un referendum contro la scienza e le sue applicazioni, sia chiaro a tutti. Perchè proprio la ricerca scientifica sarà l’unica possibilità dataci per affrontare il futuro. Refrendum SI, dunque e soprattutto per migliorare la ricerca. Perchè questo è un referendum, tolta la tara, per la riaffermazione dei beni pubblici, beni comuni a cui nessuno, negli ultimi anni sembrava più credere.
(via l’Unità) Gli oncologi italiani si schierano compatti contro il nucleare. Come anticipato nei giorni scorsi, arriva oggi dal congresso Asco di Chicago, il più importante incontro mondiale di oncologia, l’appello dell’Aiom, l’associazione italiana di oncologia medica, a votare sì al referendum del 12 e 13 giugno. «Il nucleare è la cosa più cancerogena che esista – sottolinea il presidente dell’Aiom Carmelo Iacono – e non è controllabile, come ha dimostrato Fukushima. Lasciamo stare le centrali, puntiamo sulle energie alternative, che sono poco inquinanti e non presentano i rischi enormi per la salute che ha il nucleare». (altro…)
Un poco in ombra, si celebrano oggi i 150 anni dalla morte di Camillo Benso Conte di Cavour. Non fu certamente un federalista, ma sicuramente non pensava che la risoluzione dei problemi dello stato passassero attraverso una centralizzazione più spinta. Liberale ed innovatore, oggi è stato riconosciuto persino da Mario Draghi nelle sue considerazioni finali degli scorsi giorni, appropriatamente come un riformista a tutto tondo. Pochi ricordano anche che combattè con forza le barriere doganali e affermò la sua contrarietà al finanziamento delle imprese decotte. Cavour fu anche molto altro e certamente un uomo del suo tempo, ma meriterebbe una maggior conoscenza del suo pensiero e di come costruì, con alterne fortune, il consenso alle proprie idee, da lottatore che non rifuggì il confronto e la lotta politica “alta”.